Martino Carollo è il migliore del quartetto italiano al traguardo della bellissima 50 km dei Mondiali di Trondheim, dove chiude al 28° posto, appena davanti al compagno di squadra Simone Daprà. In una giornata in cui l’Italia ha generalmente fatto fatica, il giovane azzurro analizza con lucidità la prova, sottolineando l’importanza di riuscire in futuro a trovare il giusto feeling con le nevi più difficili, come quelle che caratterizzano spesso i tracciati scandinavi. Nelle parole rilasciate da Carollo all’inviato di Fondo Italia Giorgio Capodaglio, anche un giudizio sull’emozione di gareggiare in mezzo al fantastico pubblico di Trondheim.
Il giudizio sulla prova, per quanto faticosa, è positivo per l’azzurro che spiega: “Devo dire che a livello fisico è stata molto molto impegnativa, però a livello di emozioni è stata davvero una cosa fantastica. Sono comunque discretamente soddisfatto. Oggi l’obiettivo principale non era la prestazione, ma l’esperienza. Da quel lato ne ho fatta tanta ed è stato davvero bellissimo, fantastico. Ho cercato di fare la mia gara, anche perché era la mia prima vera 50 e sicuramente per il futuro è stato un ottimo allenamento”.
C’è spazio anche per analizzare quelli che sono gli insegnamenti emersi da questa gara: “Ho imparato che con queste nevi qua è davvero tosta e per i prossimi anni la grossa differenza andrà fatta nella tecnica. I migliori su queste nevi galleggiano e volano, mentre io ogni tanto mi sentivo un po’ affondare. Questa è la differenza grossa, quello su cui bisogna lavorare per il futuro”.
Esplorando ulteriormente il tema legato alle differenza di condizioni tra le piste dove normalmente l’Italia si allena e quelle dei paesi nordici, Carollo aggiunge: “Questo periodo al nord inizia a diventare lungo, io qui non ero mai stato. E’ tutto diverso rispetto a noi. Da noi non lo si immagina ma a volte abbiamo le piste battute meglio e condizioni sempre molto facili, mentre qua ogni giorno ti trovi in condizioni particolari con piste non battute al meglio. Secondo me è uno dei motivi principali per cui gli scandinavi in queste condizioni sono un po’ di gradini davanti a noi, mentre in condizioni come quelle del Tour de Ski, che a me piacciono tantissimo, mi sento molto più vicino. Sicuramente il miglioramento da fare nei prossimi anni sarà questo, completarmi su tutti i tipi di neve. Bisogna essere completi sia come distanze che come format. Forse è la cosa più difficile, ma anche un po’ più facile, mentre essere completi nell’adattarsi a tutte le nevi è lo step un po’ più complicato”.