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Sci di fondo

Sci di fondo – L’Italia femminile a un anno dai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026: possibili protagoniste e speranze azzurre.

Fis Nordic World Championship 2025. CASSOL Federica (ITA) GANZ Caterina (ITA) Trondheim (NOR), 27/02/2025 Photo: Pentaphoto

Mancano ufficialmente poco meno di dieci mesi ai Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. A che punto è il movimento azzurro alla vigilia dell’evento più importante?

Prima parte: sci di fondo femminile.

Eppur si muove. La stagione 2024/25 ha lanciato finalmente qualche segnale positivo anche nello sci di fondo femminile italiano, che da anni cerca di ritrovarsi. Quel podio in Coppa del Mondo, che manca ormai dalla vittoria di Arianna Follis a Falun nel marzo 2011, ben quattordici anni, non è più da considerare una chimera.

Certo, non sarà stata una stagione esaltante e i passi da fare sono ancora tanti, eppure per la prima volta dal 2014 l’Italia è riuscita a classificare una propria atleta in top ten in ben quattro gare diverse. Si, ovviamente non c’erano le russe, che però erano assenti anche nelle due stagioni precedenti, quando di top ten ne è arrivata soltanto una, quella di Monsorno a Drammen nel 2024.

In particolare, le quattro top ten sono arrivate con tre atlete diverse: Nicole Monsorno (due volte), Maria Gismondi e Federica Cassol. Ancora più importante che si tratti di tre atlete giovani, nel caso della romana oseremmo dire anche giovanissima, che hanno quindi molti margini di miglioramento.

Fis Nordic World Championship 2025. GISMONDI Maria (ITA) Trondheim (NOR), 07/03/2025 Photo: Pentaphoto

Non sono stati tre exploit casuali, il bel risultato di un giorno, perché arrivate da atlete che hanno dimostrato di avere il potenziale per fare ancora meglio.

Il podio dopo 14 anni è stato poi sfiorato nella team sprint di Lahti, quando una grande Caterina Ganz, alla quale manca ancora la top ten ma che sembra aver fatto grandi passi avanti in convinzione e fiducia di sé, aveva dato il cambio a Cassol in terza piazza, per un podio sfumato solo sul rettilineo finale. Un brivido che ai tifosi italiani mancava da tempo.

VERSO LE OLIMPIADI

Presumibilmente l’Italia dovrebbe avere tra i sei e gli otto posti. A Pechino furono sette, ma allora si decise erroneamente di portare solo sei atlete, lasciando a casa Monsorno (che avrebbe potuto fare esperienza) ed Elisa Brocard, che aveva ottenuto buoni risultati quando convocata.

Ovviamente, alle Olimpiadi in Val di Fiemme, non vi è il rischio che l’Italia porti meno atlete rispetto al contingente previsto. Ma qual è la situazione?

L’ultima stagione ha dimostrato che nelle gare veloci l’Italia ha trovato delle atlete affidabili, continue e in crescita. Nicole Monsorno e Federica Cassol hanno disputato un’ottima annata, dando l’impressione di migliorare gara dopo gara.

Foto credits Fondo Italia

La prima partiva più avanti, dopo l’anno di esperienza già maturato in Coppa del Mondo, e in questa stagione ha fatto subito la differenza. Altre due top ten, la sensazione che la finale fosse ormai solo una questione di tempo e anche che spesso non fosse riuscita a ottenere il massimo risultato possibile di giornata, dovendo ancora fare esperienza contro certe avversarie. Purtroppo ci si è messa la sfortuna a fermarla con un infortunio alla spalla che l’ha costretta all’intervento chirurgico.

La seconda, invece, prima di quest’anno non era mai riuscita a superare la qualificazione, ci ha lavorato tanto e ora è spesso tra le migliori in questo particolare, addirittura con ben due primi posti. In batteria ha spesso fatto fatica, pagando un po’ di esperienza, forse ancora poco sfrontata rispetto ad avversarie più navigate. La semifinale (e la prima top ten) è arrivata proprio alla fine e sarà un bel punto di partenza per il prossimo anno.

Fis Nordic World Championship 2025. CASSOL Federica (ITA) GANZ Caterina (ITA) Trondheim (NOR), 27/02/2025 Photo: Pentaphoto

C’è poi la più esperta della squadra, Caterina Ganz, che compirà trent’anni il prossimo novembre. La fassana è stata molto continua nel corso della stagione, le è mancato forse l’exploit, ma in ogni format di gara è una certezza per la squadra azzurra. Oltre a buoni piazzamenti individuali, Ganz può essere davvero affidabile nelle gare a squadre. Un punto fermo, la certezza della nazionale azzurra.

Nonostante la giovanissima età, la ventenne Maria Gismondi è qualcosa in più di una semplice speranza. Il nono posto nel tempio di Holmenkollen è un risultato che non può essere banalizzato, anche perché arrivato proprio nel format olimpico della 10 km a skating con partenza a cronometro. Margini di crescita ci sono e anche tanti. Sarà importante gestirla nel modo giusto.

Ai Mondiali di Trondheim, insieme a Gismondi e Ganz, in staffetta vi erano Comarella e Di Centa. Entrambe sono state frenate da diversi problemi fisici nel corso della stagione. La veneta delle Fiamme Oro, cortinese, vuole chiudere la sua carriera proprio ai Giochi di Milano-Cortina e cercherà quindi di preparare al meglio una stagione per lei importante. L’obiettivo è ritagliarsi un posto per la staffetta, che ricordiamo è su 7,5 km.
Discorso simile per Di Centa, reduce da una stagione davvero difficile per via dell’ernia che l’ha costretta all’operazione. Atleta sua da classico che da skating, la friulana deve ritrovare serenità e soprattutto convinzione nei propri mezzi.

Fis Nordic World Championship 2025. Trondheim (NOR), 27/02/2025 Photo: Pentaphoto Fis Nordic World Championship 2025. COMARELLA Anna (ITA) Trondheim (NOR), 27/02/2025 Photo: Pentaphoto

Ci sono poi due giovani che il movimento italiano attende già per Milano Cortina 2026: Nadine Laurent ed Iris De Martin Pinter. Per entrambe il passaggio a senior è stato più difficile del previsto, ma il talento non si discute, anche perché le due rappresentano proprio l’esempio di atlete all-rounder, che piacciono a Cramer e sono utili in un evento come quello olimpico. Entrambe sono competitive in format come sprint e team sprint, ma hanno anche importanti doti di resistenza. Se la valdostana si è vista in Coppa del Mondo e ai Mondiali e può inserirsi per ottenere uno spot nelle gare a squadre, la veneta quest’anno ha fatto fatica gareggiando solo in FESA Cup e concentrandosi soprattutto sulle sprint, lei che da giovane ha fatto molto bene nelle distance. Ognuna ha i suoi tempi, parliamo di una 2004 che ha però davvero un potenziale grande, tutto da esplorare. La volontà non le manca e quegli occhi della tigre che vedemmo a Planica nel 2023 torneranno ad accendersi e forse hanno iniziato a farlo già nel finale di stagione.

Iris De Martin Pinter Foto Credits: Newspower

E le altre? Infortuni e malanni vari hanno praticamente messo fuori dai giochi, nelle ultime due stagioni, atlete del calibro di Francesca Franchi e Cristina Pittin, che erano state grandi protagoniste a Planica nel 2023. Soprattutto la trentina aveva impressionato sia nello skiathlon che nell’individuale a skating. Se dovesse ritrovare condizione e la tranquillità che ne deriva, con quell’entusiasmo canalizzato nel modo giusto, potrebbe essere tra le protagoniste.

Dieci mesi sono un periodo di tempo piuttosto lungo, nel quale nello sport possono cambiare davvero tante cose e nei giochi potrebbero rientrare e probabilmente rientreranno atlete che non abbiamo citato, dalle più esperte fino a chi entrerà ora tra le senior.

POSSIBILI MEDAGLIE?

Ovviamente alle Olimpiadi contano le medaglie e forse per alcune atlete Milano-Cortina 2026 arriva troppo presto per poter ambire al podio. Eppure guai a porsi limiti e a porne noi stessi, perché i margini di crescita anche immediati non mancano e quanto visto a tratti nell’ultima stagione non chiude ogni porta, come mai va fatto nello sport. Giusto non vendere illusioni, ma nemmeno etichettare atleti ancora giovani o porre limiti per il gusto del catastrofismo ad ogni costo. Vista l’età di molte atlete, l’impressione è che lavorando nel modo giusto, riuscendo a trasmettere serenità, motivazioni e fiducia in sé stesse, cosa che spesso in passato è mancata al movimento femminile, per Francia 2030 l’Italia possa a ragione puntare in alto. Il talento non manca, bisogna farlo fruttare. Se poi si riesce a farlo anche prima, allora tanto meglio.

In ottica futura, la cosa preoccupante, semmai, è nei numeri a livello giovanile. Ma questa è un’altra storia.

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