Julia Simon si prende la vittoria nella short individual di Coppa del Mondo a Pokljuka, confermandosi al primo posto dopo la vittoria nell’individuale dei Mondiali di Lenzerheide. Non al massimo della condizione fisica la francese è riuscita a strappare un comunque 10° tempo complessivo sugli sci, raccogliendo i frutti di una prestazione perfetta al poligono che le ha permesso di rifilare 39 secondi ad Hanna Öberg, seconda al traguardo. Intervistata da Nordic Magazine a caldo, la francese racconta la gestione della sua gara e le sensazioni provate in pista, in quella che per lei rappresenta la prima vittoria in una individuale (o short individual) in carriera in Coppa del Mondo. L’unico format che le mancava all’appello in bacheca.
A proposito della prestazione sugli sci, Simon spiega di aver optato per una partenza più abbottonata, puntando molto sulla precisione al tiro: “E’ stata una bella gara, non mi sentivo fisicamente benissimo oggi, sono stata un po’ malata. Ho cercato di gestire le cose un po’ diversamente, cercando di non partire troppo forte. Ho perso comunque molto tempo, non avevo l’impressione di stare bene e mi sono detta di non agitarmi perché il lavoro da fare era al poligono. Alla fine non so se sono io che sono rimasta sullo stesso ritmo e le altre hanno abbassato un po’ i giri del motore, ma ho perso meno secondi. Ho avuto anche la fortuna di sciare con Anamarija Lampic, che alla fine mi ha tirato molto. Ne abbiamo scherzato all’arrivo dicendo che è stato un lavoro di squadra. Una guadagnava al poligono, l’altra in pista e alla fine questo ci ha permesso di mantenere la rotta sugli sci e non mollare. Sono comunque contenta di aver costruito questa gara in questa bella maniera. Francamente sono molto sorpresa di questo risultato”.
Brava la francese a trovare la lucidità giusta, rimanendo concentrata nonostante il divario già ampio con le avversarie ai primi intermedi. Una condizione che ha permesso a Simon di risalire la classifica fino alla prima posizione: “A un certo punto in cima alla pista perdevo già 26 secondi e mi sono detta che sarebbe stata una gara difficile. Ho capito che avrei dovuto colpire i bersagli, perché oggi non potevo permettermi errori. Ho cercato di non perdere la testa e in un momento della gara, nello spazio di 10 secondi, mi sono detta ‘non va bene per niente, devo fare qualcosa, devo accelerare’. Ma alla fine la ragione ha avuto la meglio e sono riuscita a costruire la mia gara. Alle volte grazie alla gestione un po’ diversa i giorni in cui ci si sente un po’ meno bene sono quelli in cui si impara di più. Alla fine è stata una gara molto buona”.