12 MAGGIO – Come si può riscontrare nell’articolo pubblicato nella sezione fondo, sono 44 gli atleti nella lista che il DT del fondo, Silvio Fauner, ha consegnato a Flavio Roda e che il presidente della Fisi ha approvato. Quaranta di loro fanno parte dei gruppi sportivi militari (9 ciascuno Carabinieri, Fiamme Gialle e Forestale, 7 Esercito, 5 Fiamme Oro e 1 Alpini Paracadutisti); ad essi si aggiungono altri 4 tesserati da sci club civili. La squadra A maschile di Coppa del Mondo è formata da 8 elementi ( 6 distance e 2 sprint), quella femminile anch’essa da 8, ma con 5 distance e 3 sprinter, una delle quali “civile”. Manca, nella squadra maschile, Dietmar Noeckler, retrocesso nella squadra B. Non è una bocciatura: semplicemente, come dice Fauner, un tentativo per spronare l’orgoglio di questo ragazzotto che dispone di potenzialità enormi ma ne ha messe in campo neppure il 50%. Una lezioncina ci sta bene.
Non è il solo, comunque. Lo stesso Pellegrino, aggiungiamo noi, avrebbe bisogno di un bagno di umiltà. Fa troppo lo spavaldo, e quando è il momento opportuno gliela fanno pagare. A inizio carriera aveva stupito per tecnica e facilità di muoversi nel difficile mondo dello sprint dove si deve confrontare con avversari certamente più esperti e smaliziati di lui, ai quali rende almeno venti chili di peso e una spanna di statura. Paradossalmente i migliori risultati li ha ottenuti all’inizio, quando è entrato in scena cogliendo tutti di sorpresa; poi un grosso problema alla spalla, che ha dovuto essere operata con postumi che hanno provocato intoppi durante l’estate, e un virus intestinale in settembre che lo ha bloccato per una decina di giorni ne hanno rallentato la programmazione e condizionato i risultati. Manca di tenuta alla distanza che ovviamente può acquisire con una programmazione mirata.
Così, pur arrivando a tre finali, la sua stagione è risultata inferiore alle aspettative. Probabilmente anche perché nei primi due anni non ha capito come ha raggiunto certi risultati. In più ha rotto 4 bastoncini: il che può essere un caso ma significa anche che in gara gli avversari non hanno per lui il minimo rispetto. Un colpetto e se lo levano di torno. Sanno che può diventare pericoloso e lo eliminano con un trucchetto. Cosa che si guardavano bene dal fare nei confronti di Zorzi, storicamente il nostro miglior specialista, quando andava per la maggiore. Comunque nel frattempo è certamente maturato; deve però rendersi conto che se arrivare a certi traguardi può anche essere facile, è invece difficile mantenerli. Quanto a “Zorro”, è un peccato che le Fiamme Gialle lo tengano in naftalina: affiancarlo all’allenatore della squadra sprint significherebbe trasmettere tecnica ed esperienza preziose a giovani che, prima di tutto per ragioni anagrafiche, ne sono ancora privi.
Anche se la nazionale costituisce il vertice, in squadra servirebbe quella mentalità professionale che manca un po’ a tutti e scatta, purtroppo, dopo i 27-28 anni, quando si impara a responsabilizzarsi. Come ha fatto Clara (a sinistra), il miglior azzurro nell’ultima stagione, dopo che è diventato papà. Comunque ha ancora due punti deboli da risolvere: la salute, che lo ha spesso condizionato, ed è fermo in volata. Riesce a stare davanti, ma quando deve giocarsi il piazzamento lo infilano. Per sua fortuna la 15 km dei Mondiali sarà a cronometro e durissima, in quanto l’anello di Lago di Tesero è proprio tosto. Salite che sembrano fatte apposta per lui.
Occasione che non vorrebbe perdere neppure Piller Cottrer ( foto sotto, 38 anni, da 2 in difficoltà), inserito nel gruppo “Osservati” dopo 17 anni di nazionale A. Vincitore della mitica 50 km di Holmenkollen a soli 22 anni, argento nella staffetta alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002, iridato già a Oberstdorf nel 2005, oro e argento a Torino 2006 e ancora argento alle ultime Olimpiadi. L’unico a portare a casa una medaglia. Di diritto fa parte della storia del fondo non solo italiano. Avremo modo di riparlarne.
Ci sarà parecchio da lavorare: oltre che sul piano fisico-organico, anche su quello psicologico, sulla personalità e sull’indole di atleti che promettevano molto, come Valerio Checchi reduce da due stagioni altalenanti e che va quindi spronato. Thomas Moriggl e Fabio Pasini dovranno darsi invece un’aggiustatina: sulla tecnica in generale il primo, sullo skating in particolare il secondo. David Hofer, il “precisino” della compagnia, ha solo bisogno di maggior sicurezza in se stesso. Ha tenuta, è veloce: potrebbe coprire la quarta frazione di staffetta rimasta scoperta da quando Zorzi si è ritirato.
Giorgio Di Centa, infine, è un caso a parte. Ha 40 anni ma l’età non gli pesa. Sempre piazzato, quest’anno, ma gli è mancato l’acuto. Anche a dispetto dell’età, se la salute tiene e ha i materiali giusti, può fare ancora bene. Il suo obbiettivo, dichiarato, è la 50 km dei Mondiali, ma guarda anche più in là, a Sochi 2014. Se vuole arrivarci, deve imparare a programmarsi, a scegliere e non a rincorrere tutte le gare. Come fanno i maratoneti.
Tutto da costruire lo sprint. Con Federico Pellegrino e Fulvio Scola, entrambi reduci da operazioni alla spalla, si dovrà attingere dal gruppo “Controllati” per completare i ranghi. François Vierin, Mirko Ceolan, Enrico Nizzi e Simone Urbani sono giovani su cui si può cercare di investire. Senza dimenticare che lo sprint, in fatto di punti, è messo sullo stesso piano della distanza ed è per questo che va coltivato.
Per quanto riguarda le donne, si è ridotti ai minimi termini: bisogna vivere di speranze, nella consapevolezza che arrivano tardi ai risultati. Arianna Follis ha iniziato a 28 anni e, prima di lei, Gabriella Paruzzi è salita sul podio a 30 (foto con la mnedaglia d’oro della 30 km). Per quanto riguarda Marianna Longa, che ha lasciato l’attività e presta servizio con la Finanza, al Passo di Foscagno, a monte di Livigno dove vive, ci sarebbe una possibilità, seppur remora, di ritorno allo sci visto che si sta già preparando per la maratona di New York e quindi la tenuta sulla distanza non le mancherebbe. Con i Mondiali di Fiemme 2013 alle porte, un tentativo di ripescaggio varrebbe la pena di tentarlo.
Intanto ci si presenta alla prossima stagione di Coppa del Mondo con contingenti ridotti di un’unità, effetto di un’annata che di punti in classifica ne ha portati pochi. Come nel 2006, la squadra la maschile potrà schierare 5 concorrenti sulla distanza e altrettanti nello sprint:; le donne 4 e 3 rispettivamente
La squadra B – Under 23 annovera 8 maschi e 6 femmine; in entrambe le formazioni vi è un “civile”. L’organico viene poi completato dal gruppo “Osservati” che conta 14 elementi: 4 distance, fra cui una donna, 4 long distance compresa una donna che si gestiscono da soli, 6 sprint (5 militari e un civile). Il che significa, in parole povere, aver lasciati pressoché sguarniti i corpi di provenienza. E anche qui ci sarebbe un discorso da aprire per il semplice motivo che viene a mancare un apporto determinante.
Con Silvio Fauner lo staff tecnico è formato da 22 persone: 6 allenatori più un aiuto allenatore/skiman, 9 skimen per la Coppa del Mondo, 2 per la B-Under 23 e 2 ancora da definire, 2 fisioterapisti e un altro da definire. Mancano gli juniores, che costituiscono un settore a parte, affidato quest’anno a Marco Selle (nella foto in alto con Fauner), il quale sta scegliendo collaboratori e atleti che ne faranno parte.
Il budget disponibile, approvato nel preventivo stilato dal commissario straordinario Carraro, è lo stesso della passata stagione che presentava minori impegni, mentre l’attuale ha come punto focale i Mondiali in Val di Fiemme. Si corre in casa e si vorrebbe fare bella figura, quantomeno più dignitosa che non quella di Oslo 2011 da dove si è tornati con le ossa rotte.
Nuovi elementi che portino a pensare ad un salto di qualità con relativo rilancio non ve ne sono: si tratta dunque di affrontare l’appuntamento iridato più o meno con le stesse formazioni ma con un anno di esperienza in più e allenamenti “mirati” sulla distanza e sulla tecnica. Il programma prevede più raduni su neve e meno “a secco”, tanto per cominciare, e anticipati rispetto al passato. Si inizia il 20 maggio al Tonale, poi Stelvio ai primi di giugno e dal 24 in Val Senales. A inizio luglio un periodo al mare, seguito fra fine mese e agosto da un altro raduno in quota allo Stelvio dove, condizioni della neve permettendo, si dovrebbe tornare dal 20 al 31 agosto. In caso contrario probabile trasferta a Oberhof, in Germania, sulla neve programmata nel tunnel (foto) dove si trova un anello di 1900 metri, largo da 8 a 35, che presenta punti con pendenze del 12 % e con temperatura costante di -4°C. Posto ideale per allenamenti di qualità, ma anche per testare i materiali, come conferma la sempre più massiccia presenza di squadre straniere.
Per quanto riguarda lo Stelvio, inoltre, ci sarebbe sempre il problema del costo degli impianti da risolvere considerando che i fondisti, che usano il mezzo di risalita per il solo passaggio che li porti alla quota della pista, pagano quanto i discesisti, che si muovono avanti e indietro per tutta la giornata. Una discriminazione che fa a pugni anche con la logica: opportuno, dunque, trovare un’intesa. Buoni sì, ma non fessi.
Da sottolineare infine la maggior apertura verso lo skiroll, attrezzo che viene usato nella preparazione ma anche per l’agonismo. Ha un suo calendario specifico di gare nazionali e di Coppa del Mondo nella quale la nazionale azzurra di questa specialità ha raggiunto il gradino più alto ma ora necessita di ricambi, almeno in campo femminile. Le fondiste risulterebbero preziose in Coppa e ai Mondiali che nel 2015 si effettueranno in Italia, in Val di Fiemme. Finora Sepp Ploner, quando era responsabile del fondo giovanile, le ha rifiutate sostenendo che lo skiroll è uno sport che non interessa a nessuno. Il che non è vero. Di Centa, che ha vinto il Mondiale di pursuit in Croazia, a Oroslavje era addirittura venuto a sue spese ed è tornato a casa felice del titolo.
Ovviamente da evitare, per i rischi che possono comportare, le gare in pianura, specie le mass start, privilegiando quelle in salita. Fauner, che di skiroll ne ha fatto parecchio, porterà la squadra ad almeno 3 appuntamenti inserendoli nella programmazione: il campionato italiano in salita a tecnica classica (Pinzolo 9 settembre), gara promozionale di Sovere del 29 settembre, Gran Prix Sportful (Feltre 7 ottobre). Un confronto con gli specialisti che consentirà ai fondisti di valutare la condizione del momento. Opportuno, quindi, anche per la nazionale juniores, ma pure per squadre dei Comitati regionali.. Dove, purtroppo, ci sono troppi allenatori che fanno ostracismo.
Non è il solo, comunque. Lo stesso Pellegrino, aggiungiamo noi, avrebbe bisogno di un bagno di umiltà. Fa troppo lo spavaldo, e quando è il momento opportuno gliela fanno pagare. A inizio carriera aveva stupito per tecnica e facilità di muoversi nel difficile mondo dello sprint dove si deve confrontare con avversari certamente più esperti e smaliziati di lui, ai quali rende almeno venti chili di peso e una spanna di statura. Paradossalmente i migliori risultati li ha ottenuti all’inizio, quando è entrato in scena cogliendo tutti di sorpresa; poi un grosso problema alla spalla, che ha dovuto essere operata con postumi che hanno provocato intoppi durante l’estate, e un virus intestinale in settembre che lo ha bloccato per una decina di giorni ne hanno rallentato la programmazione e condizionato i risultati. Manca di tenuta alla distanza che ovviamente può acquisire con una programmazione mirata.
Così, pur arrivando a tre finali, la sua stagione è risultata inferiore alle aspettative. Probabilmente anche perché nei primi due anni non ha capito come ha raggiunto certi risultati. In più ha rotto 4 bastoncini: il che può essere un caso ma significa anche che in gara gli avversari non hanno per lui il minimo rispetto. Un colpetto e se lo levano di torno. Sanno che può diventare pericoloso e lo eliminano con un trucchetto. Cosa che si guardavano bene dal fare nei confronti di Zorzi, storicamente il nostro miglior specialista, quando andava per la maggiore. Comunque nel frattempo è certamente maturato; deve però rendersi conto che se arrivare a certi traguardi può anche essere facile, è invece difficile mantenerli. Quanto a “Zorro”, è un peccato che le Fiamme Gialle lo tengano in naftalina: affiancarlo all’allenatore della squadra sprint significherebbe trasmettere tecnica ed esperienza preziose a giovani che, prima di tutto per ragioni anagrafiche, ne sono ancora privi.
Anche se la nazionale costituisce il vertice, in squadra servirebbe quella mentalità professionale che manca un po’ a tutti e scatta, purtroppo, dopo i 27-28 anni, quando si impara a responsabilizzarsi. Come ha fatto Clara (a sinistra), il miglior azzurro nell’ultima stagione, dopo che è diventato papà. Comunque ha ancora due punti deboli da risolvere: la salute, che lo ha spesso condizionato, ed è fermo in volata. Riesce a stare davanti, ma quando deve giocarsi il piazzamento lo infilano. Per sua fortuna la 15 km dei Mondiali sarà a cronometro e durissima, in quanto l’anello di Lago di Tesero è proprio tosto. Salite che sembrano fatte apposta per lui.
Occasione che non vorrebbe perdere neppure Piller Cottrer ( foto sotto, 38 anni, da 2 in difficoltà), inserito nel gruppo “Osservati” dopo 17 anni di nazionale A. Vincitore della mitica 50 km di Holmenkollen a soli 22 anni, argento nella staffetta alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002, iridato già a Oberstdorf nel 2005, oro e argento a Torino 2006 e ancora argento alle ultime Olimpiadi. L’unico a portare a casa una medaglia. Di diritto fa parte della storia del fondo non solo italiano. Avremo modo di riparlarne.
Ci sarà parecchio da lavorare: oltre che sul piano fisico-organico, anche su quello psicologico, sulla personalità e sull’indole di atleti che promettevano molto, come Valerio Checchi reduce da due stagioni altalenanti e che va quindi spronato. Thomas Moriggl e Fabio Pasini dovranno darsi invece un’aggiustatina: sulla tecnica in generale il primo, sullo skating in particolare il secondo. David Hofer, il “precisino” della compagnia, ha solo bisogno di maggior sicurezza in se stesso. Ha tenuta, è veloce: potrebbe coprire la quarta frazione di staffetta rimasta scoperta da quando Zorzi si è ritirato.
Giorgio Di Centa, infine, è un caso a parte. Ha 40 anni ma l’età non gli pesa. Sempre piazzato, quest’anno, ma gli è mancato l’acuto. Anche a dispetto dell’età, se la salute tiene e ha i materiali giusti, può fare ancora bene. Il suo obbiettivo, dichiarato, è la 50 km dei Mondiali, ma guarda anche più in là, a Sochi 2014. Se vuole arrivarci, deve imparare a programmarsi, a scegliere e non a rincorrere tutte le gare. Come fanno i maratoneti.
Tutto da costruire lo sprint. Con Federico Pellegrino e Fulvio Scola, entrambi reduci da operazioni alla spalla, si dovrà attingere dal gruppo “Controllati” per completare i ranghi. François Vierin, Mirko Ceolan, Enrico Nizzi e Simone Urbani sono giovani su cui si può cercare di investire. Senza dimenticare che lo sprint, in fatto di punti, è messo sullo stesso piano della distanza ed è per questo che va coltivato.
Per quanto riguarda le donne, si è ridotti ai minimi termini: bisogna vivere di speranze, nella consapevolezza che arrivano tardi ai risultati. Arianna Follis ha iniziato a 28 anni e, prima di lei, Gabriella Paruzzi è salita sul podio a 30 (foto con la mnedaglia d’oro della 30 km). Per quanto riguarda Marianna Longa, che ha lasciato l’attività e presta servizio con la Finanza, al Passo di Foscagno, a monte di Livigno dove vive, ci sarebbe una possibilità, seppur remora, di ritorno allo sci visto che si sta già preparando per la maratona di New York e quindi la tenuta sulla distanza non le mancherebbe. Con i Mondiali di Fiemme 2013 alle porte, un tentativo di ripescaggio varrebbe la pena di tentarlo.
Intanto ci si presenta alla prossima stagione di Coppa del Mondo con contingenti ridotti di un’unità, effetto di un’annata che di punti in classifica ne ha portati pochi. Come nel 2006, la squadra la maschile potrà schierare 5 concorrenti sulla distanza e altrettanti nello sprint:; le donne 4 e 3 rispettivamente
La squadra B – Under 23 annovera 8 maschi e 6 femmine; in entrambe le formazioni vi è un “civile”. L’organico viene poi completato dal gruppo “Osservati” che conta 14 elementi: 4 distance, fra cui una donna, 4 long distance compresa una donna che si gestiscono da soli, 6 sprint (5 militari e un civile). Il che significa, in parole povere, aver lasciati pressoché sguarniti i corpi di provenienza. E anche qui ci sarebbe un discorso da aprire per il semplice motivo che viene a mancare un apporto determinante.
Con Silvio Fauner lo staff tecnico è formato da 22 persone: 6 allenatori più un aiuto allenatore/skiman, 9 skimen per la Coppa del Mondo, 2 per la B-Under 23 e 2 ancora da definire, 2 fisioterapisti e un altro da definire. Mancano gli juniores, che costituiscono un settore a parte, affidato quest’anno a Marco Selle (nella foto in alto con Fauner), il quale sta scegliendo collaboratori e atleti che ne faranno parte.
Il budget disponibile, approvato nel preventivo stilato dal commissario straordinario Carraro, è lo stesso della passata stagione che presentava minori impegni, mentre l’attuale ha come punto focale i Mondiali in Val di Fiemme. Si corre in casa e si vorrebbe fare bella figura, quantomeno più dignitosa che non quella di Oslo 2011 da dove si è tornati con le ossa rotte.
Nuovi elementi che portino a pensare ad un salto di qualità con relativo rilancio non ve ne sono: si tratta dunque di affrontare l’appuntamento iridato più o meno con le stesse formazioni ma con un anno di esperienza in più e allenamenti “mirati” sulla distanza e sulla tecnica. Il programma prevede più raduni su neve e meno “a secco”, tanto per cominciare, e anticipati rispetto al passato. Si inizia il 20 maggio al Tonale, poi Stelvio ai primi di giugno e dal 24 in Val Senales. A inizio luglio un periodo al mare, seguito fra fine mese e agosto da un altro raduno in quota allo Stelvio dove, condizioni della neve permettendo, si dovrebbe tornare dal 20 al 31 agosto. In caso contrario probabile trasferta a Oberhof, in Germania, sulla neve programmata nel tunnel (foto) dove si trova un anello di 1900 metri, largo da 8 a 35, che presenta punti con pendenze del 12 % e con temperatura costante di -4°C. Posto ideale per allenamenti di qualità, ma anche per testare i materiali, come conferma la sempre più massiccia presenza di squadre straniere.
Per quanto riguarda lo Stelvio, inoltre, ci sarebbe sempre il problema del costo degli impianti da risolvere considerando che i fondisti, che usano il mezzo di risalita per il solo passaggio che li porti alla quota della pista, pagano quanto i discesisti, che si muovono avanti e indietro per tutta la giornata. Una discriminazione che fa a pugni anche con la logica: opportuno, dunque, trovare un’intesa. Buoni sì, ma non fessi.
Da sottolineare infine la maggior apertura verso lo skiroll, attrezzo che viene usato nella preparazione ma anche per l’agonismo. Ha un suo calendario specifico di gare nazionali e di Coppa del Mondo nella quale la nazionale azzurra di questa specialità ha raggiunto il gradino più alto ma ora necessita di ricambi, almeno in campo femminile. Le fondiste risulterebbero preziose in Coppa e ai Mondiali che nel 2015 si effettueranno in Italia, in Val di Fiemme. Finora Sepp Ploner, quando era responsabile del fondo giovanile, le ha rifiutate sostenendo che lo skiroll è uno sport che non interessa a nessuno. Il che non è vero. Di Centa, che ha vinto il Mondiale di pursuit in Croazia, a Oroslavje era addirittura venuto a sue spese ed è tornato a casa felice del titolo.
Ovviamente da evitare, per i rischi che possono comportare, le gare in pianura, specie le mass start, privilegiando quelle in salita. Fauner, che di skiroll ne ha fatto parecchio, porterà la squadra ad almeno 3 appuntamenti inserendoli nella programmazione: il campionato italiano in salita a tecnica classica (Pinzolo 9 settembre), gara promozionale di Sovere del 29 settembre, Gran Prix Sportful (Feltre 7 ottobre). Un confronto con gli specialisti che consentirà ai fondisti di valutare la condizione del momento. Opportuno, quindi, anche per la nazionale juniores, ma pure per squadre dei Comitati regionali.. Dove, purtroppo, ci sono troppi allenatori che fanno ostracismo.