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Sci di fondo

Herbert Santer: “Grazie allo sci di fondo, Dobbiaco è ora conosciuta in tutto il mondo”

Da anni la Nordic Arena di Dobbiaco è uno dei fiori all’occhiello della Coppa del Mondo di sci di fondo, oltre che di tutta la Val Pusteria, con i suoi 120 chilometri di piste tracciate. Una bella soddisfazione per l’uomo che ha pensato tutto questo, Herbert Santer, ex presidente della Pro Loco di Dobbiaco ai tempi della nascita dell’impianto e oggi presidente del Comitato Organizzatore della Coppa del Mondo, che spinto dalla sua grande passione per questo sport (le sue tre figlie sono ex atlete) ha deciso di affiancare al suo impegno nel settore alberghiero (è proprietario del Romantic Hotel Santer, uno splendido albergo a quattro stelle) quello nell’organizzazione di uno dei principali evento sportivi dell’Alta Pusteria. Di tutto questo abbiamo parlato con lui nell’intervista che segue.  
Buongiorno Herbert Santer, com’è nata la sua passione per questo sport?
«C’è sempre stata, anche quando il fondo era poco conosciuto e praticato. Nel 1970 presi in mano le redini dell’albergo di famiglia insieme a mia moglie e avevo lo stadio proprio di fronte. Così compresi le potenzialità che il fondo aveva per il turismo, perché organizzando gare avremmo avuto molte persone nella nostra località e di conseguenza nelle strutture alberghiere. Siamo così partiti con la gara Dobbiaco-Cortina, fino ad arrivare a ospitare la Coppa del Mondo».  
Come ha avuto l’idea della Nordic Arena?
«Ho sempre desiderato portare la Coppa del Mondo nella nostra località, ma il tracciato precedente non aveva l’omologazione. Così parlando con la FISI e il CONI, abbiamo capito come poter riuscire a portare qui il fondo internazionale, serviva un nuovo tracciato e uno stadio. Insieme abbiamo gettato le basi per farlo, ho incontrato un grande architetto di Kitzbuhel, che conoscevo bene, e gli ho rivelato il mio progetto di uno stadio del fondo. Così lui ha creato questo bellissimo impianto fatto per lo sport. Per ottenere l’omologazione bisognava avere al suo interno una salita da 20, una da 40 e un’altra da 80 metri e siamo riusciti a costruire anche quest’ultima, ottenendo finalmente l’omologazione. Abbiamo lavorato tanto per trovare le risorse economiche necessarie per questa impresa, andandole a cercare non soltanto a Dobbiaco, ma viaggiando da Bolzano fino a Roma».
L’arrivo della Coppa del Mondo, quali effetti ha avuto su Dobbiaco?
«È cresciuta l’importanza della nostra località, che ora è conosciuta in tutto il mondo. Anche perché adesso che la Coppa del Mondo qui è di casa, abbiamo anche dato un nuovo slancio al turismo, unendolo allo sport. Infatti il 50% del turismo oggi è figlio proprio delle nostre grandi piste di fondo, che ci collegano anche ad altre località a noi vicine. Lo sport è molto importante perché al divertimento unisce la salute ed è quindi una forma di turismo che apprezzo moltissimo».  
Siete diventati una tappa fissa della Coppa del Mondo: come avete fatto?
«Abbiamo investito molto, perché per esempio oggi abbiamo ben dieci cannoni per l’innevamento e questo fa la differenza visto che si ha la certezza che qui dal 23 dicembre si può sempre gareggiare. Per la FIS è importante avere un partner affidabile come noi, perché altri posti non sono accettati, dal momento che sono meno organizzati rispetto a Dobbiaco. Ci hanno premiato una volta viste le nostre capacità. Insomma, l’aver investito molto e fatto dei sacrifici, ha portato ai risultati attuali che ci permettono oggi di raccogliere quanto seminato».  
La Nordic Arena non è soltanto sci di fondo, ma anche altro.
«Si, siamo partiti con l’idea iniziale del fondo, ma discutendo con l’architetto abbiamo deciso di trasformarlo in un centro nel quale si potesse andare 365 giorni l’anno, anche l’estate. Così ecco le piste di skiroll, uno sport utilissimo per i fondisti che praticandolo si allenano in estate. Non a caso vengono qui molte squadre nel periodo estivo. Inoltre abbiamo anche inserito l’arrampicata e un poligono di tiro per il biathlon. Insomma, chi vive per lo sport trova nella Nordic Arena la sua casa».
Nell’ultimo anno il meteo non ha aiutato gli sport invernali: mi è sembrato di capire che voi avete brillantemente superato questa problematica.
«Si siamo andati bene nonostante l’assenza di neve. Va detto che abbiamo fatto uno sforzo enorme e la gente della nostra zona aveva la certezza che stavamo lavorando anche per loro, invece di restarcene a casa a riscaldarci con la stufa. L’impatto economico è stato sicuramente importante, ma alle lunghe siamo stati premiati e siamo rientrati delle spese, perché Dobbiaco è stato tra i pochi posti in cui si è potuto gareggiare per tutto l’inverno. Poi, figuriamoci, ho tre figlie che essendo delle ex atlete, spingono moltissimo su questo tasto, mi mettono pressione».  
Siete arrivati molto in alto: avete fatto tutto da soli?
«No e ringrazio sicuramente la FISI per quanto ha fatto, in particolare l’ex presidente Morzenti che mi ha aiutato a portare avanti il progetto che avevo in testa. Grazie anche all’attuale presidente Roda che ha proseguito sulla stessa linea. Ovviamente poi non posso dimenticare Gianni Petrucci, che ci ha appoggiato moltissimo quando era presidente del CONI. Le cose vanno benissimo con il suo successore Malagò, con cui ho avuto un bellissimo incontro, nel quale mi ha rivelato di voler rilanciare gli sport invernali.  Il nostro obiettivo futuro è quello di diventare un centro federale sia per la nazionale A sia per i nostri giovani atleti, perché abbiamo le strutture adatte»
.  
Avete l’idea di andare oltre la Coppa del Mondo e provare a organizzare un giorno anche un Mondiale?
«Si, questa idea è ben presente nella mia testa, ma non è il momento giusto per farlo perché in questo periodo non ci sono le condizioni economiche. Ovviamente quando le cose cambieranno, saremo ben pronti a proporci. Sarebbe una cosa fantastica organizzare un Mondiale di sci nordico insieme a Cortina, dove potremmo anche rilanciare il loro trampolino e nel complesso una località che è stata olimpionica».    
Oltre lo sci di fondo, cos’altro offre Dobbiaco dal punto di vista turistico?
«La nostra è una località che ha molto turismo da 130 anni, perché i grandi Re venivano qui già prima della Prima Guerra Mondiale. Abbiamo un grande centro culturale, organizziamo numerosi eventi di musica classica, oppure le settimane altoatesine. Dobbiaco ha delle infrastrutture per tutto: sci nordico e alpino, ghiaccio artificiale, trampolino e altre per praticare ogni sport. Siamo una località in grado di dare tutto a tutti».

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