La congiuntura economica negativa colpisce non risparmia le superpotenze delle discipline invernali, che vedono i propri sponsor fare armi e bagagli, e affrontando grosse difficoltà per rimpiazzarli. Come riportato a fine gennaio, la Norvegia ha dovuto fare i conti con la decisione di Equinor, colosso petrolifero norvegese, di non proseguire la collaborazione con la Federazione Norvegese di Sci (NSF) al termine del contratto a fine stagione. Questo, tradotto in termini pratici ha comportato lo smantellamento delle squadre “reclute” e juniores, quella che a tutti gli effetti è una cantera per il grande bacino di talenti di cui il Paese scandinavo dispone in cui potersi migliorare supportati da un sistema strutturato e all’avanguardia come può esserlo una squadra federale, con i migliori tecnici e un buon supporto economico. A partire da adesso, gli atleti dovranno sperare di essere scelti come membri della Nazionale élite o delle squadre regionali Elon, che non avranno la stessa valenza della Nazionale reclute: ultima spiaggia, eventualmente, i team privati che abbiano voglia e fondi per accoglierli.
Tra i nomi maggiormente colpiti da questa stretta c’è quello di Milla Grosberghaugen Andreassen, che a 19anni ha già un palmares invidiabile, con ben 6 titoli mondiali juniores conquistati dal 2023 ad oggi. Nel suo ruolino di marcia, la squadra Nazionale era nel mirino: con le medaglie iridate conquistate, Andreassen sarebbe entrata di diritto nella squadra federale al momento del passaggio tra i senior. La talentuosa sciatrice avrebbe dovuto passare alla squadra nazionale reclute quando sarebbe diventata senior – tra sette mesi e mezzo – ; ora, invece, il suo futuro è incerto.
“Avrebbero dovuto mantenere la squadra reclute, ma la Federazione ha dichiarato che le squadre di Elon prenderanno il suo posto. Sarà interessante vedere come andrà a finire” ha detto la vincitrice della sprint juniores dei Mondiali di categoria di Schilpario “Dal punto di vista economico, non è così vantaggioso far parte della squadra Elon così come la squadra reclute”.
La scorsa stagione, in Norvegia c’erano cinque Team Elon, distribuite in altrettante macro-aree del Paese scandinavo, di cui facevano parte i migliori fondisti del Paese tra gli esclusi delle squadre nazionali; Andreassen sta ancora valutando l’opzione migliore per lei, soprattutto dal punto di vista economico: entrare a far parte del Team Elon comporta un investimento di 35000 Corone norvegesi (circa 3000 Euro, ndr), mentre attualmente la giovane fondista ha in ballo alcune proposte da parte di team privati che potrebbero sostenerla anche finanziariamente.
Comprendendo la decisione della Federazione per rafforzare le proprie finanze, Andreassen sottolinea come sia “fastidioso che si debba pagare una quota di iscrizione, ma comunque è positivo che il Team Elon venga seguito più da vicino, con più raduni. È qualcosa che non si vede nella squadra reclute”. Il suo pensiero, a dimostrazione di una maturità umana oltre a quella sportiva, va anche ai tanti ragazzi che ora, a differenza sua, non potranno beneficiare della Nazionale juniores – tra le cui fila la 19enne ha passato 3 anni – per formarsi e crescere sportivamente: “Mi sono davvero trovata bene con la nazionale juniores e ne sono molto grata. Mi sarebbe dispiaciuto se fossi stata junior per un altro anno e la nazionale junior fosse stata chiusa”.
Qualsiasi sarà la sua scelta, l’aspetto fondamentale per lei sarà la presenza di un team di skimen di cui potersi fidare ciecamente: “Se non hai buoni sci, non puoi andare veloce. E voglio continuare ad avere Marthe Kristoffersen come tecnica a prescindere. Sarà interessante sentire cosa ha da dire il nuovo team, ma sono sicura che andrà tutto liscio. Sembra che la Federazione abbia un buon piano. Sarà emozionante vedere come andrà a finire”.
Con le atlete protagoniste dei Mondiali di Trondheim piuttosto in avanti con gli anni (sportivamente parlando), Kristine Stavås Skistad a parte, questa potrebbe essere la situazione perfetta per alcune giovani norvegesi di mettersi in mostra e raccogliere un posto tra l’élite in occasione dell’anno olimpico e in previsione della “rivincita” dei Mondiali di Falun nel 2027. Faticare per ottenere spazio, del resto, non è qualcosa che la spaventa: ha messo in cascina già tanta esperienza negli ultimi anni, raccogliendo sfide non semplici. “La scorsa estate sono successe molte cose. Penso di aver beneficiato anche di quelle negative, che preferisco affrontare ora piuttosto che tra cinque anni, quando dovrei essere al top. Sono grata di aver potuto così imparare a conoscere il mio corpo”.