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Federica Del Buono, un talento per la FIDAL in piena crisi (anche d’identità)

Atletica in piena crisi: di risultati  (solo il bronzo di Fabrizio Donato nel salto triplo alle Olimpiadi), dirigenziale (difficoltà persino a trovare un candidato “passabile” all’ormai imminente assemblea di Milano che eleggerà  presidente e consiglio federale) e di talenti (se ci sono non riescono poi ad emergere in campo internazionale). E’ anche crisi di praticanti: i tesserati per la maggior parte sono i master, che però la federazione snobba. Per quanto riguarda le specialità, fondo e mezzofondo sono attaccati a ricordi ormai lontani. Ma qui, almeno in campo femminile, una speranza c’è: Federica Del Buono. Un prodotto doc: ne parliamo sotto.
Il difetto, ovviamente, sta nel manico. Nel presidente e nel clan che lo ha affiancato in  questi anni. Il presidente, Franco Arese (foto sotto), grandissimo come atleta e ottimo imprenditore, ma nel suo ruolo specifico è persino riuscito a far  rimpiangere il suo predecessore, il generale Gola. Il clan ha dimostrato, nella maggior parte dei casi, che anche l’indecenza dovrebbe avere dei limiti.
Una situazione che Renato Canova, fino al 2002 direttore tecnico scientifico della Fidal, ha denunciato quando diede le dimissioni. I motivi li spiega sul sito  passione atletica.it,  dove scrive, fra l’altro: “Nonarese sopportavo di dover spartire, e subire, con una parte della Federazione di allora, scelte che, a parer mio, erano distruttive della nostra disciplina. Già allora era in atto una guerra, all’interno della stessa Federazione, dove chi non faceva (ovvero la maggior parte degli addetti ai lavori) contestava chi faceva, e non si accettavano idee innovative, perché l’obiettivo primario non era di certo lo sviluppo dell’atletica leggera, bensì il mantenimento di un posto di potere in Consiglio Federale.
Oggi, dopo dieci anni, ritrovo una condizione decisamente peggiore, perché, se allora c’era comunque una minoranza che si batteva per un cambiamento con progetti innovativi (minoranza che ha perso la battaglia, e coloro che si battevano si possono individuare facilmente perché al momento non sono parte della attuale Federazione), oggi c’è una nullità totale sotto tutti gli aspetti: senza passione, senza conoscenze specifiche, senza adeguati valori umani, ma con l’arroganza di chi vuol comandare”.
Parole pesanti di fronte ad una situazione talmente drammatica che è stato difficile trovare candidati alla giomi alfiopresidenza dopo che Arese si è ritirato per precarie condizioni di salute lasciando strada aperta al suo vicepresidente vicario Alberto Morini, mentre l’indimenticato ostacolista Eddy Ottoz, pur sollecitato da atleti e tecnici, ha ritirato la sua candidatura. Contro Morini, quindi, si dovrebbe presentare solo Alfio Giomi (a sinistra), già vicepresidente vicario di Gola, sostenuto dal movimento “Passione Atletica” di Luigi D’Onofrio.
Ma torniamo a “Fede” Del Buono. Prodotto doc, l’abbiamo definita, in quanto figlia di due atleti che hanno lasciato una traccia nella storia dell’atletica leggera. Papà Gianni ha partecipato a due Olimpiadi (Città del Messico 1968 e Monaco 1972), e ha ottenuto sulla distanza dei 1500 metri medaglie di bronzo alle Universiadi del 1967 e 1971, e agli Europei  di Sofia (1971) e vinto 7 titoli nazionali: 1 negli 800 (1970), 2 nei 1500 (1969 e 1973), 1 di cross (1971), 1 indoor   nei 1500 (1971) e 2 nei 3000 sempre indoor (1972 e 1973).
 Mamma Rossella Gramola (foto), anch’essa mezzofondista azzurra e attualmente allenatrice dei cadettigramola nell’Atletica Vicentina che ha preso il posto della gloriosa Fiamma Vicenza,  nella sua carriera ha cominciato con Paola Pigni e ha poi dovuto battersi con Gabriella Dorio, Agnese Possamai, Nadia Dandolo.  Criniera rossa al vento, ha sempre fatto la sua bella figura. Entrambi allenano Federica, ognuno nel suo settore di competenza: il papà se ne occupa dal punto di vista tecnico e del potenziamento generale, la mamma, che l’ha avviata all’atletica, direttamente sul campo.
 “Ha cominciato a  11 anni, in prima media, dice Rossella, dopo aver praticato danza moderna. Andava proprio piano: 3.07.00 nei 1000 da cadetta; non si allenava, una volta alla settimana. Adesso tutti i giorni, e i risultati si vedono con i titoli tricolori juniores e i primati personali che la mettono in testa alle graduatorie italiane juniores di quest’anno”. Li ha stabiliti nel “Trittico del mezzofondo” a Trento, dove correva con  ragazze più grandi, al suo primo anno nella categoria: 2.06.86 sugli 800, 4.24.15 sul 1500 (4.37.45 indoor). A Barcellona, nelle batteriefederica del buono 2 dei Mondiali juniores, ha chiuso in 4.28.66, appena sopra il suo primato fino a quel momento (4.27.80 che le assicurava il minimo per la partecipazione), ottenendo il 27° posto nella classifica complessiva. Per accedere alla finale sarebbe servito almeno 4.18.30. E’ stata comunque una bella esperienza.
Sui 3000 vanta 9.28.37 e che tenga anche distanze superiori lo ha dimostrato nelle campestri. Il prossimo impegno in questo settore l’11 novembre a Volpiano, prova valida come selezione per i campionati europei di cross che si svolgeranno a Budapest in dicembre. Fluidità di corsa e un motore eccezionali in questo “scricciolo” di 47 chili distribuiti su 164 cm di altezza, che frequenta l’ultimo anno del Liceo Linguistico. I suoi obiettivi del 2013? “Maturità per quanto riguarda la scuola, Campionati Europei in luglio a Rieti”.
Chi sia la ragazza e quali possano essere le sue aspirazioni lo spiega bene, nell’articolo sotto, Sonia Basso, due volte campionessa italiana di sci di fondo sulla distanza allora unica di 10 km (1977-1979) e primatista mondiale delle 24 ore (1982) oltre che azzurra nel cross e compagna di squadra della Gramola nella Fiamma Vicenza. Attualmente è maestro e allenatore di sci di fondo e dirige il Centro Fondo Fontanella – Asiago/Lusiana.

ATLETICA…. MON AMOUR!

Si dice che il primo amore non si scorda mai!  E l’atletica leggera, la regina degli sport, è stato il mio primo amore, prima ancora dello sci di fondo; è una passione che mi porto sempre dentro e correre è per me una delle emozioni più belle. Ho avuto soddisfazioni agonistiche nello sci di fondo, anzi probabilmente maggiori, ma è con il mondo dell’atletica che ho mantenuto le amicizie più belle  e  un grande interesse per questo ambiente. E’difficile che perda una gara o un meeting, meglio ancora se posso vederlo dal vivo anziché davanti alla tv.
federica podio tricolore Ultimamente mi sono unita alla compagine dell’Atletica Vicentina under 20  settore femminile, impegnata nella finale di Coppa Europa a Lubiana. Siamo partiti in pullman da Vicenza atlete, tecnici, genitori e fans in un’atmosfera gioiosa:  è stato un ritorno ai bei tempi quando io e le mie compagne dell’allora Atletica Fiamma Vicenza partivamo con un treno o con un pullman per raggiungere le varie destinazioni, sede di gare, di  Campionati Italiani e di meeting.
 All’Atletica Vicentina c’è la mia amica, e rivale agonistica di quei tempi,  Rossella Gramola, forte mezzofondista della Nazionale che, oltre a far parte del nutrito gruppo di tecnici della società, è allenatrice personale della vera promessa del mezzofondo, Federica Del Buono. La giovanissima atleta, 18 anni a dicembre, oltre che allieva, è anche  sua figlia: accanto a lei a supportarla nella preparazione Gianni Del Buono, papà di Federica  anche lui ex campione di mezzofondo e qualificato tecnico federale.
Conoscevo Federica da un paio d’anni in occasione delle corse campestri e delle gare organizzate della scuola, ma la crescita atletica di queste ultime 2 stagioni mi ha sorpreso e, ovviamente, entusiasmato. Nonfederica podio mi soffermo sui record di categoria stabiliti quest’anno né sulle tante gare vinte che meriterebbero di essere menzionate, ma sulla completezza dell’atleta tenuto conto che spazia dai 400 ai 3000 mt. alle campestri, alla sua corsa e ai  suoi allenamenti.
“Fede” ha nella corsa una naturalezza sorprendente che molto mi ricorda quella della mamma; seguirla nei giri in pista è una gioia per gli occhi; la sua falcata è elegante e sicura nonostante il suo fisico Federica Del Buonosia ancora acerbo. Mamma e papà dicono che non hanno ancora lavorato molto sul potenziamento: ora bisognerà orientarsi incisivamente proprio su questo per ottenere una struttura muscolare adeguata e rafforzare l’organismo.
Lei dice che si allena poco in confronto alle sue compagna e che non si sente mai troppo stanca… Eppure ha fatto risultati, assoluti e sempre confrontabili in atletica leggera,  e ha mantenuto la forma massima da marzo ad ottobre. Sicuramente è figlia d’arte e dai genitori ha avuto un corredo genetico decisamente buono, ma il segreto sembra stare nella metodologia di allenamento.
Per esprimere sinteticamente il concetto, dirò che l’allenamento è stato quasi esclusivamente di tipo aerobico, i lavori lattacidi sono rappresentati quasi esclusivamente dalle gare. E siccome dopo ogni lavoro lattacido anaerobico c’è bisogno del recupero, il giorno dopo la gara va rispettato il riposo. Scarico si definisce i gergo tecnico.
federica corsaL’adattamento del fisico è graduale, la frequenza degli stimoli è ripetitiva (e questo, dice Gianni, è l’unico aspetto un po’ più noioso dell’allenamento) così si aumentano i carichi senza però aumentare la fatica!
Ma non si diceva, (e si dice tuttora!) che i fondisti, anche quelli dello sci, devono fare tanta fatica e abituarsi a convivere con questa condizione? Che non si stia sbagliando qualcosa e che si debbano rivedere un po’ questi concetti? Anche perché gli atleti emergono in età sempre più avanzata, quindi i carichi di lavoro devono consentirdel-buono-federica-barcellona loro di non bruciarsi e soprattutto, di non scoppiare mentalmente.
In verità, modestamente, mi sembra di potermi riferire alla filosofia dei miei allenamenti di trent’anni fa: un ritorno alle origini.!  Guardando i lusinghieri risultati di Federica e mettendoli a confronto  con quelli dell’atletica italiana, ma anche dello sci di fondo, si evidenzia subito il divario in termini di pochezza, di scarsità di promesse e delle molte rottamazioni di atleti della corsa e non solo. Il che porta immediatamente a dire che i tecnici Gramola-Del Buono hanno ragione!
E allora, vai Federica!, corri e assapora il piacere che la corsa ti dà, non preoccuparti se ti sembra di non far fatica. Io ti ringrazio per le emozioni che mi hai dato nelle gare quest’estate; averti seguito mi ha fatto rivivere i bei tempi delle trasferte con la tua mamma e con le  altre atlete della Fiamma Vicenza, per me la più bella e gioiosa società di atletica di allora. E ovviamente tanti auguri a te, ai tuoi allenatori, a tutti gli atleti ai tecnici e allo staff dell’Atletica Vicentina.  Io intanto pregusto già le trasferte vincenti della prossima estate, non dimenticando che, in mezzo, ci sta anche la stagione delle campestri.
                                                                                                                                      Sonia Basso

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