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Biathlon – Tommaso Giacomel omaggia i fratelli Bø: “Sono felice di aver vissuto nella loro epoca e grato di averli conosciuti anche come persone”

Quello di Oslo sarà un weekend particolare per il biathlon internazionale, perché segnerà l’addio all’attività dei fratelli Bø, due campioni che hanno fatto la storia della disciplina. Un fine settimana significativo per gli atleti più esperti, che con loro hanno condiviso tanto nel corso degli anni, ma anche per i più giovani, che dopo averli ammirati dalla tv, hanno iniziato ad affrontarli in pista ed ispirarsi a loro.

Tra essi, ovviamente, anche Tommaso Giacomel che nel corso di queste sue prime stagioni in Coppa del Mondo ha anche legato moltissimo con Johannes e Tarjei. L’azzurro è stato subito accolto dai due Bø, che vedono in lui il futuro del biathlon internazionale, come hanno più volte affermato nelle interviste.

«Sarà un weekend molto strano – ammette l’azzurro a Fondo Italia dopo la conclusione dell’allenamento ufficiale odierno – uno ha dominato negli otto o dieci anni, l’altro non è stato dominatore quanto il fratello, ma è sempre stato tra i migliori. Non è ho la certezza, ma credo siano la coppia di fratelli più forte mai esistita nello sport. È qualcosa di incredibile fare così tante doppiette sul podio, vincere medaglie, coppe del mondo e coppe di specialità. Siamo stati fortunati a poter vivere quest’epoca insieme a loro».

Giacomel era ancora un giovane adolescente che sognava un giorno di arrivare in Coppa del Mondo, quando Tarjei e Johannes Bø già vincevano in campo internazionali. Forse l’azzurro non avrebbe mai immaginato un giorno di poter non solo gareggiare con loro, ma addirittura costruirci un bellissimo rapporto.

«Non li ho vissuti solo come colleghi, ma come persone, perché mi sono abbastanza affezionato a loro. Oltre a essere due grandi atleti, sono due splendide persone, piacevoli e umili. È un piacere parlare con loro e stare con loro. Sono grato di averli conosciuti non solo come atleti, ma come esseri umani.
Quando ero giovane avrei sperato un giorno di avere questo rapporto con loro. Una volta arrivato in questo mondo, non pensavo si potessero creare delle relazioni umane del genere. Fortunatamente, sono stato smentito su questo. Devo dire che ho ho avuto la fortuna di conoscere diverse bellissime persone, come atleti ed essere umani. I fratelli Bø fanno sicuramente parte di questo gruppo».

Ma cosa ha imparato da loro un atleta come Giacomel, cresciuto nell’epoca dei fratelli Bø? «Tantissimo – ammette – Johannes ha vissuto la sua carriera con una tranquillità incredibile. Senza di lui credo che nessuno di noi sarebbe diventato così forte. Alla fine, se siamo diventati così competitivi come fondisti lo dobbiamo a lui, perché nessuno vuole sempre arrivare dietro a qualcun altro. Credo che lui ci abbia fortemente spinto a migliorare.
Per quanto riguarda Tarjei, i suoi compagni di squadra me lo hanno sempre descritto con un atleta estremamente dedito al lavoro. Quest’anno, dopo la tappa di Anterselva, ho avuto l’opportunità di allenarmi qualche volta con loro a Lavazè e ho visto quanto, nonostante i trentasei anni, Tarjei fosse ancora meticoloso e preciso, deciso a fare le cose nel miglior modo possibile».

A Ruhpolding, Tommaso Giacomel è riuscito a conquistare la sua prima vittoria in carriera, concludendo proprio davanti a Johannes Bø. «Quest’anno sono riuscito a batterlo qualche volta. Al termine della gara di Ruhpolding, gli dissi che speravo non fosse la mia ultima volta sul podio con lui. Fortunatamente siamo saliti nuovamente sul podio assieme a Nove Mesto. Vediamo cosa accade questo weekend. Se riuscissi a batterlo, sarei la persona più odiata in Norvegia (ride, ndr), ma poco importa».

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