Gli atleti russi convivono ormai da tre anni con una nuova “realtà” sportiva: anche ai più alti livelli, a causa delle restrizioni delle federazioni internazionali, molte discipline hanno precluso loro la possibilità di gareggiare nelle competizioni internazionale. Unica strada percorribile le competizioni nazionali che, come si può immaginare, non sono proprio la stessa cosa, sia a livello di concorrenza che a livello di introiti economici. Da questo punto di vista, è proprio di questi giorni una polemica scatenata dal commentatore e presentatore televisivo Dmitry Guberniev, che ha fatto notare come l’Unione russa di biathlon (SBR) non stia versando i pagamenti dei premi in denaro vinti dagli atleti da quattro mesi.
“Presto partirà il quinto mese…” ha fatto sapere nel suo canale Telegram “la Federazione ha pagato il mese di dicembre tra febbraio e marzo, ma per il nuovo anno nessuno ha ancora ricevuto nulla. E gli atleti, per tradizione, tacciono… sopportano… ma non va bene. Dove sono i soldi?”
Alle accuse di Guberniev, che tira in ballo il presidente della SBR, Victor Maigurov, risponde Pavel Rostovtsev, vicepresidente dell’Unione russa di biathlon, come riporta il sito sport24.ru: “Credo che la situazione non sia vera. Per il primo trimestre del 2025, la SBR deve pagare il premio in denaro nel trimestre successivo. Si tratta di un sistema normale, che tutti conoscono. Sono assolutamente certo che la federazione effettuerà tutti i pagamenti a tempo debito. Non c’è motivo di dubitarne. Gli atleti conoscono le regole del gioco, quindi aspettano con calma. Qualche giorno fa ho parlato con Eduard Latypov e abbiamo discusso con lui di molte questioni. Non c’è stato nemmeno un accenno da parte sua al fatto che la federazione stia presumibilmente ritardando qualcosa. Per quanto ne so, non preoccupa nessuno”.
Difficile, dall’esterno, dire se la situazione sia effettivamente seria o parte di una procedura. È innegabile però che i problemi per lo sport russo, lontano dal sistema internazionale, sono diversi, dalla mancanza di strutture e materiali, fino agli sponsor e ai montepremi. D’altro canto, con le bombe che continuano a cadere copiose, è altrettanto complesso poter immaginare una risoluzione di questa situazione.
