Quale modo migliore per scacciare un momento di difficoltà se non con una medaglia d’oro alla prima gara individuale dei Mondiali? Justine Braisaz-Bouchet non manca l’appuntamento nella sprint di Lenzerheide dove oggi la francese è stata capace di prendersi un’importantissima vittoria, lasciando alle proprie spalle la tedesca Franziska Preuss e l’emergente finlandese Suvi Minkkinen. Un trionfo che racconta del bel feeling di Braisaz con la pista di Lenzerheide – dove l’anno scorso aveva vinto 3 gare su 3 in Coppa del Mondo – regalando alla Francia la seconda medaglia d’oro su due competizioni. Intervenuta in zona mista alla presenza di numerosi giornalisti, tra cui anche l’inviato di Fondo Italia Giorgio Capodaglio, Braisaz racconta nel dettaglio la sua prova iridata.
A proposito della gestione delle energie e della sfida per l’oro portata avanti fino all’ultimo chilometro, Braisaz spiega: “La vittoria? Non me l’aspettavo assolutamente. Avevo grande voglia di vincere oggi, come penso tutte le mie avversarie. Non ho creduto alla vittoria fino all’ultimo scollinamento in cui quando Simon Fourcade mi ha annunciato che avevo 7 secondi su Franziska Preuss. Sapevo che l’ultimo giro sarebbe stato difficile, perché ho capito subito che era una battaglia serrata. E’ incredibile con delle condizioni così giocarsi la vittoria per pochi secondi, è abbastanza improbabile. Quindi l’ultimo giro è stato difficile, ma avevo risparmiato delle energie perché era questo il piano. So che è una pista che richiede di essere umili nell’approccio. Sappiamo che serve una gestione intelligente e avevo le gambe che andavano molto bene oggi. Quindi ne ho approfittato per provare a spingere soprattutto nell’ultima parte della pista. Aspettavo di passare i poligoni, sapevo che era una missione difficile oggi in piazzola. Poi nell’ultima discesa ho realizzato che era una bella giornata, sapevo che ero l’ultimo pettorale del gruppo rosso, quindi ci ho davvero creduto a partire da quel momento”.
Al fianco della neo campionessa del mondo della sprint, anche la sua famiglia con il marito Julien e la figlia di circa due anni a fare il tifo da bordo pista: “Non è una cosa da tutti i gironi che si possano spostare per accompagnarmi. Hanno superato bene la tempesta nonostante tutto, mio marito e mia figlia erano a bordo pista, qualche metro dopo la partenza. Ho sentito mia figlia piangere tutta la gara, perché aveva freddo. Ma è una fortuna poter condividere tutto questo con i propri cari, sia nei momenti buoni che in quelli difficili. Mi supportano sempre e sono molto emozionata di poter condividere questo con loro. Se sono loro il segreto? Non c’è una ricetta, altrimenti sarebbe troppo facile. Ma sono sicuramente un supporto enorme e mi rigenero molto grazie a loro, al di là del biathlon”.
A proposito della sua prestazione al poligono – parziale dove spesso si è ritrovata in difficoltà in questa stagione – Braisaz aggiunge: “Non ho avuto il tempo di pensare per fortuna, sapevo esattamente quello che volevo provare nel tiro a terra. Si può sbagliare un primo colpo, ma avevo analizzato il vento e sapevo cosa volevo sentire e ho preso fiducia dagli altri quattro colpi. Capita di sbagliare un colpo, spesso è la tensione che mi fa perdere il controllo al tiro. Sapevo questo, perché ho analizzato bene l’inizio di stagione e sapevo cosa mi mancava in piazzola. La sensazione che volevo era molto precisa e nonostante il primo errore mi sono concentrata su questo”.
Proseguendo, la francese mette in evidenza l’importanza di concentrarsi su se stessa, senza badare alle prestazioni delle avversarie che – in quanto partita con il 68 – gareggiavano tutte prima di lei: “Sapevo che avevo le mie chances, lo volevo davvero, come tutte le mie avversarie. Sapevo a che punto era serrata la battaglia, avevo un pettorale alto e non ho guardato quale fosse lo score da fare per vincere, non ho guardato le mie avversarie durante la loro gara prima di partire. Non ci ho voluto pensare, perché so a che punto talvolta la voglia di vincere ti limita”.
Tempismo perfetto. Justine Braisaz- Bouchet sembra essersi ritrovata giusto in tempo per i Mondiali: “Il tempismo? Tanto meglio se si tratta dei Campionati del Mondo. Penso che oggi avevo dei punti di forza in pista, so fino a che punto il tiro mi ha messa in difficoltà e so che posso essere tra le migliori della giornata. Che sia il podio, la top 5, la top 6 o la top 10 se la battaglia è serrata. Quindi meglio se si tratta dei Campionati del Mondo, ne prendo atto e continuerò a fare del mio meglio fino alla fine dei Mondiali, guardando gara per gara”.
Guardando alla pursuit la francese non vuole poi fissare obiettivi particolari, se non quello di continuare a rimanere concentrata su se stessa: “La pursuit? Analizzerò quello che c’è da analizzare sulla gara di oggi, poi le condizioni di domenica saranno sicuramente diverse. Vedremo. In ogni caso so che una delle mie forze principali è focalizzarmi su quello che posso fare io, godermi quello che faccio. Questa vittoria mi fa molto bene, mi da molte energie e allo stesso tempo mi libera. So che sarà una bella battaglia, non vedo l’ora di gareggiare”.
Infine, interpellata su quale posto questo trionfo iridato possa occupare nel novero delle sue numerose vittorie (tra cui spiccano gli ori nella mass start olimpica di Pechino e nella mass start mondiale di Nove Mesto), Braisaz risponde: “E’ difficile fare una classifica. Sono molto contenta, ero particolarmente emozionata oggi perché in questi ultimi giorni sono passate molte cose nella mia testa”. C’è spazio anche per un commento sulla parentesi fino a qui vittoriosa della Francia ai Mondiali, sulla quale Braisaz si esprime con prudenza: “Se si sente questo bell’inizio in squadra? Penso di si, anche se alloggio con la mia famiglia. Tutti sono al massimo, i tecnici, lo staff, gli atleti che preparano i Mondiali in maniera seria. Ma è solo l’inizio, mancano ancora due settimane”.