Se chiedete a un ragazzo di Gressoney chi è il suo mito, vi risponderà probabilmente De Fabiani o Pellegrino oppure qualche discesista del passato, mentre ad Anterselva vi diranno senza alcun dubbio il nome di un biatleta, oppure a Cortina qualche slalomista o giocatore di hockey sul ghiacchio. Se questa domanda doveste porla per le vie di Roma, delle altre città del Lazio o della Sardegna, vi risponderebbero sicuramente con i nomi dei vari Totti, De Rossi, Felipe Anderson, Farias oppure qualche cestista della Sassari che ha vinto il tricolore due anni fa. Difficilmente però vi risponderebbero con il nome di uno sciatore. In un ambiente oggettivamente più difficile rispetto agli altri, dove gli sci ai piedi si mettono a tre anni, opera il CLS (Comitato Lazio Sardegna) della FISI, che è attivissimo nell’attività promozionale e lotta ogni giorno con i denti per regalare all’Italia grandi atleti cresciuti sulla parte appennina più vicina alla capitale. Abbiamo intervistato il suo presidente, Nicola Tropea, che ha spiegato i problemi del territorio ma ha anche rivelato come vuole risolverli, sfruttando anche l’ingresso in FISI dello skiroll.
Buongiorno presidente Tropea: qual è lo stato di salute degli sport invernali nel Lazio? Avete sofferto in modo particolare l’assenza di neve?
«Buono, perché veniamo da una stagione positiva. Le squadre regionali hanno raggiunto risultati discreti e abbiamo diversi giovani che fanno ben sperare anche tra gli allievi e i ragazzi. La mancanza di neve ha ovviamente condizionato la nostra attività, per fortuna però siamo riusciti a portarla avanti a Campo Felice (Abruzzo ndr) dove operiamo, che ha degli impianti di innevamento molto moderni, i quali ci hanno consentito di rispettare il calendario delle gare. In particolare è cresciuto ancora Riccardo Allegrini, che nella categoria allievi di sci alpino ha colto ottimi risultati a livello nazionale arrivando spesso sul podio. Lui è il nostro punto di riferimento, il prossimo anno salirà di categoria e ci auguriamo possa crescere ancora. Per quanto riguarda il fondo lo stiamo portando avanti grazie all’ottimo lavoro di Valerio Checchi, che si sta impegnando moltissimo per far crescere questo settore che dalle nostre parti era un po’ addormentato».
A proposito, sappiamo che a Subiaco c’è un bel centro per il fondo.
«Si, ha delle piste da fondo eccezionali e con Valerio Checchi stiamo lavorando per farlo crescere ancora. Certo sarebbe bello poter investire di più, ma purtroppo la situazione del paese e di conseguenza della federazione è un po’ complicata».
Passiamo alla situazione degli impianti: come vanno le cose in Sardegna?
«Speriamo si faccia qualcosa, perché da anni ci battiamo perché vengano costruiti degli impianti nuovi. Forse qualcosa sta per muoversi».
E per quanto riguarda il Lazio?
«A Monte Livata abbiamo sia piste da sci alpino sia di fondo, mentre a Campocatino ci sono delle belle piste di sci alpino. Entrambi gli impianti sono all’avanguardia, mentre gli altri nella nostra regione sono un po’ carenti e non danno garanzie, compreso purtroppo il Terminillo, che forse sta pagando alcuni problemi interni. Noi dobbiamo però andare avanti e cercare una stazione che ci garantisca di poter allenare i nostri ragazzi al meglio. Per questo motivo, grazie a un ottimo rapporto con i suoi gestori, ci siamo affidati a Campo Felice che si trova però in Abruzzo. Qui abbiamo organizzato diversi eventi negli ultimi anni che hanno avuto parecchio successo».
Per quanto riguarda i tesseramenti, avete subito un calo?
«Purtroppo quello del calo dei tesseramenti è un discorso che riguarda tutti i comitati. Le società sono un po’ in difficoltà nel fare tesserati e chiedere soldi alle persone, anche perché la tessera della FISI costa qualcosa in più rispetto a quelle che propongono alcuni enti di promozione sportiva, che svendono le proprie tessere allo scopo di fare numeri. Non possiamo combatterli in alcun modo fino a quando saranno riconosciuti dal CONI, perché loro hanno altre entrate e puntano alla quantità, dal momento che, almeno credo, sono molto vicini ai partiti politici. Certe cose andrebbero riviste».
Per quanto riguarda i numeri: le stazioni sciistiche stanno risentendo della crisi economica?
«Si, ma anche per colpa loro. Nel senso che in un periodo di difficoltà come questo bisognerebbe andare incontro alla gente, invece se uno decide di farsi due o tre giorni in una località del Lazio spende una cifra simile a quella di una settimana nel Nord Italia e così giustamente l’appassionato preferisce farsi una settimana sulle Alpi. Peccato, perché abbiamo anche degli impianti buoni, ma la mentalità andrebbe cambiata».
Gli sport invernali sicuramente hanno un’importanza minore nelle vostre due regioni rispetto a quanto non abbiano nel Nord. Questo vi mette in difficoltà?
«Sicuramente abbiamo un problema di logistica e di cultura. Al Nord a tre anni ti mettono gli sci ai piedi, a volte si infilano gli sci anche per andare a scuola o praticano questi sport nell’ora di educazione fisica. Qui ovviamente non è così, magari si va a nuotare. Inoltre, per esempio, da Roma ci vuole almeno un’ora e mezza per raggiungere la stazione sciistica più vicina. Stiamo comunque lottando per superare questo problema».
Come?
«Innanzitutto stiamo cercando di coinvolgere le scuole, ci siamo messi in contatto con le istituzioni e abbiamo un progetto in atto che ha l’obiettivo di portare i ragazzi sulla neve in mini settimane bianche. Abbiamo anche un’altra idea, che potrebbe avere dei risvolti clamorosi da un punto di vista promozionale. Come ben sapete finalmente lo skiroll è entrato a far parte della FISI ed è uno sport propedeutico allo sci di fondo. Ecco, ci stiamo muovendo per organizzare un’importante manifestazione di skiroll al centro di Roma. Potremmo disputarla lì dove passa la maratona, presso le Terme di Caracalla, tanto che ci siamo già messi in contatto con la persona che organizza questo grande evento podistico. Vorremmo già farlo il prossimo anno, sperando che Regione Lazio e Comune di Roma possano aiutarci a trovare fondi. Potrebbe essere una bella iniziativa che coinvolgerebbe tutti e rappresenterebbe un bel lancio per il Comitato, che ha sempre l’obiettivo di portare il numero più alto possibile di ragazzi a fare questo sport, augurandoci di regalare allo sci italiano qualche campioncino».
Nicola Tropea rivela: “Vogliamo portare lo skiroll al centro di Roma”
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