Un intera stagione di preparazione, dai primi giorni di primavera fino ai raduni stagionali che precedono l’evento, con grande attenzione alla pianificazione dello sforzo fisico ma anche dei recuperi e persino della vita sociale, per evitare malanni che possano compromettere tutto il lavoro fatto. Questa è la vita di un’atleta d’élite quando in calendario ci sono grandi appuntamenti come Mondiali e Olimpiadi, ma c’è qualcosa che, non prevedibile al 100%, può arrivare comunque a rovinare tutte le buoni intenzioni e i preparativi delle atlete: il ciclo mestruale.
Sebbene sia comunque sintomo di una vita salutare e un’attività fisica corretta – l’amenorrea è infatti uno dei segnali che qualcosa non va nella preparazione dell’atleta o del suo stile di vita – avere le mestruazioni nei giorni in cui metti in gioco l’intera carriera e stai lottando per una medaglia non è proprio il desiderio di alcuna atleta.
Johanna Hagström ha raccontato a TV2 la sua esperienza vissuta durante i Mondiali di Planica, quando si è accorta di avere le mestruazioni, con un giorno di anticipo: “Sono andata un po’ nel panico e mi sono stressata. Ho pensato: ‘perché proprio adesso? Dovevano arrivare domani’. Inoltre, indossavo una tuta bianca …” La giornata della sprinter svedese comunque non andò così male, nonostante tutto: superata la qualificazione, chiuse la sua gara in decima posizione.
La medaglia in quel caso non arrivò per lei, ma la sua esperienza ha portato al crollo di un taboo e a un grande passo avanti nel modo in cui il ciclo mestruale viene vissuto in un ambiente sportivo dove, oltre al ruolo di atleta, troppo poche sono ancora le donne coinvolte ma pur sempre presenti. Con lo slogan “No blood should hold us back” (Il sangue non può ostacolarci, trad.), in occasione dei Mondiali di Trondheim 2025 all’interno della skiroom sul truck svedese, proprio per iniziativa degli skimen della squadra scandinava, è stato installato un “kit mestruale”, vale a dire un dispenser con assorbenti e quanto necessario per l’igiene personale utilizzabile liberamente da atlete, ski-women e tutte le altre donne della squadra.
“Lei è la ragione per cui questo sta accadendo. È tutto merito suo” ha detto la compagna di squadra di Hagström, Jonna Sundling, a TV 2, ricordando quanto sia importante essere aperti su determinati argomenti, ancora oggi ritenuti scomodi e sconvenienti “È molto importante. Soprattutto quando si tratta di questioni di cui non si parla molto, quindi penso che sia davvero positivo”. Da uomo, persino il responsabile degli skimen, Anders Svanebo, riconosce e loda questa iniziativa, che è un tassello importante per il benessere dei membri della squadra, che hanno il diritto di lavorare sempre in condizioni dignitose: “Se dovessi essere costretto togliere qualcosa dal truck, il dispenser sarebbe l’ultima cosa ad andarsene. Per noi è importante garantire che gli assorbenti siano sempre a portata di mano di tutti coloro che lavorano all’interno o intorno alla skiroom”.