Ha dell’incredibile la storia che arriva dalla Svezia e che vede, suo malgrado, protagonista la giovane fondista Josehanna Lundgren Wikstøm. Come riportato da una lunga intervista rilasciata all’Expressen, la ventiquattrenne, che vanta in carriera anche due partecipazioni in Coppa del Mondo di sci di fondo, ha iniziato a palesare alcuni problemi fisici in occasione dei Mondiali Under 23 di Planica dello scorso anno; da lì è cominciato un calvario per Lundgren, fortunatamente conclusosi in maniera positiva, che ripercorriamo per gradi e seguendo il suo racconto.
Come detto, Lundgren si è guadagnata la partecipazione ai Mondiali di Planica dopo aver fatto un buon esordio in Coppa del Mondo a Ostersund: “Ero felicissima ed emozionata. Mi sembrava che tutto andasse per il meglio”. Ma dietro il sorriso si nasconde una sensazione fastidiosa. C’è qualcosa nel suo corpo che non va: “Mi è sembrato strano. Pensavo di essere solo un po’ nervosa o fuori forma, ma una volta iniziato il campionato non avevo alcuna forza. Era come se mi fossi svegliata nel corpo di un altro”. Sarebbe stato però solo l’inizio di un incubo ad occhi aperti.
Josehanna Lundgren Wikström si classifica al 33° e al 35° posto nelle gare su distanza ai Campionati del Mondo U23, lontano dalle sue aspettative: “Ero davvero depressa. Come sciatrice, spesso i risultati influenzano il modo in cui ti vedi. È stato un periodo davvero difficile per me”. Appena un mese dopo, gareggia in una sprint di Coppa di Svezia a Östersund: “È stata la cosa peggiore che abbia mai fatto”. Il giorno dopo c’è una gara di distanza, ma l’atleta non si presenta alla partenza. Ha bisogno di una pausa dallo sci e torna a casa a Falun.
Josehanna Lundgren Wikström è nata con una malformazione renale e ha avuto problemi nel corso degli anni. Ma questa è una novità assoluta: “In ospedale mi hanno detto che avevo un’infezione alle vie urinarie e che dovevo prendere degli antibiotici. Allora ho pensato che probabilmente la situazione sarebbe migliorata, ma non è andata così”. Sale in macchina con 40 gradi di febbre e si reca dai suoi genitori a Karlstad: “Stavo soffrendo così tanto che non sapevo dove andare. Quando arrivo a casa dei miei genitori, ho il tempo di sedermi sul divano per un’ora prima di sentire che sto per morire”.
I medici trovano un’infezione in uno dei reni e decidono di operarla con un’intubazione, ma qualcosa va storto e il tubo morbido rompe il rene, rischiando la sepsi: “È stato orribile. Mi sono sentita incredibilmente impotente”. Tra un intervento e l’altro, Josehanna Lundgren Wikström è attaccata all’ossigeno e soffre troppo per parlare. L’unico modo in cui può comunicare è stringere la mano della mamma: “Era appena sufficiente a farmi battere il cuore. Sono così grata di aver avuto mia madre lì per dire al personale che era urgente chiedere aiuto. Non sarei mai stata in grado di suonare il campanello da sola. Sarei svenuta”.
Josehanna Lundgren Wikström rimane in ospedale per tre settimane e affronta varie operazioni: “Ho chiesto alle infermiere: ‘Sto per morire? Questa era la mia sensazione“.
Lentamente la situazione migliora e alla fine può tornare a casa. Ma la parte malata del rene è ancora nel suo corpo. Dopo due mesi di attesa, i medici possono rimuovere il tubo dal rene. L’atleta svedese riprende con cautela gli allenamenti e sogna una nuova stagione sciistica. Ma un giorno d’autunno, quando le foglie hanno iniziato a cadere lungo la pista di skiroll di Falun, il suo cellulare squilla. È il suo medico: “Raramente le chiamate sono positive”.
“Non funzionerà, Josehanna. Dobbiamo rimuovere la parte malata del tuo rene. Mi dispiace molto, ma non potrai gareggiare in questa stagione” sono le parole del medico della ventiquattrenne di Karlstad, che a seguito della chiamata ricevuta dichiara di essersi sentita così: “È stata dura. Proprio quando stai cercando di trovare la motivazione per tornare… all’improvviso ti viene detto che non sarà così”.
Segue un’altra operazione, eseguita con successo, per rimuovere il 30% del rene malato. Quasi un anno dopo la strana sensazione provata durante i Campionati del Mondo U23, Lundgren Wikström scopre con chiarezza cosa le è successo e può finalmente dichiararsi guarita: “Ho avuto un’emorragia nel rene che poi si è trasformata in un’infiammazione cronica. È bello sapere che c’è una spiegazione al perché mi sono sentita così strana. Ora dovrei essere in salute. Hanno rimosso tutta la spazzatura che c’era in me. È una bella sensazione, ma allo stesso tempo molto strana. Si pensa che si debba sentire un po’ di vuoto, ma invece mi sembra di avere una pallina da tennis nello stomaco. Non so se si tratta di tessuto cicatriziale che non è ancora guarito”.
Però, anche nelle storie più buie a un certo punto torna a riaccendersi la luce della speranza. Solo pochi giorni fa, Josehanna Lundgren Wikström ha ottenuto il permesso di ricominciare ad allenarsi; il lungo percorso di ritorno alle gare è iniziato: “Una persona normale può vivere con il 70% di un rene rimasto. Allo stesso tempo, non è mai successo a un atleta d’élite. Voglio sperare e credere che il mio corpo migliorerà una volta rimossa la parte malata. Sarebbe terribile terminare la mia carriera senza che sia stata una mia decisione. Voglio vedere se posso realizzare i miei sogni”.
Nonostante di questi tempi trovare un posto nella nazionale svedese di sci di fondo sia impresa davvero ardua, per non dire proibitiva, l’augurio è di ritrovare quanto prima la giovane svedese al cancelletto di partenza di una qualsiasi gara, in buona salute e felice di essere tornata a dedicarsi alla sua passione più grande.