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Sci di fondo

Sci di Fondo – Francesco De Fabiani, un patrimonio che l’Italia farà di tutto per ritrovare in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina

Foto Credits Fondo Italia

Appena 16 gare di Coppa del Mondo nelle ultime due stagioni, di cui 15 individuali, un 17° posto come miglior risultato, addirittura solo 6 presenze in Coppa del Mondo e una ai Mondiali nell’ultima stagione, con un 31° posto come miglior piazzamento in coppa e il 23° posto ai Mondiali.

Eppure, nonostante le difficoltà di salute e condizione degli ultimi due anni, è impossibile non indicare Francesco De Fabiani come una delle maggiori speranze di medaglia per l’Italia alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.

Il valdostano del CS Esercito ha talento come pochi e lo ha mostrato più volte durante una carriera nella quale ha probabilmente raccolto fin qui meno rispetto a quanto lui stesso si aspettasse, ma allo stesso tempo dove si è tolto tante soddisfazioni.

Una vittoria in Coppa del Mondo, arrivata nella 15 km a classico di Lahti nel 2014/15, non ancora ventiduenne, poi i podi ottenuti nella stagione 2015/16, quando chiuse appena fuori la top ten della classifica generale. Allora, sulla rampa di lancio, la prima stagione negativa, chiusa anche in anticipo dopo le difficoltà avute ai Mondiali di Lahti per un probabile over training.

La ripresa nell’anno delle Olimpiadi di Pyeongchang, un paio di podi senza il grande acuto, poi la stagione migliore, quella che sembrava della definitiva consacrazione. Nel 2018/19, con Saracco coach azzurro, tre podi in Coppa del Mondo, la crescita esponenziale nelle sprint, il settimo posto finale nella classifica generale e la prima medaglia ai Mondiali, in coppia con Pellegrino nella team sprint. A questo va aggiunta anche una sprint chiusa all’ottavo posto e forse, con maggiore esperienza nel format, chissà non avesse anche potuto chiuderla sul podio, e una 50 km nella quale lottò per il podio fino alla penultima salita.

Da allora nuovamente una stagione negativa, quella 19/20, proprio quando l’obiettivo dell’azzurro alla vigilia era il podio nella generale, poi qualche segnale positivo l’anno successivo, con il podio arrivato in Val di Fiemme, ma si è dovuto attendere il 2022/23, con Cramer allenatore, per rivedere un De Fabiani in crescita, capace di vincere l’argento ai Mondiali di Planica sempre con Pellegrino nella team sprint, ma anche lottare per il podio nella 50 km a classico fino alla fine, quando la sfortuna si è accanita contro di lui.

Quel giorno, De Fabiani gareggiò nonostante un forte raffreddore e problemi di respirazione, restando in gruppo con i migliori quasi fino alla fine, ma purtroppo proprio nel momento decisivo l’ennesimo episodio sfortunato, il bastone che si spezza e addio sogni di gloria. In Val di Fiemme il prossimo febbraio si tornerà a gareggiare proprio nella 50 km a classico.

Le ultime due stagioni sono la storia recente di un atleta che ha fatto troppo spesso i conti con malanni continui e una scarsa condizione, che forse hanno causato anche una normale perdita di fiducia. Eppure a 32 anni appena compiuti, De Fabiani è un atleta sul quale è impossibile non puntare in vista della stagione olimpica.

Dei suoi 10 podi individuali in Coppa del Mondo, tre sono arrivati proprio sulla pista di Lago di Tesero. Nelle ultime 7 stagioni, la mass start distance sulla pista olimpica lo ha visto salire sul podio in ben 3 occasioni, sempre a tecnica classica, visto che solo nell’ultima stagione si è gareggiato nello skiathlon.

Soltanto Klæbo (5 vittorie) e Bolshunov (1 vittoria e 2 terzi posti) hanno fatto meglio di De Fabiani, salito sul podio tre volte con 2 secondi posti e un terzo.

Impossibile quindi non pensare di fare tutto il possibile per ritrovare l’azzurro. Il dt Markus Cramer lo sa, lo ha dimostrato negli ultimi due anni, cercando di aiutare De Fabiani il più possibile nel corso delle ultime due stagioni ed è consapevole di quanto la sua presenza possa davvero cambiare le cose sia nelle gare individuali che in staffetta.

Non ci sono dubbi sul fatto che l’allenatore tedesco lo farà ancora, facendo scelte importanti e cercando in ogni modo di aiutare il valdostano, provando ad agevolarne il suo percorso, prendendo la decisione migliore per l’atleta, che sia o meno all’interno del suo gruppo. L’obiettivo è fare di tutto per ritrovarlo proprio nell’anno più importante, una scommessa che se dovesse risultare vincente potrebbe dare all’Italia un asso nella propria manica.

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