Home > Notizie
Sci di fondo

Sci di fondo – L’Italia maschile a 10 mesi dai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026: possibili protagonisti e speranze azzurre.

Fis Cross Country World Championship 2025. Federico Pellegrino (ITA) Trondheim (NOR), 27/02/2025 Photo: Pentaphoto

Mancano ufficialmente poco meno di dieci mesi ai Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. A che punto è il movimento azzurro alla vigilia dell’evento più importante?

Quarta parte: sci di fondo maschile.

Peccato. Il Mondiale di Trondheim avrebbe potuto chiudersi con almeno tre medaglie per la squadra azzurra maschile, guidata da un Federico Pellegrino che, a 34 anni, ha dimostrato di essere sempre più competitivo. Il valdostano si è preso l’argento nella sprint, con una gara magistrale nella quale Klæbo ha dovuto rendere al cento per cento per avere la meglio. Poi le due occasioni costruite e perse all’ultimo, lo skiathlon, dove Pellegrino ha il rimpianto di aver sbagliato qualcosa nella volata finale e soprattutto la team sprint in coppia con Graz, con la medaglia sfumata all’ultimo.

In Norvegia, l’Italia si è dimostrata competitiva anche in staffetta, dove è stata pienamente in corsa per la medaglia fino a poco dal traguardo della gara che per la prima volta al Mondiale di svolgeva su distanza di 7,5 km per frazione e ha dimostrato quanto conti nel finale avere un atleta veloce. Daprà ci ha provato, ma per caratteristiche era davvero difficile per lui lottare ad armi pari con atleti che hanno un finale migliore.

Per il resto la stagione ha visto Pellegrino ancora competitivo nelle sprint a skating, ma capace di lottare per il podio anche nello skiathlon. La notizia forse più bella è però il salto di qualità fatto da Graz nel corso della stagione. Finalmente il venticinquenne di Cima Sappada sembra aver fatto quel click mentale in grado di permettergli di sprigionare un potenziale ancora tutto da scoprire. Qualche difficoltà di salute ha frenato invece Barp, ma sulle sue qualità non ci sono dubbi. L’Italia ha poi trovato un altro giovane, Martino Carollo, che ha fatto tanta esperienza in Coppa del Mondo ed è un atleta completo, in grado di far bene quasi in ogni format.

Bella è stata anche la stagione di Giovanni Ticcò, bel protagonista anche in occasione del Mondiale.

VERSO L’OLIMPIADE

Lo ammettiamo, rispetto agli altri tre articoli, questo è il più complicato, nel tentativo di immaginare le scelte che potranno essere fatte. Intanto perché l’Italia dovrà prima di tutto riuscire a garantirsi almeno otto posti, cosa tutt’altro che scontata. Otto posti per le sei gare olimpiche sono ben pochi, valutando anche che si va dalla sprint alla 50 km. Insomma Cramer si troverà di fronte a scelte difficili e anche impopolari, dovendo probabilmente pensare a portare atleti pronti a partecipare a più competizioni, a meno che non in grado di puntare alla medaglia nel singolo format.

Sarà poi fondamentale anche fare scelte legate al calendario delle gare. E qui si apre subito il grande dilemma, riguardante lo stesso Federico Pellegrino. Il campione valdostano chiuderà la sua carriera ai Giochi in Val di Fiemme. Quali format farà? Alla fine parliamo di un atleta competitivo in tutto, che ad oggi rientrerebbe nel quartetto azzurro in ogni format.

Partendo dalla premessa che il grande obiettivo olimpico di Pellegrino è quella medaglia di squadra mai conquistata ai Giochi, certamente la sua priorità, se al meglio, saranno proprio team sprint a skating e staffetta.

Il vero dilemma di Pellegrino sarà la gestione della partenza delle Olimpiadi. Immaginando non faccia tutte le gare, avendo sempre scelto di saltare qualche evento per preparare al meglio quelli a cui può puntare in alto, molto probabilmente non lo vedremo nella 10 km individuale a skating, format dove avrebbe meno chance.

Fino allo scorso gennaio, senza dubbio tra le priorità di Pellegrino non vi era lo skiathlon, che aprirà il programma maschile domenica 8 febbraio. Poi è arrivato però il podio proprio in Val di Fiemme, in una gara per altro che è stata più dura rispetto a quella olimpica, avendo utilizzato esclusivamente il tosto tracciato dello skating. Quindi, Cramer ha convinto l’azzurro, inizialmente dubbioso, a gareggiare anche allo skiathlon dei Mondiali e, come scritto sopra, è arrivato a un passo dal podio.

Tutto lascerebbe pensare a una sua partecipazione certa, se non fosse che due giorni dopo, il martedì, è in programma la sprint, gara nella quale Pellegrino vuole provarci, nonostante quel rettilineo finale in Val di Fiemme non gli sia mai stato amico. Sarà un dilemma che l’azzurro e lo staff tecnico si porteranno dietro a lungo, magari anche aspettando di scoprire le modifiche al tracciato della sprint che verranno svelate in occasione del prossimo Tour de Ski.

Ovviamente nessun dubbio che, se al meglio, Pellegrino si metterebbe a disposizione sia per la team sprint che per la 50 km a classico che si svolgeranno la seconda settimana, oltre che per la staffetta maschile.

E per il resto? Se confermano quanto fatto nelle ultime stagioni, per caratteristiche Elia Barp, Davide Graz e anche il giovane Martino Carollo sarebbero probabili protagonisti, nella speranza possano anche fare ulteriori passi avanti, vista la giovane età. Tutti e tre sono bravi in ambo le tecniche e soprattutto in ogni format di gara, oltre ad avere le caratteristiche necessarie per essere protagonisti nelle due gare a squadre. Tre certezze anche e forse soprattutto in ottica 2030.

Siamo già a quattro posti su otto massimo che potrà avere l’Italia, questo a confermare quanto sarà difficile il lavoro di selezione che spetterà a Cramer nella prossima stagione. Anche perché i possibili convocati sono tanti e ci auguriamo che il tecnico tedesco sia messo in grandissima difficoltà dagli atleti.

Al Mondiale di Trondheim, oltre a questi quattro atleti, abbiamo visto anche Paolo Ventura, sempre affidabile a classico come a skating, Simone Daprà, anch’egli competitivo in ambo le tecniche, Dietmar Nöckler, che bene ha fatto nella 10 km a classico, Giovanni Ticcò, che ha mostrato grandi progressi ed è un altro atleta competitivo in ambo le tecniche, e Francesco De Fabiani.

Quest’ultimo è ovviamente uno dei più attesi. Praticamente il valdostano ha saltato le ultime due stagioni. La prima a causa del covid che aveva bloccato a lungo sia lui che Graz. L’ultima invece non si è capito se sia stato legato solo a una scarsa condizione iniziale, alla quale si sono sommati diversi malanni.

Eppure, un atleta come De Fabiani su una pista come la Val di Fiemme, che lo ha visto spesso protagonista, e in un format come lo skiathlon, oltre la 50 km a classico, è impossibile da tagliare fuori in partenza, anziché sperare, sognare di riaverlo al meglio. Se al meglio, infatti, il valdostano sarebbe la seconda punta di questa Italia per le gare individuali, e un rinforzo enorme anche a squadre, soprattutto nel programma olimpico che sembra cucito a perfezione per lui. Insomma, se dovesse tornare Defa, almeno il Defa del 2023, quello che seppur ammalato era lì a lottare per la medaglia nella 50 km di Planica prima di rompere un bastone nel momento chiave, impossibile non immaginarlo lì tra i protagonisti. E siamo convinti che il dt Cramer e la FISI faranno di tutto per metterlo nelle migliori condizioni possibili per ritrovare fiducia e forma.

Un’altra incognita, come De Fabiani, è il terzo azzurro in attività ad avere il podio individuale in Coppa del Mondo, anzi ben due, Simone Mocellini. Il trentino è reduce da due stagioni costellate dagli infortuni e dalle sfortune, che lo hanno tenuto più fuori che dentro le piste, senza mai consentirgli di sprigionare i suoi cavalli. Problematiche purtroppo non ancora del tutto risolte, ma anche nel suo caso il talento è indiscutibile, perché parliamo di un atleta che potrebbe esaltarsi su una pista perfetta per lui come quella della Val di Fiemme, dove è già salito sul podio. Quindi c’è solo da sperare che possa ritrovare condizione ed essere tra i protagonisti.

E il resto? Tantissimi candidati. Per la sprint vi sono anche Hellweger e Gabrielli. Il primo ha preso parte a tutta la Coppa del Mondo, migliorando anche nella resistenza, mentre il secondo ha finalmente messo da parte le difficoltà in qualificazione. Entrambi vorranno mostrare di poter puntare a un bel risultato per riuscire ad entrare nel gruppo olimpico.

Oltre ai già citati Ticcò, Daprà, Ventura e chissà magari anche lo stesso Nöckler, vi sono tanti altri atleti che possono aspirare al pass olimpico. Sia per le gare a skating che per la 50 km a classico c’è Lorenzo Romano, che nell’ultima stagione ha anche confermato il suo bel motore con una tutt’altro che banale top ten sul Cermis. Poi ci sono alcuni giovani che hanno faticato nell’ultima stagione, ma che hanno mostrato potenziale e non possono certo essere tagliati fuori, come Davide Ghio, Aksel Artusi ed Alessandro Chiocchetti, atleti capaci di rendere al meglio su più format.

Non ne abbiamo citati altri, e sono tanti, tra essi anche Salvadori o Del Fabbro, Coradazzi o Abram, ma anche chi come Poli vinse il titolo italiano nella 50 km a classico due anni fa a Pragelato. Chissà che anche un Matli, al primo anno senior, non possa provarci. Insomma Cramer avrà tanto lavoro da fare per scegliere il gruppo olimpico e probabilmente ci sarà bisogno di creare maggiori occasioni di confronto per fare le valutazioni migliori.

L’allenatore tedesco non farà regali o favori, amici o nemici, ma sceglierà i migliori alla causa azzurra, con l’obiettivo non semplice di scrivere la storia in Val di Fiemme, portando l’Italia a medaglia soprattutto nelle gare a squadre. Dovesse farlo, Cramer chiuderebbe da vincente il suo quadriennio italiano.

POSSIBILI MEDAGLIE?

Tanto dipenderà anche dal rientro o meno della Russia. La presenza degli atleti russi, infatti, potrebbe cambiare non di poco anche alcune dinamiche di gara, in particolare nelle mass start, come skiathlon o 50 km, ma anche in staffetta. Insomma avremmo sicuramente chi andrebbe all’attacco, alzando i ritmi fin dall’inizio.

Le gare nelle quali l’Italia ha maggiori chance da podio sono proprio quelle di squadra, in particolare la team sprint, soprattutto perché a skating. Pellegrino può fare molto bene sul finale della pista di Lago di Tesero, come si è visto già quest’anno nello skiathlon. Chi andrà con lui sarà la scelta ci auguriamo più difficile che dovrà prendere Cramer. Ciò vorrebbe dire avere più atleti in forma.
Nella staffetta da 4×7,5 km bisognerà prendere esempio da quanto accaduto a Trondheim, in quanto con dinamiche diverse l’ultimo frazionista dovrà per forza essere un atleta col finale molto veloce, anche se la pista fiemmese è più dura e sicuramente lascia più margini ad eventuali attacchi. L’Italia ha chance di medaglia, lo si è già visto in Norvegia, nonostante le scelte siano state quasi obbligate. In Val di Fiemme, si spera, Cramer possa avere più possibilità.

Nelle gare individuali, è difficile dire dove l’Italia possa puntare alla medaglia. Pellegrino è una mina vagante nella sprint a classico come nello skiathlon, ma non sarà facile. Toccherà poi capire come staranno De Fabiani e Mocellini, altri due da podio se in condizione. Poi, come abbiamo già scritto in altri pezzi, non si può mai porre alcun limite al miglioramento individuale di un atleta da qui a dieci mesi.

La speranza, il sogno e l’obiettivo, Russia o non Russia presente, resta la medaglia in una delle due gare a squadre. L’Italia ha tutto per ottenerla, anche perché a questo si è lavorato per tutto il quadriennio ed l’obiettivo annunciato fin dall’inizio. Poi ci sono gli avversari e oltre Norvegia ed eventualmente Russia, non sarà facile, considerato che il tracciato di Lago di Tesero potrebbe avvantaggiare atleti come Lapierre o Moch, ad esempio, ma anche la Finlandia avrà un Niskanen a classico, assente a Trondheim. Alle Olimpiadi in casa, però, l’Italia deve puntare in alto.

1ª Parte: Sci di fondo femminile
2ª Parte: Biathlon femminile
3ª Parte: Biathlon maschile

Share:

Ti potrebbe interessare

Image
Image
Image