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Combinata Nordica – L’anno cruciale per il futuro olimpico, Frenzel: “Su un’ottima strada, ma difficile dire se sarà sufficiente”

Photo Credits: Newspower

Nel 2026, a Milano-Cortina, la combinata nordica sarà l’unica disciplina a non dare ancora accesso alle donne ai Giochi Olimpici. In realtà, come sappiamo, la situazione è ben più complessa: anche per gli uomini, si potrebbe trattare dell’ultima chance per lottare per le medaglie olimpiche. La decisione per il futuro non è stata ancora presa, ma non manca forse poi molto: è probabile che arrivi già il prossimo inverno, in concomitanza con le prossime Olimpiadi.

Per far sì che la “NoCo” superi indenne l’ultimatum del Comitato Olimpico Internazionale e possa sopravvivere come disciplina a cinque cerchi, presente nel programma fin dalla sua primissima edizione, in quel di Chamonix nel 1924, è necessario rispondere ad alcuni requisiti fondamentali, in particolare risolvere il problema della “mancanza di attrattiva” sollevato da Kit McConnell, direttore sportivo del CIO. L’allenatore della nazionale tedesca, Eric Frenzel, a sua volta combinatista di altissimo livello – 3 ori olimpici e 7 mondiali nel suo palmares assieme a ben 5 Sfere di Cristallo, record che detiene in compagna di Jarl Magnus Riiber – in un’intervista esclusiva con BR24Sport spiega che a suo parere la disciplina abbia fatto “i compiti a casa” in questi anni: “Da diversi anni ormai, questa spada di Damocle pende sulla combinata”. Tuttavia negli ultimi anni sono successe molte cose che dovrebbero servire ad un cambio di rotta nel trend negativo. Ad esempio, “sono stati utilizzati nuovi formati per aumentare l’attrattiva. Inoltre, si è lavorato sulla sostenibilità e su una migliore organizzazione delle competizioni femminili. Hanno cercato di risolvere le cose un po’ alla volta.”

“Ci vedo su un’ottima strada. Siamo stati in grado di soddisfare bene tutti i nostri impegni, persino superarli. Pertanto, spero vivamente che la decisione sia positiva” ha continuato l’ex combinatista che però rimane scettico:“È difficile dire se alla fine sarà sufficiente“.

Se è vero che l’attrattiva dello sport deve essere ulteriormente aumentata, si discute sulla validità dei nuovi format su cui la Federazione spinge, come ad esempio l’Individual Compact, in cui i distacchi dopo il salto non hanno più lo stesso peso. Positiva però la scelta delle Nazioni più grandi di collaborare con quelle più piccole per la diffusione della disciplina: la DSV di Frenzel, ad esempio, collabora con nazioni come la Svizzera, la Repubblica Ceca e, in futuro, i Paesi Bassi per portarle verso l’élite mondiale e garantire così competizioni più emozionanti.

Come spiega l’ex campione olimpico, la decisione sul destino a Cinque Cerchi della combinata nordica non avverrà prima del 2026, ma i colloqui avranno luogo quest’anno, e “si spera che saranno positivi”. L’influenza degli atleti e dei loro risultati sarà a suo parere, però, piuttosto ridotta: “Le prestazioni sportive dell’anno prossimo non influenzerà il risultato. Piuttosto, si tratta di fattori esterni allo sport: l’attrattiva in sé, l’interesse per il nostro sport in tutto il mondo. Possiamo influenzare molto poco”.

Infine, Frenzel è consapevole che, qualora l’esclusione dal programma olimpico dovesse divenire realtà, le conseguenze sarebbero enormi e porterebbero la disciplina sulla strada dell’insignificanza, come un gatto che si morde la coda: “Si trascinerebbe un’enorme scia dietro – non solo perché intaccherebbe ulteriormente l’attrattiva e la popolarità della combinata, ma anche perché ha conseguenze sulla sua stessa sopravvivenza: il budget investito per gli sport olimpici e i finanziamenti complessivi verrebbe cancellato. La combinata dovrebbe riorganizzarsi completamente d’ora in poi”.

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