Praticamente da sempre, Selina Grotian è indicata come uno dei talenti più fulgidi del biathlon tedesco, con ambizioni di arrivare allo stesso livello di Magdalena Neuner e Laura Dahlmeier, a cui era spesso associata in particolar modo a livello giovanile per la sua precocità oltre che per i natali, essendo nata anche lei a Garmisch-Partenkirchen. La transizione al biathlon che più conta è arrivata nel modo più tranquillo possibile, con risultati perfettamente in linea con il brillante percorso junior e senza troppe controprestazioni, affrontando le sfide che la Coppa del Mondo pone di fronte ad ogni atleta, anche quelli delle Nazioni più “attrezzate” con determinazione e resilienza.
E quest’anno, dopo tre podi in staffetta nella passata stagione (di cui uno ai Mondiali di Nove Mesto), Grotian si è presa di prepotenza la prima vittoria, in una gara rocambolesca e tremenda per le condizioni di neve e freddo come lo è stata la Mass Start di Annecy, oltre ad un secondo posto nella Sprint di Anterselva che è un buon viatico in ottica inverno a cinque cerchi.
Intervistata dall’IBU al termine della stagione, la 20enne tedesca riflette sulla sua crescita e sulle lezioni che il percorso tra l’élite del biathlon, fatto certamente di alti e bassi, le ha fornito.
“All’inizio pensavo che entrare in Coppa del Mondo sarebbe stato più facile, invece è stato davvero difficile. La competizione è intensa e, mentalmente, la stagione è una vera sfida. Il carico di allenamento è elevato e mette a dura prova anche il fisico. Ma sono riuscita ad adattarmi e ora mi sento davvero nel posto giusto in Coppa del Mondo. Una delle maggiori differenze rispetto all’IBU Cup è che per essere in testa serve una gara quasi perfetta: tiri puliti e sciata velocissima. Il livello degli atleti in Coppa del Mondo è altissimo e lo sci, in particolare, è molto più impegnativo”.
Anche se le stagioni di Coppa del Mondo solo solo due, l’esperienza si fa sentire già in termini di mentalità e di approccio delle gare. Nonostante la giovane età, la bavarese si dimostra molto matura e poco impulsiva. “Sono sempre stata una persona molto calma, e questo non è cambiato. Ciò che è cambiato è che ho imparato ad ascoltare meglio il mio corpo. Ora so quando devo fare un passo indietro e ho acquisito molta esperienza nella gestione della mia salute”.
Per quanto riguarda i momenti di cui è particolarmente orgogliosa, di dubbi ce ne sono pochi: “Vincere la medaglia d’argento nella staffetta mista ai Campionati del Mondo è stato incredibile” racconta “non mi aspettavo che ci arrivassimo. E, naturalmente, la mia prima vittoria in Coppa del Mondo a Le Grand-Bornand. È stato pazzesco, all’inizio non mi sembrava vero, non ho capito subito cosa fosse successo. Con la forte nevicata, ero semplicemente sollevata di aver finito la gara”. Più difficile, invece, è raccontare come si superano i momenti di difficoltà: “Un momento difficile è stato il ritorno in IBU Cup la scorsa stagione. Ero molto delusa, ma sono riuscito a superare rapidamente quei pensieri negativi. Si è rivelata la decisione giusta perché sono tornato più forte, e il mio quarto posto ai Campionati del Mondo più avanti in quella stagione ne è stata la prova. Un’altra grande sfida per me è stata l’alimentazione. Ho commesso l’errore di eliminare troppi carboidrati, il che ha avuto un impatto negativo sul mio corpo. Ero costantemente affamata e a corto di energie”.
Con il suo arrivo, così come l’arrivo in squadra di un altro giovane talento come Julia Tannheimer, e l’esperienza di Franziska Preuss, al femminile la Germania è sempre più una squadra che può lottare per risultati ambiziosi. Il mix tra esperienza e gioventù è la loro arma segreta: “Franzi (Preuss, ndr) porta con sé tanta competenza e ha sempre idee su come possiamo migliorare: è molto coinvolta e aiuta a guidare la squadra. Le atlete più giovani portano un’energia fresca e più rilassata, che bilancia il tutto. È un buon mix e credo che ci stimoliamo a vicenda a migliorare”.
Le Olimpiadi di Milano-Cortina, che per il biathlon vedranno le gare svolgersi ad Anterselva, a lungo ribattezzata la terza tappa tedesca, l’ambizione per Grotian è tanta visto quanto raccolto già quest’anno. Prima di riprendere la preparazione, però, ci sono alcune cose su cui lavorare: “C’è ancora molto da migliorare, soprattutto nel tiro. Ho intenzione di procurarmi un nuovo fucile e di lavorare sulla mia posizione prona per essere più stabile ed efficiente. Il mio obiettivo più grande è semplicemente qualificarmi. Se ci riuscirò, sarò incredibilmente felice”.
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