LEDRO (TN) – Lo sci di fondo ad alto livello in Valle di Ledro ormai è di casa: dopo aver accolto per 4 anni la squadra B, dal 30 luglio al 4 agosto verranno ad allenarsi in questo suggestivo ambito alto gardesano i gruppi maschile e femminile di Coppa del Mondo per quella che, in gergo tecnico, si chiama “preparazione a secco”. Non c’è ancora la convocazione ufficiale, ma dovrebbero essere presenti Giorgio Di Centa, Fulvio Scola, Fabio Pasini, Roland Clara, Valerio Checchi, Thomas Moriggl, Federico Pellegrino, Elisa Brocard, Virginia De Martin, Marina Piller, Greta Laurent, Gaia Vuerich, Veronica Cavallar e Debora Agreiter. Con loro gli allenatori Paolo Riva e Alfred Stauder. Saranno ospiti dello chalet rifugio “al Faggio”, certamente coccolati’ dai proprietari, tra l’altro appassionati fondisti.
Per dirla in breve, si troveranno come a casa propria, in un ambiente che è quanto di meglio si potesse trovare: prati, boschi e il lago della superficie di 2,187 km², ad un’altezza di 655 metri, la quota ideale per quei lavori di intensità che non si possono effettuare sul ghiacciaio dove si curano maggiormente la tecnica e la distanza.
Lo si farà anche qui sostituendo gli sci con gli skiroll, approfittando di due percorsi che sembrano tagliati apposta: la salita di Concei (7 km con un dislivello di 270 metri) dove, accanto alla pista di fondo, è ormai pronta la nuova sede dello sci club Ledrense, e quella, molto più dura e lunga (13 km con un dislivello di 900 metri) fra Ampola e Tremalzo
In queste località lo skiroll, il 22 e 23 settembre prossimi, vivrà a sua volta momenti di gloria e di fatica con una formula di gara cambiata rispetto al recente passato: lo sprint del sabato sul circuito cittadino di Pieve sostituito dalla corsa “promozionale” in salita a tecnica libera sul percorso più breve del 4° Trofeo Consorzio Pro Loco Valle di Ledro, mentre il giorno successivo la prova di Coppa Italia sarà, come sempre, in tecnica classica sul percorso di 13 chilometri Passo d’Ampola-Tremalzo. In palio il 6° Trofeo Cassa Rurale di Ledro.
La presenza della Nazionale rappresenta un autentico fiore all’occhiello del connubio tra Valle di Ledro e sci, un binomio cresciuto nel tempo attraverso varie forme, tra cui quella dello skiroll, lo sci a rotelle propedeutico per il fondo.
Momento clou del ritiro sarà comunque la presentazione ufficiale della squadra, in programma il 2 agosto a Pieve nel corso della 3° edizione di “La Montagna 360°”: la manifestazione propone una serata nel centro storico che vedrà protagonisti i professionisti della montagna, offrendo al pubblico la possibilità di provare i vari sport e conoscere meglio le varie discipline legate all’ambiente montano. Tra skiroll e corsa in salita, canoa sul lago e mountain bike, la Valle di Ledro offre infatti spazi ideali per una preparazione veramente completa. E Paolo Riva, da quest’anno allenatore della squadra maggiore, lo sa bene, essendoci già venuto con la seconda squadra quando ne era il tecnico.
La canoa, in particolare, consentirà ai fondisti di provare una nuova disciplina, inserendola nell’allenamento specifico: nel precedente raduno al mare si erano cimentati con la vela, qui si armeranno di pagaia. Niente di meglio, spiegano i tecnici del settore, per sollecitare i muscoli della spalla, del braccio, dell’avambraccio, i dorsali e gli addominali. La muscolatura dell’arto inferiore, invece, compie un lavoro isometrico, in cui si ha la contrazione muscolare senza il movimento dell’arto. In più è un ottimo esercizio aerobico, che contribuisce al benessere del sistema cardiocircolatorio. Ce n’è un po’ per tutto, insomma: l’importante è applicarsi in questa diversificazione sportiva che non ha certo il sapore della novità. Negli anni ’60, per esempio, il “mitico allenatore svedese B.H. Nilsson la squadra di Nones & C. la faceva giocare anche a tennis.
Sport e progetti a 360° allora come adesso, eventi strategici che Ledro propone per la promozione turistica del territorio, confermano ancora una volta la volontà degli enti e delle associazioni di fare rete per richiamare gli appassionati in valle. Appuntamenti che, come si riscontra da una cronaca del quotidiano L’Adige, sono stati presentati dai presidenti dello Sci club Ledrense Carlo Giacometti e del Consorzio Pro loco Stefania Rondena, dagli assessori allo sport della Provincia Marta Dalmaso e del Comune di Ledro Alessandro Fedrigotti, con Carlo Zoller in rappresentanza del Fisi regionale e Gianfranco Pizio, capo allenatori degli azzurri (foto).
“Ledro è l’esempio dei molteplici risvolti che possono essere perseguiti con il coinvolgimento di più realtà territoriali, ha sottolineato l’assessore Dalmaso. La qualità delle discipline è eccellente, soprattutto dal punto di vista educativo: qui lo sport viene davvero promosso con il cuore”. E il presidente dello Sci club ne è uno dei testimoni: “Solo attraverso la sinergia tra più elementi ha concluso Giacometti, si possono portare a Ledro eventi ed atleti di spicco, ma nulla si potrebbe se dietro non vi fosse la passione di centinaia di volontari, che si spendono in prima persona per creare una rete sempre più compatta e di qualità. La nostra vera forza”.
Sport ma non solo: anche cultura. Non va infatti dimenticato che qui c’è anche il Museo delle palafitte, nato tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni ’70 dove sono stati ritrovati reperti di una civiltà palafitticola dell’Età del Bronzo, che rendono il lago un sito archeologico ed il relativo museo di rilevanza mondiale.
Come spiega Wikipedia, le palafitte furono scoperte nel 1929 in seguito ad un abbassamento temporaneo del livello dell’acqua, per la costruzione di una centrale idroelettrica a Riva del Garda. Furono effettuati degli scavi ma in seguito il livello dell’acqua fu rialzato e questi furono interrotti.
Tra il 1936 e il 1937 ci fu una grande siccità, il livello dell’acqua si abbassò nuovamente e i lavori di scavo ripresero, a cura della soprintendenza e dell’Università degli Studi di Padova. In seguito ad occuparsi dei lavori fu il Museo tridentino di scienze naturali. Così sulla sponda del lago è stata ricostruito un villaggio a palafitta, dove sono visibili oggetti di uso comune di 4000 anni fa simile a quello esistente nell’antichità (foto).
Più recente, invece, la storia della valle di Ledro legata agli eventi della prima Guerra Mondiale. Appartenente all’Impero Austro-ungarico, il territorio della valle, divenuta zona di guerra, nel maggio del 1915 subì lo sgombero della popolazione trasferita in alcuni campi di raccolta situati in Boemia/Moravia (Cechia) ed Austria, per essere poi rimpatriata nel 1919.