“In gara non riusciamo a fare quel che dimostriamo in allenamento”. Sono le parole di Dominik Windisch al termine della staffetta junior femminile, che ha visto l’Italia terminare al quinto posto, però con un distacco abissale dalle posizioni di vertice. Cinque giri di penalità sono decisamente tanti, anche se il vento certamente non era dalla parte delle nostre. “Il poligono sembrava maledetto, ogni volta che una delle nostre ragazze si presentava al tiro, qualcuno accendeva il ventilatore”, ci scherza sopra Samantha Plafoni, e Francesca Brocchiero aggiunge: “Al tiro in piedi sono arrivata che il vento mi sospingeva in avanti.”
Il poligono di Östersund infatti è tutt’altra cosa rispetto agli impianti che conosciamo bene in Italia e dintorni, come Ridanna, Anterselva oppure Obertilliach. Anche in Val Martello c’è spesso il vento, ma è diverso da quassù in Svezia. “Da noi dai le due tacche e sei a posto, qui proprio non capisci cosa fare”, commenta Francesca Brocchiero, assecondata da Fabiana Carpella.
Dominik Windisch, che a Östersund ha conquistato il titolo mondiale in mass start con le stesse condizioni, non condivide del tutto: “Forse ci manca anche quel pizzico di sangue freddo, la capacità di trasmettere tutto ciò che si è imparato negli allenamenti sulla situazione in gara. Noi ripetiamo sempre le stesse cose, le stesse raccomandazioni, ma all’atto finale tocca all’atleta tramutarlo in azione. Comunque è giusto fare anche queste esperienze”.
Esce mogia dal Mondiale Birgit Schölzhorn: “Non è stata la mia settimana. Subito 6 errori nell’individuale, poi parto nella sprint con 4 errori a terra – sono proprio delusa di me.” Quando le rileviamo che nella mass start era in seconda posizione all’ultimo poligono e che soltanto il vento bizzarro l’ha buttata indietro, replica: “Se devo accontentarmi di ciò è tutto detto. È troppo poco.” Come a dire: Anche un quasi-gol non ha oltrepassato la linea bianca.
