“Non mi fido più di loro”. Esplode la polemica in Norvegia, dopo l’esclusione dalla squadra nazionale di una delle atlete più importanti del movimento norvegese femminile, Karoline Knotten. La trentenne, che in stagione vanta un podio individuale a Hochfilzen, è rimasta infatti fuori dalla squadra A femminile, con grande sorpresa da parte di tutti gli addetti ai lavori e non solo.
Già, perché a diferrenza di quanto si immaginava in un primo momento, l’esclusione di Knotten non è stata concordata, anzi, l’atleta è rimasta piuttosto sorpresa quando martedì ha saputo di essere rimasta fuori dalla squadra nazionale. «Non posso più fidarmi degli allenatori quando ho la sensazione che mi abbiano mentito», sono le sue prime parole nell’intervista che ha rilasciato a NRK, mentre è in vacanza a Cipro.
Knotten ha raccontato la propria versione dei fatti: «Per me è stato uno shock. In occasione dell’ultima telefonata con Sverre (l’allenatore Huber-Kaas, ndr), avevo chiesto direttamente se non mi volessero più in squadra e lui mi aveva risposto che invece mi volevano, che presto avremmo parlato insieme di tutta la struttura e dei tempi entro i quali avrei dovuto prendere una decisione. Ma alla fine non mi hanno presentato né l’una né l’altra».
L’atleta ha quindi detto che vi era stato un incontro con l’allenatore Sverre Huber-Kaas e il segretario generale Morten Aa Djupvik all’inizio di questa settimana. In quell’occasione le era stato presentato un programma di allenamento e un piano di avvicinamento verso le Olimpiadi. Lei aveva però posto alcune domande.
«Non ero completamente d’accordo con la programmazione – ha ammesso – e dal momento che la richiesta era che lo fossimo al cento per cento, volevo sapere bene quale fosse la loro filosofia, i piani di sviluppo, le valutazioni sull’esperienza di quest’anno e quali miglioramenti volessero apportare in vista della prossima stagione. Probabilmente sono state queste domande a far credere loro che non mi fidassi e non credessi in loro al cento per cento, così hanno scelto di farmi fuori dalla squadra. E il modo in cui è stato fatto non può certo trovarmi d’accordo».
In ogni caso, a Knotten è assicurata la presenza alla tappa di apertura della stagione a Östersund, ma certamente quanto accaduto è una ferita profonda, difficile da riparare. Intanto il dt Botnan ha spiegato: «Nella conversazione con Knotten lei non sembrava convinta al cento per cento di seguire questo programma. Lei pensa che gli allenatori stiano mentendo? Allora probabilmente abbiamo un’opinione diversa su questo. Non ero presente all’incontro con Karoline. Capisco che lei voglia far parte della nazionale e comprendo la sua delusione. Il fatto dica che stiano mentendo è qualcosa di cui deve assumersi la responsabilità».
Intanto l’olimpionica e oggi opinionista di NRK, Marte Olsbu Røiseland, ha difeso l’ex compagna, schierandosi apertamente con lei: «Un posto in nazionale se lo meritava assolutamente. Penso sia strano che non sia consentito apportare modifiche durante la stagione olimpica. I miei due migliori campionati li ho disputati in quota, adattandomi di mia iniziativa, perché come Karoline avevo maturato molta esperienza».
A VG è arrivata anche la risposta di Sverre Huber Kaas: «Abbiamo parlato e le abbiamo fornito una spiegazione della nostra decisione. Dice di non fidarsi più di me? Ci dispiace molto che sia finita così. Ha tutto il diritto di provare ciò che prova. Abbiamo fiducia al cento per cento in Karoline. Da parte nostra non vediamo l’ora di averla con noi dall’inizio della stagione». Parole di circostanza.