Anche il gruppo Italia chiude la sua fatica al termine di una durissima 50 km di Trondheim. Tra gli azzurri in pista c’era anche Paolo Ventura, alla sua seconda presenza in questi Mondiali dopo il gettone concessogli nella 10 km, dove era stato buon 20°. Questa volta il risultato finale è un più modesto 37° posto, frutto di una giornata caratterizzata da sensazioni non ottimali. A spiegarlo è lo stesso Ventura, che ai microfoni dell’inviato di Fondo Italia Giorgio Capodaglio racconta la sua prova nella 50 iridata.
Il feeling con la pista non è stato quello delle giornate migliori per il classe ’96, che ammette: “Oggi già dalla partenza ho visto che non era proprio una grande giornata. Subito le gambe le sentivo (pesanti, ndr) e la neve probabilmente non mi ha aiutato, perché si sprofondava molto ed era abbastanza e non dura come si pensava. Ho provato a rimanere là, anche se forse era meglio non cambiare sci e provare a tenere il gruppo. Ma alla fine è andata così. La 50 si sa dipende un po’ dalla giornata e quindi è andata così”.
Proseguendo, l’azzurro parla poi dell’amarezza legata a una prova che sperava di poter concludere meglio, sottolineando quelli che sono secondo lui i punti su cui concentrarsi nel lavoro futuro: “Se sono dispiaciuto? Sicuramente. Ci tenevo a fare bene questa gara perché è sempre una bella gara e con il pubblico che c’era sicuramente sarebbe stata una bella occasione. Cosa mi lascia il Mondiale? Sicuramente è stata una bella esperienza, abbiamo visto che comunque non siamo così lontani anche come squadra, anche nella staffetta gli altri ragazzi hanno fatto una bella gara. Speriamo bene per il prossimo anno. Su cosa c’è da lavorare? Secondo me per noi italiani in generale forse c’è un po’ da lavorare sulla tecnica classica, dove siamo un po’ più carenti. Però in generale si lavorerà un po’ su tutto”.
