Al termine di una stagione decisamente ricca di momenti salienti, tra exploit sul trampolino e vicende extra pista, in Norvegia si continua a parlare del caso legato alla manipolazione delle tute, scoppiato in occasione dei Mondiali di Trondheim con riferimento alla squadra di casa. Dopo la revoca della sospensione dei 5 atleti protagonisti dello scandalo, arrivata con la fine della stagione, ora a parlare è proprio uno dei norvegesi al centro dell’indagine. Robert Johansson rompe il silenzio e dice la sua.
Attraverso un’intervista ai microfoni della testata locale Gudbrandsdølen Dagningen, Johansson si esprime riguardo alla sospensione attuata dalla FIS nell’ultimo periodo della stagione e che – nel suo caso specifico – era arrivata in occasione delle gare di Holmenkollen. Il norvegese parla di come fin dalle fasi preliminari del caso abbia dovuto rivolgersi a uno studio legale per comprendere al meglio la situazione e le implicazioni: “Ho cercato di capire la decisione e di esaminare tutti i documenti. Mi sono reso conto di aver bisogno di assistenza per essere meglio preparato alle riunioni e al futuro processo”.
Proseguendo, il saltatore classe 1990 scende nel merito della questione, esprimendosi sulle tempistiche della sospensione attuata dalla FIS a Oslo: “Non riesco a capire. Se ci fosse stato qualcosa nelle nostre tute, l’avremmo scoperto mercoledì a Oslo, non nel bel mezzo della prima sessione di allenamento di giovedì”.
In ogni caso, Johansson si augura che la questione possa risolversi nel minor tempo possibile, per poter così tornare a concentrarsi solamente sul lato sportivo: “Ora voglio finire questa cosa. Questo è il mio punto di vista. Spero che la FIS capisca che è stata una cosa stupida. Non lo augurerei a nessuno”. Anche perché, spiega Johansson, questa situazione si ripercuote sulla sua vita anche a livello economico: “Significa molto. Ora vivo di risparmi”.