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Combinata Nordica, Armin Bauer: “Sto migliorando nel salto”

Un infortunio alla caviglia subito in allenamento ha un po’ rallentato la preparazione di Armin Bauer, uno dei combinatisti azzurri su cui si punta di più in vista della prossima stagione. Il ventiseienne di Ortisei non si è però abbattuto ed è già pronto a riprendere il lavoro in vista di una stagione nella quale vuole essere protagonista. L’abbiamo intervistato, non soltanto per sapere quali sono i suoi obiettivi per la prossima stagione, ma soprattutto per conoscerlo meglio.  
Ciao Armin. Puoi raccontarci come hai iniziato? Cosa ti ha spinto a praticare questa specialità?
«Quando avevo sei anni ho iniziato a praticare lo sci di fondo e qualche anno dopo, quando avevo già compiuto dieci anni, nella mia valle stavano mettendo su una squadra femminile di salto e cercarono di coinvolgere anche noi ragazzi per fare un gruppo più folto. Così ho provato anche il salto e mi sono trovato subito bene. In pochi anni sono riuscito ad arrivare in nazionale, aiutato anche dal fatto che nel nostro paese non ci sono molti praticanti. In qualunque caso mi sono allenato tantissimo per arrivare fino a qui, perché se non lo fai non puoi arrivare in Coppa del Mondo, dove serve qualità».                                                                   
A livello giovanile avevi colto già ottimi risultati, come ai Mondiali Juniores di Tarvisio.
«Si nel 2007 arrivai quarto in staffetta con Alessandro Pittin, Davide Bresadola e Lukas Runggaldier. Feci molto bene anche nella gara individuale arrivando settimo e inoltre colsi anche diverse vittorie in gare europee sempre da junior».  
Com’è stato l’impatto con la Coppa del Mondo?
«Bello, soprattutto per il pubblico. Nel nostro paese purtroppo non c’è ancora un grande seguito per quanto riguarda questa disciplina. Così la prima volta che sono andato a gareggiare in Norvegia, Finlandia o Austria, con migliaia di spettatori, ho vissuto una bella emozione. Un pubblico del genere ti dà la carica».  
Hai partecipato a due edizioni dei Giochi Olimpici: è stata un’emozione particolare?
«È un’esperienza straordinaria, perché ti trovi a contatto con atleti di tantissime discipline e di nazioni diverse. Poi la disciplina è sempre la stessa, devi saltare e sciare per dieci chilometri, ma l’ambiente fa la differenza, è emozionante anche perché ci sono numeri di pubblico superiori rispetto alle gare di Coppa del Mondo. Per quanto riguarda queste due Olimpiadi, ricordo con maggior piacere quella di Vancouver, perché come organizzazione e come luogo aveva qualcosa in più».  
Negli ultimi anni la combinata nordica è cambiata, spostandosi molto verso il salto: questo ti ha messo in difficoltà?
«Si, a me che sono fondista probabilmente ha reso tutto più difficile, perché in passato nei dieci chilometri di fondo potevo recuperare un piccolo deficit nel salto, mentre oggi è impossibile visto che le nazionali più grandi puntano moltissimo su questo particolare e noi che non siamo saltatori siamo svantaggiati. Nella passata stagione abbiamo cambiato modo di allenarci e di pensare, perché abbiamo iniziato anche noi a puntare sul salto. L’ultima è stata quindi una stagione di transizione, nella quale abbiamo fatto un po’ di fatica, anche perché le gare non si sono svolte con continuità, a causa della mancanza di neve e questo ci ha penalizzato».  
Paolo Bernardi (allenatore responsabile della combinata nordica ndr) si è detto comunque soddisfatto della tua stagione. Lo sei anche tu?
«No, non credo di aver fatto una stagione positiva perché ho faticato tanto nel corso dell’anno e anche se sono arrivati alcuni risultati positivi nel finale di stagione, non posso dirmi soddisfatto».  
Come procede la preparazione in vista della prossima stagione?
«Stava andando bene fino a una settimana fa, poi mi sono infortunato alla caviglia durante un riscaldamento e ora non posso saltare. Purtroppo mi sono stirato ai legamenti della caviglia e ho anche schiacciato la capsula, così dovrò ricominciare con calma e far passare un po’ il dolore. Per ora posso allenarmi soltanto in bicicletta, ma ho bisogno di tornare a saltare al più presto. È un peccato perché prima dell’infortunio stavo saltando bene, anche perché ho iniziato a cambiare alcune cose nel mio modo di saltare. La forma stava crescendo, quindi peccato per questo piccolo infortunio, ma tra poco tornerò ad allenarmi e potrò continuare quei miglioramenti che già si stavano vedendo».  
Qual è il tuo obiettivo stagionale?
«Voglio tornare tra i primi dieci in Coppa del Mondo, anche se l’obiettivo principale sono i Mondiali di Lahti. Penso che io e miei compagni dovremo puntare a partire subito bene in Coppa del Mondo, perché se iniziassimo la stagione con qualche buon risultato, questo ci darebbe fiducia per tutto l’inverno per poi raggiungere il picco di forma ai Mondiali».  
Dopo il quarto posto ai Mondiali di Falun, puntate al podio con la staffetta?
«Ovviamente è quello che tutti vorrebbero e se ne è parlato anche con tecnici e allenatori. Io mi concentro sul lavoro che dovrò fare per arrivare al meglio quel giorno, poi se tutto andrà bene e tutti noi dovessimo fare una bella prestazione nel giorno giusto, potremmo ottenere qualcosa di buono».  
Ti aspetti il ritorno di Alessandro Pittin ai vertici?
«Lo spero, perché per tutti noi compagni di squadra rappresenta un grande traino, un esempio da seguire. Purtroppo nelle ultime stagioni ha avuto alcune difficoltà nel salto, ma sta lavorando molto duramente e per questo motivo penso che tornerà a essere il Pittin che abbiamo conosciuto».

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