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Biathlon – L’Italia maschile a 10 mesi dai Giochi di Milano Cortina 2026: possibili protagonisti e speranze azzurre

Foto Credits: Dmytro Yevenko

Mancano ufficialmente poco meno di dieci mesi ai Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. A che punto è il movimento azzurro alla vigilia dell’evento più importante?

Terza parte: biathlon maschile.

Proprio nel momento più complicato della stagione che si è appena conclusa, l’Italia ha trovato il suo principe azzurro, arrivato a cavallo a risollevare la sua squadra. A Ruhpdolding, dopo una prestazione in staffetta molto negativa, quando una squadra poco unita avrebbe potuto frantumarsi, è completamente cambiata la stagione dell’Italia maschile. Proprio quel giorno Tommaso Giacomel ha visto dei passi avanti importanti nel suo biathlon, dopo una prima parte di annata ben al di sotto delle sue aspettative, e da lì ne ha tratto forza, per poi conquistare, due giorni dopo, la sua prima vittoria in Coppa del Mondo. Allora ha conseguito una serie di risultati di altissimo livello, dieci top six consecutive, podi, la medaglia d’argento al Mondiale di Lenzerheide, e la certezza di essere oggi tra i big del biathlon internazionale.

Attorno a lui, il resto della squadra azzurra ha fatto fatica, con Hofer che ha avuto alti e bassi, mentre Didier Bionaz, seppur in ottime condizioni fisiche, ha sofferto al tiro, fino a fermarsi prima del termine della stagione. Discorso simile per Zeni, che è stato discontinuo, mentre Braunhofer ha avuto la soddisfazione della vittoria agli Europei per riscattare un’annata in cui non è riuscito a fare quel passo in più che ci aspettava dopo l’anno precedente, mentre Cappellari è cresciuto riuscendo a guadagnarsi una stagione intera in Coppa del Mondo.

VERSO L’OLIMPIADE

Affrontiamo l’argomento con la dovuta e giusta positività, ma anche con realismo.

Ovviamente Tommaso Giacomel è l’uomo più atteso, l’atleta di sicuro affidamento, colui in grado di poter vincere la medaglia in ogni gara. Il trentino è competitivo su due come su quattro poligoni, ha sempre maggiore sicurezza nei propri mezzi, ma soprattutto è molto più maturo e calmo nella gestione delle proprie emozioni e del tiro. Certo, quanto di buono fatto nella seconda metà di stagione, dovrà essere confermato su un anno intero, ma quell’ultimo step che lo divideva da promessa a certezza sembra essere ormai stato fatto.

E può solo crescere il principe azzurro del biathlon italiano, che ha mostrato anche grande professionalità fino alla fine della stagione anche ai Campionati Italiani e al Cinque Nazioni. Egli sa cosa migliorare e lo migliorerà.

L’unico dubbio riguarda la gestione delle tante attenzioni e pressioni che riceverà anche al di fuori del mondo del biathlon, in vista di un’Olimpiade che lo vede senza dubbio tra gli atleti più attesi del movimento italiano. Anche su questo, però, Giacomel appare tranquillo, consapevole di una grande verità: nessuno ha aspettative più alte delle proprie e può mettergli pressioni maggiori rispetto a quanto non faccia egli stesso.

Insomma, Giacomel è da medaglia in ogni format di gara, ma spera di esserlo anche nelle staffette. Cosa aspettarsi allora dal resto della squadra azzurra?

Con alti e bassi, Lukas Hofer ha dimostrato in realtà di essere ancora affidabile sia nelle gare individuali che in quelle di squadra. Il carabiniere è in buone condizioni fisiche, nonostante qualche acciacco avuto in stagione e il passo sugli sci è ancora buono. Certo, le ultime gare stagionali non lo hanno soddisfatto, ma anche ai Mondiali di Lenzerheide, in particolare nella mass start, ha dimostrato di essere ancora in grado di piazzare colpi importanti.

L’atleta più atteso è però Didier Bionaz. L’ultima stagione è stata nemmeno vicina a quello che è il suo reale livello. Il valdostano, che ormai è cresciuto tanto sugli sci e ha un ottimo passo da due stagioni, è andato in crisi nelle serie in piedi. Problema più mentale che tecnico, come si è notato nel corso della stagione seguendo gli allenamenti o attraverso le interviste che ha rilasciato.

Nel momento in cui Bionaz riuscirà a ritrovare fiducia in sé stesso, non vi è alcun dubbio che sia un atleta potenzialmente da top quindici in Coppa del Mondo, in grado anche di fare dei risultati di punta che fin qui ha solo sfiorato.

Non è mai facile, non è mai scontato riuscire a risolvere determinate problematiche, ma quando lo farà, allora saprà anche stupirsi e da lì potrà poi lavorare sui successivi margini di miglioramento, come la velocità d’esecuzione al tiro. Un passo alla volta, intanto serve il più importante, ritrovare sé stesso.

Il valdostano ha catturato già quest’anno tante attenzioni dello staff tecnico azzurro, perché vi è la consapevolezza di quanto possa essere lui l’ago della bilancia in ottica olimpica per un’Italia maschile che potrebbe scoprirsi molto competitiva se lo ritrovasse già al livello della stagione 2023/24, pre Mondiale di Nove Mesto, dove forse certi problemi hanno iniziato a fare capolino. Con il vero Bionaz e questo Giacomel, sommati all’affidabile Hofer, per l’Italia potrebbero aprirsi scenari importanti, quelli che molti avevano già pronosticato anni fa, quando questi due atleti erano ancora molto giovani.

Dietro alle tre certezze, perché riteniamo Bionaz tale, l’Italia ha altri due posti per le Olimpiadi. Lo scorso anno sono stati principalmente tre gli atleti che hanno fatto parte del gruppo azzurro di Coppa del Mondo: Patrick Braunhofer, Daniele Cappellari ed Elia Zeni.

L’atleta della Val Ridanna deve ripartire dalla vittoria degli Europei, guadagnare consapevolezza nei propri mezzi da quella gara, cercando di fare un salto di qualità sugli sci. Discorso simile per Cappellari, sempre competitivo al poligono, ma che ancora deve fare un miglioramento importante nel proprio passo sugli sci. Il friulano è però reduce dalla sua miglior stagione e l’esperienza maturata quest’anno potrebbe essergli d’aiuto.

Zeni, invece, ha avuto alti e bassi, e la sensazione è che debba ancora smaltire i maggiori carichi di lavoro fatti con la Squadra A. Il potenziale c’è e la squadra ha grande fiducia in lui. È una strada tutta da esplorare.

Dietro di loro ci si aspettava il salto di qualità dei giovani, ma Marco Barale, Christoph Pircher e Nicolò Betemps solo a tratti hanno confermato il loro potenziale nel corso dell’IBU Cup, dove comunque qualche buon piazzamento c’è stato, tanto che il piemontese ha anche esordito in Coppa del Mondo. Sono tre osservati speciali e il loro obiettivo deve essere quello di mettersi in gioco anche per le Olimpiadi. Se non per il 2026, però, questi tre atleti saranno poi l’Italia del prossimo ciclo olimpico, quindi la prossima stagione sarà fondamentale almeno come step in questo senso, perché quanto visto a livello giovanile è stato davvero importante.

Poi c’è Nicola Romanin, la storia bella del biathlon italiano, l’atleta che non si vuole arrendere e con passione è ancora lì a lottare con i più giovani. Quest’anno è arrivato l’esordio in Coppa del Mondo, che è un primo passo per il friulano, che ha un obiettivo ben chiaro: le Olimpiadi. In ballo c’è anche lui e non va assolutamente sottovalutato.

POSSIBILI MEDAGLIE?

Lo abbiamo già scritto, a livello individuale Tommaso Giacomel è da medaglia in ogni competizione e l’Italia maschile affiderà a lui gran parte delle proprie speranze. Soprattutto se il trentino dovesse presentarsi ad Anterselva al livello sugli sci mostrato nell’ultima stagione, dove era stato impressionante sulla pista di casa.

Per il resto, come sempre, nel biathlon è impossibile avere certezze nelle gare individuali, quindi non si può e non si devono mai chiudere le porte a quelle che oggi sarebbero possibili sorprese, ma tra dieci mesi chissà.

Certamente con questo Giacomel, l’Italia ha ottime chance di poter dire la sua anche in staffetta. Lo aveva fatto due anni fa, quando arrivarono tre podi in stagione, nonostante il trentino non fosse ancora la certezza attuale. Ovviamente tanto dipenderà dal resto del gruppo azzurro, in particolare Didier Bionaz, che può reggere il passo dei grandi ed è un secondo o terzo frazionista perfetto. Così come Lukas Hofer, ovviamente una certezza.

A quel punto servirà un altro atleta affidabile, colui che tra gli altri avrà dimostrato nel corso della stagione e soprattutto nel periodo olimpico, di essere in miglior forma fisica e mentale.

Insomma, certamente l’Italia vuole essere protagonista e ha tutto per esserlo, anche dopo una stagione quasi negativa, anzi, forse proprio per questo. I problemi si presentano, si affrontano, si superano. Così fanno le grandi squadre e i grandi atleti.

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