Quattro errori nelle ultime due serie di tiro, il crollo al 39° posto, a sommarsi al 55° della sprint. La delusione al traguardo per un’altra bruttissima gara sulla pista di casa. Sarebbe una giornata molto negativa già soltanto per questo motivo, ma una volta terminato l’inseguimento, Ingrid Landmark Tandrevold ha un’ulteriore beffa: Aita Gasparin è giunta 11ª e l’ha scavalcata nella classifica generale di appena 1 punto.
Un punto solo che pesa tantissimo, relegandola al 26° posto della classifica generale, quindi prima eliminata per la mass start di Oslo, ultima gara della stagione. Una delusione troppo grande da gestire, troppo forte per presentarsi nuovamente in mixed zone, dai giornalisti che la attendono per intervistarla e porle domande, in particolare dopo le sue dichiarazioni post gara del venerdì.
Allora, presa dalla delusione per il bruttissimo 55° posto, Tandrevold aveva messo in dubbio il proprio futuro da atleta, ammettendo di non essere molto motivata ad affrontare un nuovo periodo di allenamento, arrivando a chiedersi se sia davvero il caso di continuare a investire su qualcosa che non produce risultati.
Parole probabilmente più dettate dalla delusione, ma che certamente hanno fatto molto rumore, al punto che la norvegese verrebbe certamente molto pressata dai media su queste sue dichiarazioni.
Ma forse Tandrevold nemmeno sta pensando a tutto questo, chiusa nel proprio dolore, nel dispiacere di un’altra gara andata male, di una stagione che si chiude nel modo peggiore, degno manifesto di un inizio che per lei era già stato da incubo a causa dei problemi di tachicardia.
Le sue compagne vanno regolarmente in mixed zone a rilasciare interviste, mentre lei si appoggia sulla rastrelliera per le carabine, lo sguardo quasi confuso, perso nei pensieri. Patrick Oberegger le parla, lo stesso fanno altri componenti della squadra e alcune sue compagne.
Passano tanti lunghi minuti, nel frattempo in zona arrivo si svolgono come previsto le premiazioni, mentre Tandrevold cammina, parla con l’ufficio stampa, sembra quasi ragionare se fare quei passi verso la mixed zone. Poi si ferma, nuovamente, torna indietro, si siede poggiando la schiena alla balaustra e d’improvviso porta il volto tra le mani e scoppia a piangere.
Ida Lien arriva subito lì a consolarla, prova a tirarla su di morale, le accarezza la schiena con dolcezza, un gesto di grande amicizia. Intanto, Tiril Eckhoff, l’amica di sempre, lascia la postazione di TV2, l’emittente norvegese con cui lavora, si avvicina a Tandrevold e le resta vicino, senza dire nulla, a far sentire la presenza.
La norvegese resta a lungo così, fatica ad accettare quanto accaduto, mentre la mixed zone si svuota e c’è chi le fa una foto per mostrare la sua sofferenza. Nelle ore successive, rispetto a quanto fatto in passato, Tandrevold non scrive nulla nemmeno sui social, per una volta non interagisce, resta sola con sé stessa.
Un finale brutto di una stagione difficile, da dimenticare. Eppure, analizzando per bene le cose, forse Tandrevold a freddo capirà che quanto accaduto quest’anno è stato solo il frutto della sfortuna di inizio stagione, di quel problema di aritmia che l’ha nuovamente condizionata, anche mentalmente. Una volta staccato dal biathlon, da questa stagione emotivamente difficile, Tandrevold potrà nuovamente ricaricarsi e presentarsi motivata al via della prossima preparazione, consapevole del proprio valore, quello mostrato a Nove Mesto. Nel 2026 sarà tra le atlete che competeranno per le medaglie olimpiche, magari con quella Vittozzi insieme alla quale ingaggiò una bellissima battaglia nella passata stagione. È la speranza di tutti gli appassionati.