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Range Time – Il punto di Giuseppe Piller Cottrer dopo la Coppa del Mondo di Nove Mesto e i Mondiali giovanili di Östersund

Ritorna l’appuntamento settimanale con la rubrica Range Time, interamente dedicata alle tematiche più attuali riguardando il biathlon internazionale e, ovviamente, quello italiano. Accompagnati come sempre da Giuseppe Piller Cottrer, si è discusso soprattutto dell’impressionante striscia positiva di Tommaso Giacomel dai Mondiali di Lenzerheide a ora. Una parentesi sulla lotta tra Lægreid e Johannes Boe per la conquista della generale, per poi concludere con un discorso riguardante l’adattamento degli atleti alle condizioni di neve molto difficili incontrate in questa fase di stagione. 

GIACOMEL È UN RIFERIMENTO: “Solitamente e giustamente si sentiva parlare di Fourcade, Johannes Boe come riferimenti a livello internazionale da emulare, ma adesso si può indicare anche un italiano tra questi perché Tommaso Giacomel merita di essere considerato un modello per le sue capacità tecniche e per come sta affrontando le gare: flessibilità agonistica, capacità tecniche e di modificare le soluzioni da adottare in base ai diversi contesti. Pensiamo all’ultimo poligono dell’inseguimento di Nove Mesto dove ha avuto un problema nello scaricare il colpo dal fucile; una situazione davvero difficile poiché si trattava dell’ultimo colpo dell’ultimo poligono di un inseguimento, risolta però brillantemente. Penso che sia ormai un biatleta completo, nonostante la giovane età in una disciplina che richiede molta esperienza. Andando di poco indietro a Lenzerheide, pensiamo a come è stato in grado di resettare dopo la prestazione nella staffetta mista, concludendo un ottimo mondiale: ciò significa essere un atleta in grado di raggiungere il suo “focus attentivo” a prescindere da ciò che gli capita intorno. È la capacità di allenarsi percependosi e interiorizzando le diverse condizioni che si incontrano in gara, adattandosi con le proprie strategie in funzione di ciò che si è memorizzato anche in allenamento; un tema che riguarda non solo gli aspetti fisici ma anche quelli emotivi: Tommaso ha dimostrato di saper leggere e reagire ai diversi stati d’animo, anche a quelli imposti dagli avversarsi che si ritrova vicino. È bello avere un atleta italiano che può essere d’esempio, in primis per tutti i nostri giovani biatleti. La sua condotta di gara sta diventando impeccabile, ha un gran feeling e arriva concentrato alle fasi cruciali di gara. Ha nel proprio arsenale varie soluzioni tecniche che gli permettono di essere flessibile anche emotivamente”. 

CONDIZIONI DI NEVE DIFFICILI: CHI È AVVANTAGGIATO?: “Quando ci si ritrova a gareggiare su nevi molli che non danno risposta, una sciata troppo muscolare e troppo potente risulta meno redditizia perché non c’è risposta dal terreno e la forza tende a dissiparsi. Atleti che hanno delle caratteristiche improntate sull’azione di ritmo piuttosto che su quella di forza tendenzialmente sono avvantaggiati, in quanto più leggeri, nel trovare una velocità di percorrenza più alta. Comunque, ciò che crea difficoltà è anche adattarsi in tempi rapidi a una situazione che può presentarsi diversa: magari durante l’allenamento ufficiale c’è un terreno duro e nella gara pomeridiana ci sono situazioni di neve cedevole. Poi interviene anche l’aspetto di essere buoni scivolatori: chi sa avere un piede molto “pulito”, appoggiandosi senza affondare nella neve con gli spigoli, riesce ad avere il piede sempre in movimento e ottiene vantaggi su questo tipo di neve; se metti lo sci troppo sullo spigolo aumenta la pressione e quindi lo sci affonda. Ci sono poi atleti in grado di avere duttilità nella sciata: lo stesso Giacomel è in grado di adattarsi pur essendo molto potente muscolarmente, sa gestire molto bene questo aspetto senza correre il rischio di andare troppo di forza e rimanere impantanato“.

IL CAMBIO DI STARTLIST A NOVE MESTO: “A inizio stagione l’IBU ha optato per questa soluzione, di far partire i migliori a metà classifica, per creare più interesse televisivo e protrarre audience per tutta la gara. Questa scelta intanto ha fatto sì che molti atleti dovessero modificare il loro rituale pre-gara: ad esempio l’azzeramento adesso deve essere pensato in base alle condizioni che si troveranno in pista anche 40 minuti dopo rispetto al solito, con situazioni di vento magari molto diverse. Anche il riscaldamento viene protratto dopo la chiusura della pista: spesso si sono visti atleti che proseguivano a riscaldarsi ad esempio con gli elastici o in altri modi che garantissero un warm-up anche nel gate di partenza. Il cambio nell’ordine di partenza a Nove Mesto, che ha dato priorità ai migliori di Coppa del Mondo, va letto ed esaminato pensando alle differenze che si possono creare in pista, considerando che in palio ci sono punti pesanti per le classifiche. Mettendo questi atleti troppo lontani tra loro In partenza, si rischia di snaturare la gara e di condizionare le prestazioni di qualcuno rispetto ad altri soltanto in base alla fortuna. In condizioni primaverili, quando può essere necessario salare la pista, capita spesso che il tracciato tenga e sia performante per un po’, poi però si sfalda all’improvviso e non in maniera graduale. Da un momento all’altro la situazione può cambiare in maniera davvero totale e disastrosa, quindi la scelta dell’IBU risente di tutte queste variabili“.

TANTA ITALIA NEGLI ALTRI CIRCUITI: “Ai Mondiali giovanili di Östersund si è visto qualcosa di buono, più al femminile che al maschile. Le condizioni erano difficili, noi italiani non abbiamo tutta questa esperienza in caso di forte vento a raffiche, dato che nei siti italiani in cui gareggiamo e ci alleniamo abitualmente non troviamo condizioni come quelle capitate ad Östersund. Pertanto, è stato importante per questi giovani atleti avere fatto un’esperienza di questo tipo; non bisogna leggere in maniera negativa gli errori compiuti, ma sono grandi opportunità per crescere. Le donne hanno portato a casa dei bei podi, invece al maschile non ci siamo riusciti, ma direi che è stato un Mondiale positivo. Ci sono stati poi i Campionati Italiani ad aria compressa a Bionaz, con un’affluenza davvero da record a mio modo di vedere; è stato davvero bello per tutti godere della presenza di Martin Fourcade. Si sono viste situazioni molto adrenaliniche soprattutto negli ultimi giri di gara, con vari rimescolamenti di classifica, e questo è utile per affinare le capacità di affrontare certe variabili, anche mentali, offerte solo nei momenti di gara e non negli allenamenti. Concludiamo bene anche con le finali di IBU Cup in Estonia, dove continuiamo a essere presenti con continuità sul podio e nelle flower ceremony. A Otepää ci siamo distinti soprattutto al femminile con Rebecca Passler e anche con Sara Scattolo che si è rivista su bei livelli“.

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