È una delle gare più spettacolari e caotiche nel programma iridato e olimpico dello sci di fondo. La team sprint è un format sempre molto particolare, con alta velocità, caos in pista, contatti e cambi a volte molto rischiosi.
UOMINI
Ne sa qualcosa anche lo stesso Johannes Klæbo che nel 2017 a Lahti chiuse al quarto posto in coppia con Iversen, dopo che il suo compagno di squadra commise un errore cadendo nell’ultimo giro, lanciando all’oro la Russia e all’argento un’ottima Italia con Nöckler e Pellegrino. Da allora, però, in qualsiasi grande evento, la Norvegia, sempre con Klæbo, non è mai scesa dal gradino più alto del podio: Pyeongchang 2018 (skating con Sundby), Seefeld 2019 (classico con Iversen), Oberstdorf 2021 (skating con Valnes), Pechino 2022 (classico con Valnes) e Planica 2023 (skating con Golberg).
Domani sarà Valnes in coppia con Klæbo, insomma i primi due classificati della 10 km a classico di oggi. Possibilità di vederli su un altro gradino del podio che non sia il primo? Poche, anzi pochissime, ma chissà se le fatiche della 10 km a classico non possano incidere su uno dei due.
I principali avversari sono forse gli svedesi, che si presentano con il sempre verde Halfvarsson e il giovanissimo Anger. Insomma due generazioni diverse. Ovviamente sotto la lente di ingrandimento c’è proprio l’esperto Halfvarsson, perché Anger ha mostrato in realtà di essere in condizione con la bella prova nella 10 km a classico di oggi.
L’Italia punta a una medaglia con Davide Graz che affiancherà Federico Pellegrino, che spera di poter ottenere la medaglia con tre atleti nati in tre decenni diversi, dopo quelli con Nöckler (nato negli anni ottanta) e De Fabiani (nato negli anni novanta).
Attenzione anche alla Francia con la coppia formata dal solito pericolosissimo Jouve e da quello Chappaz che ai Mondiali sa sempre farsi trovare pronto. Da tenere d’occhio anche gli statunitensi Schumacher-Schoonmaker, i finlandesi Hakola-Vuorinen e soprattutto il duo svizzero svizzero Riebli-Grond.
FEMMINILE
Inutile girarci intorno, la squadra da battere è ovviamente la Svezia, che sogna il poker mondiale nella team sprint femminile. Dopo le vittorie di Dahlqvist – Nilsson a Seefeld, Dahlqvist – Sundling a Oberstdorf e Ribom – Sundling a Planica, toccherà nuovamente a Dahqlvist e Sundling tentare l’impresa. Curiosa però la scelta dello staff tecnico, perché in realtà sarà Sundling in prima frazione e Dahlqvist in seconda. Ciò significa che si punta sulla prima per staccare le avversarie senza nemmeno arrivare allo sprint finale. Chi può batterle? Difficile dirlo, anche se sulla carta le avversarie principali sono le norvegesi con Lotta Udnes Weng e Kristine Stavås Skistad. Possibilità di farlo? Poche, a meno che le svedesi non si ritrovino materiali poco all’altezza.
E le altre? Sempre pericolosa la Germania che schiererà la coppia Katharina Hennig – Laura Gimmler. Attenzione alla Finlandia che con Kerrtu Niskanen e Jasmi Joensuu può sicuramente pensare di ottenere un posto sul podio. Gli Stati Uniti proveranno a dire la loro con Jessie Diggins e Julia Kern; se supportate da buon materiale, potrebbero lottare per le prime posizioni, così come le finladesi. La Francia porta Melissa Gal e Lena Quintin, scelta abbastanza obbligata, mentre la Svizzera va con Weber-Fähndrich ed è molto pericolosa per le medaglie.
E l’Italia? Le azzurre si presentano con Caterina Ganz e Federica Cassol. Conquistata la finale, l’obiettivo è provare a migliorare il decimo posto ottenuto dall’Italia a Planica 2023 e Lahti 2017. Per trovare un risultato migliore tocca tornare a Val di Fiemme 2013 con il quinto posto di Piller e Debertolis.