“L’argento vinto da Pellegrino nella sprint a skating dei Mondiali di Trondheim sarà l’ultima medaglia iridata azzurra per molto tempo”. Questo quanto alcuni hanno detto, scritto, pensato, commentato, dopo lo splendido argento vinto dal campione valdostano delle Fiamme Oro. Come se si fosse costretti a rovinare un momento collettivo di gioia per una medaglia, andando a cercare gli aspetti negativi.
Ma soprattutto, come se fosse già scritto sulla pietra che nessuno dei giovani azzurri oggi presenti a Trondheim, oppure rimasti a casa o ancora in età juniores, non abbia alcuna possibilità di migliorare e lottare per le medaglie.
Una prima risposta, in realtà, l’ha già data Davide Graz, con due prestazioni da urlo in team sprint e staffetta, che hanno dimostrato come non si possa parlare di “promessa non mantenuta”, quando un atleta è ancora giovanissimo, visto che “Dadi”, come lo chiamano i compagni, ha compiuto venticinque anni proprio mercoledì scorso, nel giorno della team sprint.
Ma cosa ne pensa Pellegrino? Teme anch’egli che quando tra un anno porrà fine alla sua carriera, l’Italia non avrà chance di vincere medaglie a lungo? «Io credo proprio che inizia ad esserci un’Italia da medaglia anche senza di me – afferma l’azzurro a Fondo Italia – non dobbiamo dimenticarci che in questo Mondiale stiamo facendo molto bene. L’obiettivo erano le gare di squadra, nelle quali abbiamo lottato per le medaglie».
Insomma, Pellegrino guarda positivamente al futuro, considerando un Mondiale che è andato fin qui bene per la squadra azzurra, nonostante tante difficoltà legate ad infortuni: «Bisogna ricordare anche che abbiamo avuto un po’ di sfortuna nell’avvicinamento a questo Mondiale – sottolinea – perché seppure stiamo raccogliendo dei buoni risultati nel complesso, sappiamo di avere un potenziale anche più alto. Non dimentichiamoci che abbiamo Mocellini infortunato, Hellweger ammalato alla vigilia del Mondiale, Barp che si è infortunato, De Fabiani da recuperare. Non sono poche le pedine fuori dai giochi, ma complessivamente è un movimento che migliora. La dimostrazione sta nel fatto che hanno fatto bene tutti gli atleti che hanno preso il posto in gara di chi è stato costretto a rinunciare all’ultimo».
Da quattordici anni l’Italia non sale sul podio di Coppa del Mondo in una gara femminile. Pellegrino è convinto che presto qualche soddisfazione possa arrivare anche da lì. «Lo abbiamo visto mercoledì nella team sprint, dove Caterina (Ganz, ndr) e Federica (Cassol, ndr) hanno fatto una prestazione fotonica. Anche lì direi che complessivamente bene. Penso si possano spendere belle parole sul settore femminile, considerando che anche lì la sfiga ci ha visto bene, dal momento che abbiamo perso Monsorno e Franchi per infortunio, senza dimenticare che qui ci sono atlete non ancora al meglio e in fase di recupero. Si sta vedendo qualcosa di cui essere orgogliosi e tutto il movimento deve sentirsi parte di questo».
E remare dalla stessa parte, aggiungiamo noi, un’unità di intenti che è fondamentale se si vuole essere da medaglia anche a Falun 2027, primo Mondiale senza Federico Pellegrino.