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Bobbio Penice: 500 alberi degli scolari sulla pista di fondo di Ceci-Le Vallette

Ancora una volta Bobbio Penice ha confermato di essere fuori dal tempo e dal mondo.  Il che non è certo un difetto ma un pregio di cui  farsi vanto poiché da questa parti si vive ancora di sani principi. Se valutiamo la situazione al punto di vista anacronistico, infatti, la mentalità è sempre quella dei tempi andati, di quando ci si sapeva accontentare anche delle piccole cose.  Geograficamente, poi, si ha la fortuna di abitare in una località un po’ appartata, adagiata sul fondo della val Trebbia sulla via di transito fra la pianura padana e il mar Ligure. Abbastanza lontana da non subirne e assimilarne i contraccolpi negativi.
 In mezzo, a far da spartiacque, il Monte Penice, le cui pendici sono ammantate di dense boscaglie.  DBobbio Penice  in invernoi faggio e di conifere, ma anche di querce, carpini e noccioli che si cerca di conservare con passione, nel rispetto dell’ambiente e nella pratica degli sport invernali. Proprio al passo, a cavallo tra le province di Piacenza e Pavia, si trova quella che a tutti gli effetti è da considerare una “palestra dello sci”. Le due piste di sci alpino e il campo scuola, serviti da uno skilift e una manovia, sono infatti completamente coperte da innevamento programmato e illuminate per lo sci in notturna. L’ideale, dunque, per far muovere ai bambini i primi passi sulla neve e per una sciata in tranquillità dopo una giornata in ufficio.
Ad una decina di chilometri si pratica invece lo sci nordico  nel comprensorio della pista di fondo, nella località Ceci – Le Vallette, situata a 880 metri di quota. Un paese caratterizzato tuttora da una società rurale tipicamente contadina, con abitanti per lo più anziani attaccati alla terra di origine, ma anche di tanti giovani che vi trascorrono l’estate e i fine settimana. Lontani dalle città e della confusione, ma anche da quel mondo
che vive di consumismo e di apparenza più che di cose concrete.
Capita dunque che qui, anche oggi, i ragazzi delle scuole si sentano invogliati a prendere cura degli alberi, tanto è vero che, nella mattinata del 23 ottobre, ha avuto luogo una manifestazione che, già nell’intitolazione, la dice lunga sulla sua portata: “Festa dell’albero e della natura – diamo radici al futuro”.  Che è, evidentemente, continuare la conservazione della natura come è avvenuto nel corso dei secoli. E continuare a fare sport. Tanto sport.
Evento organizzato anche quest’anno, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, a cura della Comunità Montana Appennino Piacentino, con la partecipazione dei ragazzi delle scuole elementari e medie – quasi 360 – dell’istituto Comprensivo di Bobbio, da Travo ad Ottone, e delle autorità locali. Con loro i presidenti  dello sci club Monte Penice dott. Gini e dello sci club Bobbio dott. Labirio. Quest’ultimo, detto per inciso, nel suo ruolo di promotore della giornata, si è ovviamente dichiarato soddisfatto per tanta partecipazione perché, “coinvolgendo le nuove generazioni,  si crea una coscienza ecologica. Piantiamo alberi e, nel contempo, seminiamo speranze per il futuro”.
 Tutti chiamati a questo singolare appuntamento, che riguarda la messa a dimora di 500 piantine autoctone di abete bianco, faggio e pino silvestre già presenti in zona e messe a disposizione dal Corpo Forestale dello Stato qui rappresentato dal comandante provinciale dott. Compagnin.
bobbio bandieraLa mattinata si è aperta con l’alzabandiera, accompagnato dal canto dell’inno nazionale a cura di tutti gli alunni delle scuole;  quindi, insieme alla preside prof. Adele Mazzari ed agli insegnanti, i giovani hanno trascorso un paio d’ore nel verde dell’Appennino bobbiese mettendo a dimora i nuovi alberi e verificando l’attecchimento e la crescita di quelli piantumati l’anno prima a cui erano ancora apposti i nomi di chi li aveva interrati.
“Si è trattato di un momento di aggregazione molto importante, con finalità educative di primissimo livello, ha commentato la preside, soprattutto per il coinvolgimento di enti e associazioni che, con la scuola, hanno offerto la massima disponibilità. L’insieme di queste forze ha portato a raggiungere un grande successo”.
Da parte loro il presidente della Comunità montana Massimo Castelli e il sindaco di Bobbio Marco Rossi non hanno mancato di rimarcare l’importanza e l’urgenza di valorizzare la cultura ecologico-ambientale che parte dalla conoscenza dell’habitat locale.
Nel corso della mattinata sono state anche inaugurate due bacheche, poste all’ingresso del comprensorio e realizzate a cura della Comunità montana con la collaborazione dei Carabinieri della Compagnia di Bobbio e del Corpo Forestale dello Stato, sulle quali sono richiamate le fondamentali norme di sicurezza relative agli bobbio 4impianti sciistici, quelle preventive antincendio ed i rischi connessi al muoversi nei boschi di montagna.
Ora, per la ripresa dello sci di fondo, non resta che attendere la neve su questa pista
piuttosto tecnica che, per la sua posizione, è diventata il punto di riferimento per gli appassionati di una vasta zona che qui trovano un nuovissimo rifugio con ristorante, bar, un salone da 100 posti, spogliatoi e docce. Una struttura a  gestione familiare, per la quale il Comune ha investito 42 mila euro per la sistemazione del parcheggio. Un grande piazzale illuminato. In più è stata rifatta anche la strada nel tratto finale.
 Come abbiamo già avuto modo di scrivere,  c’è spazio anche per i disabili, su una pista di  1 km, illuminata. Al riguardo c’è stato un incontro fra il delegato del Comitato Paralimpico Franco Paratici,  il sindaco di Bobbio Mario Rossi e Marco Labirio  per verificare la possibilità di utilizzare la pista di sci di fondo di Ceci da parte del CIP. Sia grazie ai lavori già fatti e da fare a breve, l´ amministrazione comunale ha messo a disposizione del CIP l´utilizzo gratuito dell´impianto.
Il CIP da parte sua promuoverà l´utilizzo dell´impianto in più direzioni: attraverso il Progetto Scuola, organizzando manifestazioni che facciano conoscere ai disabili la possibilità di fare sci di fondo e cercando una collaborazione con le Istituzioni militari che possano mettere a disposizione maestri di sci o comunque tecnici delle specialità. In questo quadro verranno effettuati incontri con i comandi della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e del Corpo Forestale.

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