È orgoglioso ed emozionato Mark Chanloung quando arriva in mixed zone al termine dello skiathlon da 20 km maschile del Mondiale di Trondheim. Il valdostano che gareggia per la Thailandia, paese di suo papà, è giunto 75° nella gara che ha incoronato Johannes Klæbo campione del mondo. Al quarto Mondiale della sua carriera, per la prima volta Chanloung non è stato costretto a partire dalle qualificazioni.
«Con il cambiamento delle regole FIS, sono riuscito a guadagnarmi l’accesso diretto al Mondiale, senza passare per la qualificazione» racconta a Fondo Italia. Gli occhi descrivono l’emozione di un pomeriggio che non può essere normale per chi è prima di tutto un appassionato come lui: «Già nel riscaldamento c’era un’atmosfera incredibile. Poi nel primo giro c’erano urla, tifo, addirittura i fumogeni, sembra di essere in uno stadio di calcio nel giorno del derby, indimenticabile».
L’orgoglio del valdostano thailandese è però legato alla presenza qui di due atleti che lui stesso allena. Perché Mark Chanloung non ha solo preso la cittadinanza thailandese per togliersi lo sfizio di gareggiare, bensì ha l’idea di creare un movimento, di dare e lasciare qualcosa. «Con me sono qui due ragazzi che alleno – dice – e uno dei due correrà la team sprint con me il 5 marzo. Sarà la prima team sprint maschile per noi».
Chanloung è felice perché vede sempre maggiore interesse in Thailandia, dove sono presenti otto sci club con tanti club satellite, che hanno portato ai Campionati Nazionali di skiroll ben 270 atleti, tra i sei e i sedici anni. «Il movimento sta crescendo ed ora spero di far qualificare due persone per le Olimpiadi di Milano-Cortina, per poter gareggiare anche nella team sprint. Sarebbe bello portare ai Giochi in Val di Fiemme, uno degli atleti che sto allenando da ormai tre anni».
Allenamento che porta Chamloung a stare spesso lontano dalla sua Valle d’Aosta: «Nel corso dell’estate ci alleniamo in Thailandia, mentre in autunno andiamo dove c’è neve, solitamente Kazakhstan o Corea del Sud, dove è bello, fa freddo e si può innevare presto, ma soprattutto costa poco».
Ora l’obiettivo è portare due atleti alle Olimpiadi. «Siamo ventinovesimi nel ranking nazioni. Per due atleti bisogna essere nella top trenta. Con questo Mondiale e le tre tappe finali di Coppa del Mondo dovremmo riuscire a farcela. Sono orgoglioso dei miei risultati, degli atleti che alleno e di come stiamo gestendo nazionale e movimento».