Una famiglia di atleti e una località con il biathlon nel sangue. A pochi giorni dalla grande gioia che ha fatto esultare la Val Ridanna in occasione della medaglia d’oro di Patrick Braunhofer ai Campionati Europei in Val Martello, a Ridanna è tempo di IBU Cup. In gara sulle piste di casa c’è anche Braunhofer, mentre al poligono nelle vesti di volontaria è ben presente Isabella Filippi, madre di Patrick e colonna portante del biathlon in Val Ridanna e in Alto Adige. In effetti, la famiglia Braunhofer è una famiglia di biatleti a 360 gradi: a partire dal papà Christian Braunhofer, tecnico all’interno del quadro del Comitato Alto Adige, fino ad arrivare ad Andreas Braunhofer (2008), fratello minore di Patrick attualmente impegnato nella località georgiana di Bakuriani dove parteciperà agli EYOF.
“Ridanna ha una lunga tradizione nel biathlon – spiega Isabella Filippi a Fondo Italia -, abbiamo nomi importanti e abbiamo avuto anche titoli a livello juniores in passato. Più recentemente c’è stata Federica (Sanfilippo, ndr), che ha da poco smesso, ma anche Karin Oberhofer che si è trasferita qui a vivere. Però un titolo individuale così importante è qualcosa che per noi è difficile da realizzare. É partito tutto quasi come un piccolo stop dalla Coppa del Mondo e in realtà poi è stata la sua fortuna, si è recuperato sia sugli sci che per il resto. Per la Val Ridanna significa tanto, infatti domani (oggi, ndr) festeggiamo, arriva il Comune, arrivano tutti a fare grande festa. Vuol dire tanto, anche perché siamo uno dei pochi comitati organizzatori ancora basato su un’associazione sportiva e quindi abbiamo tanto tanto anche dai volontari”.
Mentre dunque si preparano i festeggiamenti che oggi a partire dalle 17 eleggeranno Patrick Braunhofer (insieme anche a Birgit Schölzhorn) a protagonista presso lo Stadio del Biathlon di Ridanna, lo sguardo si rivolge inevitabilmente agli inizi della carriera dell’atleta altoatesino che qui ha mosso i primi passi. “Io e mio marito ci siamo conosciuti molto giovani e facendo la maestra di sci Patrick è cresciuto con gli sci ai piedi – prosegue Isabella Filippi – già a 18 mesi sgambettava con gli sci. Poi è sempre stato molto precoce a livello giovanile, già da baby voleva correre fuori categoria quando ancora non poteva. Diciamo che ha bruciato un po’ le tappe”. E in effetti fin dalle categorie giovanili, oltre a eccellere nel biathlon, Braunhofer era un talento evidente, tanto da spingersi addirittura a valicare il confine con lo sci di fondo, vincendo titoli italiani nella disciplina sorella a Sappada e Vermiglio.
Da quel piccolo “Brauni” che primeggiava a livello giovanile, si giunge oggi a un atleta ben più maturo, con al collo una medaglia e con la consapevolezza che anche le sconfitte e gli incidenti di percorso facciano parte di un percorso di crescita. In questo senso, il momentaneo passaggio di Braunhofer dalla Coppa del Mondo all’IBU Cup per qualche gara, sembra aver fatto bene all’atleta altoatesino: “I tecnici vedono e vivono i ragazzi dalla mattina alla sera – prosegue la mamma di Braunhofer – loro sanno cosa fare. Noi ‘tecnici di casa’ non li vediamo così tanto, non abbiamo la quotidianità. Essendo la mamma, cerco di evitare il più possibile l’argomento, altrimenti diventa un po’ pesante a un certo punto. Quindi in realtà i tecnici sapevano in effetti cosa servisse al ragazzo. Probabilmente si sono accorti che stando in Coppa e facendo una gara alla settimana la forma non arrivava, gli hanno detto di ‘scendere’ così da farsi un bel bagaglio di gare. E in effetti si è visto che è servito”.
Lo si è visto anche nell’inseguimento di ieri, dove Braunhofer è riuscito a scalare 20 posizioni in un format – lo stesso in cui ha vinto l’oro agli Europei – che lo valorizza particolarmente. “E’ in grado di fare 4 zeri al poligono, però è logico che se arrivi impiccato al poligono gli zeri non arrivano facilmente. Diciamo che sui 4 poligoni dimostra di più, mentre il suo punto debole forse è la sprint. Sull’inseguimento va bene, quindi quando riesce fare bene nella sprint, allora poi riesce a fare tanto anche nell’inseguimento”.
A concludere le riflessioni in compagnia di Isabella Filippi, lasciando per un momento a lato i temi legati a Braunhofer, appare opportuno fare un punto più ampio sulle possibilità e le grandi capacità organizzative della Val Ridanna, che – sulle ali della sempre attiva ASV Ridnaun – continua a rappresentare un punto di riferimento per il biathlon italiano e internazionale. “Qui a Ridanna – va avanti Filippi – quando i delegati dell’IBU arrivano sanno già cosa trovano, quasi a occhi chiusi. Siamo un comitato giovanissimo, io giro tanto in Italia e penso che sia il comitato organizzatore più giovane. C’è stato un cambio generazionale tre anni fa di tutto il comitato organizzatore e gli ‘storici’ hanno fatto un passo indietro. Un passo indietro che però non è stato un passo al di fuori. Si sono messi nell’ombra per permettere ai giovani di formarsi. Un po’ l’ho fatto anch’io, sono più di 25 anni che sono qua, ora ho due ragazzi giovani che lavorano al poligono e io sono un passo indietro e se serve sono lì a dare una mano. Come Ridanna, credo che abbiamo il futuro assicurato. Se dopo IBU Junior Cup e IBU Cup pensiamo anche alla Coppa del Mondo? In Italia c’è Anterselva come punto di riferimento per la Coppa del Mondo, io credo che noi e la Val Martello dobbiamo mantenere alto il livello che abbiamo tenuto fino ad ora. Dobbiamo soprattutto distinguerci come comitati organizzatori”.