L’avvicinamento ai Mondiali di Trondheim era stato caratterizzato da alcuni annunci arrivati da un’associazione ambientalista (People Against Fossil Fuels), che minacciava proteste in occasione delle gare, per promuovere le proprie idee legate alla tutela dell’ambiente. Idee che – nella concezione degli attivisti in questione – non si rispecchiavano nell’organizzazione dei Campionati Mondiali e in particolare in uno dei maggiori sponsor dell’evento, attivo nel commercio di prodotti petroliferi. Adesso, a poche ore dal via della 50 km maschile iridata, da Trondheim giungono notizie riguardo a una petizione firmata da diversi atleti che avrebbe portato a ritrattare il programma di proteste previste in particolare proprio per la 50 km.
La petizione, per la quale a fare da mediatori tra fondisti e attivisti sono stati i rappresentanti degli atleti Julia Kern e James Clugnet, riguarda nello specifico l’impegno a presentare nelle prossime settimane alla FIS un documento che chieda di privilegiare gli accordi di sponsorizzazione con aziende e società che siano effettivamente attive nella tutela e nel rispetto dell’ambiente. Anche perché, si sa, il rispetto dell’ambiente è uno dei punti focali dell’azione della FIS, come ribadito in tempi recenti anche dallo stesso presidente della Federazione Johan Eliasch. Secondo quanto riportato da SVT, ad oggi sarebbero 29 gli atleti che hanno apposto la loro firma sulla petizione, con il numero probabilmente destinato ad aumentare nelle prossime ore.
Sembra dunque momentaneamente rientrato l’allarme legato alle possibili proteste che si attendevano proprio per le ultime due giornate di gara ai Mondiali, in occasione delle due 50 km. Una situazione su cui si erano espressi anche Simen Hegstad Krueger, Harald Østberg Amundsen e lo stesso Johannes Høsflot Klæbo, dicendosi preoccupati sulle ripercussioni che una protesta avrebbe potuto avere sul risultato sportivo della 50 km. Al momento, tuttavia, le preoccupazioni sembrano scemare e dunque lasciare spazio a un weekend di gare privo di intoppi logistici.
Tra i firmatari c’è anche Frida Karlsson, che nel corso della conferenza stampa che ha seguito la staffetta femminile, alla quale era presente anche l’inviato di Fondo Italia Giorgio Capodaglio, ha spiegato la sua scelta di sostenere questa iniziativa: “Per me era ovvio firmare, perché rispetto molto l’impegno per il clima e il lavoro che fanno per l’ambiente. Si può vedere chiaramente, ha piovuto così tanto in questo settimana ed è l’inizio di marzo, non è usuale. Mi piacciono gli inverni bianchi e nevosi, questo è il motivo per cui ho firmato”. Non ancora nell’elenco degli atleti che hanno aderito all’iniziativa Ebba Andersson, che però non nega la possibilità di farlo a breve: “Per ora ci siamo focalizzate sulla staffetta. Poi spero che avremo il tempo anche noi di firmare”.
A dire la sua sul tema è anche Jessie Diggins, che ai microfoni di Fondo Italia spiega: “E’ qualcosa che va oltre la tutela del nostro sport, è piuttosto ovvio se ci si guarda intorno e si vedono le condizioni qui. Questo è il risultato a livello visivo, ma è qualcosa che ha effetti su tutti a livello globale e penso che noi siamo in una posizione unica, con una voce forte che ci permette di parlare e questo è molto importante. Sono molto fiera di chiunque lavori per trovare soluzioni per il futuro e sicuramente riconosco l’ipocrisia dell’essere atleta e dover viaggiare molto. Ma penso che abbiamo le tecnologie e le soluzioni per essere in grado di spostarsi per le gare, lauree, matrimoni, feste e viaggi di lavoro. Tutti qui viaggiamo per lavoro e penso che possiamo farlo in un modo che non faccia male al pianeta, è importante continuare a lavorare per il futuro”.
Si unisce alla discussione anche Julia Kern, che da membro della Commissione Atleti della FIS si è occupata da vicino della questione: “Siamo sottoposti a orari serrati e sono fiera che siamo riusciti a fare questo durante i Mondiali e prima della 50 km. Questa soluzione non è solo per il presente, visto che il cambiamento climatico è qualcosa a lungo termine. Penso ci sia tempo per comunicare con gli atleti e vedere se riuscire a raccogliere più firme. Questa lettera è stata mandata agli atleti in tarda ora ieri sera (l’altro ieri, ndr), quindi non abbiamo avuto ancora molte possibilità per informarci e capire bene la situazione. Penso che questo sia uno dei miei obiettivi. Facciamo sempre una riunione degli atleti a fine stagione. Gli atleti hanno bisogno di essere ben informati sul tema, per prendere decisioni consapevoli. La mia speranza è di avere più atleti che firmeranno nel futuro, ma non incolpo nessuno per non aver firmato. Abbiamo orari veramente tirati e si parla di un cambiamento a lungo termine. Quindi servirà tempo”.