Nell’ultimo anno, il biathlon ha assistito alla riassegnazione di diverse medaglie olimpiche, dopo la conferma di squalifiche per doping di diversi atleti russi: lo scorso settembre, la staffetta norvegese femminile di Sochi 2014, ha potuto avere finalmente il suo argento dopo la squalifica di Vilukhina, Romanova, Zajtseva ed Ekaterina Shumilova; nello scorso mese di Novembre, invece, è stata confermata la sentenza riguardante le squalifica per doping di Evgeny Ustyugov, cosa che porterà nei mesi a venire alla ridistribuzione delle medaglie del russo, tra cui il titolo olimpico nella partenza in linea a Cinque Cerchi di Vancouver 2010, che andrà a Martin Fourcade, ma anche il bronzo nella staffetta maschile nella stessa olimpiade, che porterà la Svezia (Lindstroem, Bergman, Nilsson e Ferry) sul podio.
Oggi un altra sentenza colpisce le discipline invernali russe, questa volta sul fronte paralimpico: il Tribunale antidoping indipendente del Comitato paralimpico internazionale (IPC) ha stabilito che Nikolay Polukhin, sciatore di fondo paralimpico e atleta di parabiathlon ipovedente, ha violato le norme antidoping durante i Giochi paralimpici invernali di Sochi 2014, come riportato dal comunicato stampa dell’IPC. Pertanto, i suoi risultati individuali nell’evento (tra cui una medaglia d’oro e due d’argento) saranno cancellati e riassegnati.
Attraverso le prove dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA) sul doping di Stato nello sport russo tra almeno il 2012 e il 2015, sono state formulate le accuse del caso: durante questo periodo, i laboratori di Mosca e Sochi hanno utilizzato un “metodo positivo a scomparsa” per nascondere presunti risultati negativi dei test, scambiando campioni di urina “sporca” con urina “pulita” raccolta dagli atleti stessi.
L’atleta ha ammesso di aver fatto uso di trimetazidina fuori dalle competizioni nel febbraio 2014 (all’epoca legale), ma ha negato di essere a conoscenza o di essere coinvolto nello scambio di campioni nel marzo 2014 . Al termine dell’udienza presso il Tribunale indipendente antidoping dell’IPC è stato accertata l’esistenza, nel 2014, in Russia, di un programma doping sponsorizzato dallo Stato, sebbene il laboratorio di Sochi non si aspettava di dover scambiare i campioni anche per i Giochi Paralimpici Invernali di Sochi 2014 (come invece era accaduto per le Olimpiadi dello stesso anno); per questo motivo, a Sochi non c’era una banca delle urine per gli atleti paralimpici russi (al contrario di quanto previsto per gli atleti olimpici russi).
Come riporta il IPC, durante i Giochi Paralimpici Invernali “il laboratorio di Sochi ha rilevato risultati analitici presumibilmente avversi per il TMZ in campioni prelevati da diversi sciatori di fondo e biatleti russi (tra cui l’atleta in questione). L’analisi dei campioni è stata interrotta e i campioni sono stati dichiarati negativi nel Sistema di gestione e amministrazione antidoping (ADAMS)”. Tuttavia, poiché i campioni sarebbero stati conservati per una possibile nuova analisi, le autorità russe hanno sostituito l’ urina “sporca” contenuta nelle provette con urina “pulita”, in modo da evitare che l’insabbiatura sistematica potesse venire scoperta con analisi successive.
Nel caso di Polukhin, l’analisi forense del campione di urine dell’atleta paralimpico ha rivelato graffi e segni, nonché un segno di denti, che potevano essere stati causati solo dal tentativo di riapertura e richiusura del campione. L’analisi dell’urina contenuta nella bottiglia, effettuata nel 2018, ha mostrato che la composizione dell’urina era cambiata rispetto all’analisi effettuata nel 2014 dal laboratorio di Sochi e confermando con l’analisi del DNA che si trattata affettivamente di urina dell’atleta stesso. Secondo il Tribunale indipendente, non c’era “nessun’altra ragione” per riaprire le bottiglie dei campioni “se non quella di scambiare l’urina” e l’atleta ha dovuto “collaborare attivamente fornendo urina pulita alle autorità russe ai fini dello scambio del campione” per facilitare questa operazione. L’atleta non ha fornito “alcuna spiegazione logica o plausibile”, e “semplicemente non esiste nessun’altra spiegazione logica”.
Il Tribunale indipendente ha di conseguenza confermato la violazione delle norme antidoping. Poiché la violazione si è verificata durante i Giochi, le sensazioni sono state applicate solo in relazione ai Giochi Paralimpici invernali di Sochi 2014. Eventuali altre conseguenze della violazione (incluso il periodo di squalifica applicabile) saranno determinate a tempo debito dalla FIS e dall’IBU .
Il Tribunale indipendente ha ritenuto che la condotta dell’atleta durante i Giochi paralimpici invernali del 2014 a Sochi fosse “particolarmente grave” e “avesse significativamente compromesso l’integrità dell’evento”, perciò sono stati annullati tutti i risultati individuali dell’atleta a Sochi 2014: la medaglia d’oro nel para biathlon da 15 km, la medaglia d’argento nel para biathlon da 7,5 km e la medaglia d’argento nel para biathlon da 12,5 km .