“Ritirati”, “ormai ha dato”, “sei un’ex atleta”, “fai posto alle altre”. Incredibile ma vero, sono solo alcuni dei commenti ingenerosi, brutti e anche maleducati che Dorothea Wierer ha ricevuto in questi giorni sui social.
Una profonda mancanza di rispetto nei confronti di un’atleta che ha dato e sta ancora dando tantissimo al biathlon italiano, dedicando tutta sé stessa, sacrificandosi anche per la squadra quando le viene chiesto, stringendo i denti pure di fronte ad evidenti difficoltà fisiche.
A Lenzerheide, Dorothea Wierer non si è tirata indietro quando le è stato chiesto di scendere in pista per la single mixed relay, perché i tecnici l’avevano ritenuta comunque l’opzione migliore da affiancare a Giacomel, in una competizione unica, la più particolare nel panorama del biathlon.
Doro lo ha fatto per la squadra e per quella voglia di non mollare mai, al punto anche di gareggiare nella staffetta femminile, per poi non scendere in pista ieri nella mass start. Quanti lo avrebbero fatto?
Un’atleta magnifica, accolta ovunque come una stella, dalla Francia alla Germania, alla stessa Svizzera. La più seguita dai fans, ma anche dai media, come si è visto nel corso del Mondiale, quando l’annuncio della sua presenza nel media centre ha generato un vero e proprio corto circuito mediatico.
Dorothea Wierer è il biathlon, non solo per i risultati o per il modo di competere, ma ovviamente anche per il suo atteggiamento, per la capacità di catturare attenzione e simpatia, di far innamorare tifose e tifosi, di essere un esempio per tante bambine.
Un’atleta che all’Italia ha regalato 4 ori, 5 argenti e 3 bronzi mondiali, 3 bronzi olimpici, 2 coppe del mondo generali, 4 coppe di specialità, 18 vittorie in Coppa del Mondo (13 individuali).
Il mondo reale parla di un’atleta vincente, ancora lì a lottare, sfortunata per un malanno di troppo arrivato nel momento sbagliato, ma sempre amata e sostenuta dagli appassionati ad ogni latitudine. Senza contare il fatto che – risultati alla mano e al netto dell’assenza di Lisa Vittozzi – è ancora lei l’atleta azzurra più competitiva, tanto che la sua qualificazione per la mass start dei Mondiali era arrivata in quanto tra le migliori 15 della generale di Coppa del Mondo. Altro che “ex atleta”. E poi c’è il mondo social, un’altra realtà, ma che purtroppo è anch’essa parte del mondo moderno.
Si può riflettere sul fatto che certi messaggi siano frutto di poca gratitudine nei confronti di Wierer da parte di chi da italiano ha gioito e goduto per le sue vittorie. Dall’altra parte, però, si è portati forse a pensare diversamente: chi scrive certe cose ha solo vissuto nella frustrazione per anni, non l’ha mai sostenuta, ha invidiato il suo successo, la sua simpatia, il suo stile di vita, la sua leggerezza o forse, più semplicemente, rientra solo nel gruppo di chi ama odiare.
Non è infatti una novità. Wierer si aggiunge alla lista degli atleti italiani amatissimi e vincenti, che hanno poi quel piccolo gruppetto di “odiatori seriali”. I cosiddetti “haters”, gli stessi che hanno avuto e hanno da sempre tanti altri campioni dello sport italiano: Valentino Rossi, Federica Pellegrini, Gianmarco Tamberi, anche lo stesso Jannik Sinner e così via. Quegli insulti a Doro sono gli stessi che il portabandiera azzurro a Parigi 2024 ha ricevuto dopo essere stato male proprio alla vigilia della gara più importante.
Messaggi che fanno male, anche a chi come Doro sembra riuscire a farsi scivolare tutto addosso senza alcun problema. Leggere certe cose ferisce anche lei, perché le è difficile comprendere tutta questa inattesa cattiveria nei suoi confronti, pur essendo consapevole che si tratti soltanto di invidia e frustrazione.
Ma certamente, Wierer saprà mettere presto tutto da parte, forse lo ha anche già fatto, travolta dall’affetto di tanti tifosi, quelli che anche in questi giorni la cercavano, urlavano per lei ed erano anche emozionati nel vederla lì a bordopista durante la staffetta maschile o in zona poligono in occasione della mass start domenicale.