L’inverno 2024/25 di Tommaso Giacomel è nato, come giusto che fosse, con tante aspettative e speranze per l’atleta che nella stagione precedente aveva conquistato il premio di miglior Under 25, sempre più protagonista nelle gare di Coppa del Mondo e Mondiali e capace di mettere in campo prestazioni sugli sci importanti, evidentemente in grado di farlo rivaleggiare con i migliori del circuito.
Dopo un’ottima preparazione, però, i risultati non hanno accompagnato il lavoro fatto e i frutti da raccogliere hanno tardato ad arrivare. Complice un tiro non sempre perfetto, che ha inevitabilmente compromesso i piazzamenti in classifica, e una prestazione di squadra complessivamente difficile, il primierotto ha sentito ricadere sulle spalle le responsabilità dell’intero movimento azzurro. Sintesi di questo periodo complesso è stata la tappa di Ruhpolding, dove al momento più difficile – l’Individuale e la staffetta maschile – sono seguite le lacrime e la gioia della prima vittoria, arrivata battendo al poligono niente di meno che il “re” della disciplina, uno Johannes Thingnes Boe fresco di annuncio di ritiro.
E da lì, la stagione del classe 2000 ha cambiato completamente volto, consegnando a Giacomel una striscia con 7 piazzamenti in top 6 in Coppa del Mondo, che si alza a 11 se si contano anche le gare dei Mondiali), tra cui il doppio podio nella tappa di casa, dal sapore ancor più magico considerato l’evento pre-olimpico. Una serie di risultati che hanno permesso al biathleta delle Fiamme Gialle di sfiorare il podio della Generale e lo pongono tra i maggiori pretendenti alla Sfera di Cristallo nella prossima stagione, quando l’evento clou saranno le gare a cinque cerchi in quel di Anterselva, evento importante in cui già quest’anno Giacomel ha fornito un succulento antipasto in occasione dei Mondiali di Lenzerheide, da cui ha portato a casa la sua prime medaglia individuale in un Mondiale.
Una stagione dai due volti che sarà per tutti indimenticabile, che Fondo Italia vuole omaggiare con una selezione di scatti firmata da Dmytro Yevenko.























