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Regolarità e spettacolo, il salto con gli sci è al bivio. Adam Malysz: “Vogliamo organizzare gare per tribune vuote?”

Proseguono le discussioni in merito allo scandalo delle tute innescatosi nell’ultima giornata di gare iridate a Trondheim. Oltre alle sanzioni degli atleti e dei tecnici, fanno discutere ora le dichiarazioni di diversi atleti che ammettono come, anche in passato, fosse sistematico il ricorso a risorse non convenzionali e decisamente non regolamentari per accaparrarsi anche il più piccolo vantaggio.

L’ex campione del mondo Andreas Küttel, in un’intervista a Blick, ha dichiarato di aver “spruzzato la lacca sulle nostre tute per ridurre la resistenza dell’aria”, rivelando inoltre che era abituale per molti atleti sostituire la tuta tra la prima e la seconda serie con una “più voluminosa” poiché, se il controllo avveniva dopo la prima serie, controllato dopo il primo volo, c’erano meno possibilità di essere controllati di nuovo dopo il secondo salto.

Diversi ex saltatori norvegesi, tra cui Daniel-André Tande, campione a squadre delle Olimpiadi del 2018 a Pyeongchang, hanno dichiarato apertamente all’emittente norvegese NRK che la pratica è più diffusa di quanto si creda. Anche Johan Remen Evensen, detentore del primato mondiale di volo dal 2011 al 2015, concorda con questa affermazione: “Nel corso degli anni abbiamo avuto una documentazione abbastanza buona del fatto che nella maggior parte delle Nazioni si verificano imbrogli, purtroppo. Il principio di questo sport è che se non vieni scoperto, non hai barato. Ed è un problema di atteggiamento che si è diffuso nel mondo del salto, in tutte le nazioni. E questo è un problema che dobbiamo affrontare“.

A confermare quest’ultima affermazione ci pensa, in un certo senso, anche il direttore sportivo polacco Adam Malysz, il quale ha duramente criticato la Federazione Internazionale Sci (FIS), in particolar modo puntando il dito contro l’operato del race director italiano Sandro Pertile, reo a suo dire di modificare le regole a discapito dello spettacolo. Secondo l’ex campione del salto, ora dirigente, polacco, questo inasprimento dei controlli e la rigidità delle regole mettono fortemente a rischio futuro della disciplina, andando ad influenzare in negativo l’interesse degli spettatori.

Al quotidiano polacco Przeglad Sportowy, il 48enne ha emesso una giudizio molto severo: “È un po’ come parlare a un muro. Abbiamo bisogno di cambiamenti che portino a miglioramenti reali”. Tuttavia, secondo Malysz, a Pertile manca la volontà di farlo. “Sarà un periodo molto difficile per la FIS. Gli ispettori non possono controllare tutto, altrimenti avrebbero bisogno di due giorni per ogni gara” Ed è proprio l’inasprimento delle restrizioni che, secondo l’ex saltatore, porta le squadre a cercare ancora più innovazioni e scappatoie, poiché ogni dettaglio può essere decisivo. Per quanto possano essere necessari grandi cambiamenti e la sicurezza degli atleti sia importante, per Malysz lo spettacolo non può passare in secondo piano. “So che la sicurezza è la cosa più importante, ma dato che i salti veramente lunghi sono rari, la disciplina sta diventando meno popolare. Per tutto questo, servono regole chiare per lo spettatore. Altrimenti, vogliamo organizzare gare per tribune vuote?”

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