La Norvegia (Stroemsheim, T. Boe, Laegreid, J. Boe), con una prova eccezionale al tiro, firma la sorpresa e sconfigge la Francia (E. Claude, F. Claude, Perrot, Fillon-Maillet), grazie ad una disposizione tattica degli atleti forse più azzeccata rispetto ai transalpini, che hanno pagato forse la scelta azzardata di escludere Jacquelin. Gli scandinavi hanno preso il comando dopo il lancio con un ottimo Stroemsheim e da lì non si sono più girati indietro, gestendo e incrementando pian piano il margine. Dal loro canto i blues, che quest’anno avevano sempre vinto, hanno cercato di rientrare, ma non sono mai stati in grado di recuperare abbastanza sugli sci e hanno pagato qualche ricarica in più al poligono.
Dietro si è corsa un’altra gara parallela, con le altre nazioni che sono state presto staccate nettamente e hanno potuto combattere soltanto per il bronzo. La contesa si è risolta nell’ultima tornata a favore della Germania, con Samuelsson che non è riuscito a riacciuffare Horn, più preciso di lui in piedi e bravo a salvarsi sugli sci. Quarto posto quindi per la Svezia, mentre è quinta l’Italia, un po’ troppo fallosa al tiro per potersi giocare il podio, nonostante un’altra ottima performance di Giacomel. Sesto posto per un’ottima Cechia. Settimi i padroni di casa della Svizzera, poi Ucraina, USA e Finlandia.
CRONACA DELLA GARA
E’ il momento dell’attesa staffetta maschile 4×7,5 km ai mondiali di biathlon di Lenzerheide. La gara si prospetta come molto selettiva, viste le condizioni della neve, già bagnatissima nella mattinata e in ulteriore peggioramento nel pomeriggio, nonostante il trattamento col sale, dopo che il sole l’ha scaldata per diverse ore.
Inizio di gara molto tattico e primo giro lento, nel quale tutte le squadre sono raggruppate. Stroemsheim aumenta leggermente l’andatura all’approccio al poligono, dove entra al comando. Molto bene Cappellari al tiro, con l’Italia che esce al comando, nonostante la rottura di un bastoncino. Qualche difficoltà per la Norvegia che usa due ricariche, una sola invece per Emilien Claude e Brandt. Il ritmo nuovamente tranquillo anche nella seconda tornata ricompatta di nuovo il plotone e consente il recupero anche alle nazioni che avevano usato ricariche a terra.
Si arriva al tiro in piedi di nuovo tutti assieme (ben 16 nazioni davanti!), qui è Stroemsheim il primo ad uscire con una sessione veloce e precisa, davanti alla Svizzera, all’Austria e alla Francia. Pulito ancora Cappellari, ma molto lento a rilasciare i colpi e settimo in ritardo di 15”. Norvegia sola al comando al cambio grazie ad un grande ultimo giro di Stroemsheim, con la Francia a 15” di ritardo, mentre soffre l’Italia nel giro conclusivo e Hofer riparte decimo con più di 40” di ritardo dalla vetta.
Tarjei Boe mantiene qualche secondo di margine su Fabien Claude nel primo giro, mentre dietro risale bene sugli sci Hofer, con un’azione aggressiva in salita e sfruttando i buoni materiali in discesa. L’azzurro rientra sul gruppetto al terzo posto, recuperando anche secondi sulla vetta e ora attestandosi a circa 30”. Al poligono a terra non sbaglia la Norvegia, mentre chiude con una ricarica Claude. Esce terzo con lo zero Eder, mentre Hofer va in difficoltà e si salva solo con 3 ricariche. L’azzurro scende in classifica a 1’ di ritardo dal leader, sprecando così un eccellente primo giro. Norvegia sempre al comando e insieme alla Francia sembrano già fare gara a sè, con le altre nazioni, insieme in un gruppetto, distanziate già di più di 30”. Hofer cerca di recuperare terreno sugli sci e risale al decimo posto nel secondo giro.
Si arriva alla sessione in piedi, che vede l’esperto norvegese sbagliare un bersaglio e utilizzare due ricariche per coprirlo, ma Claude fa lo stesso e così il distacco resta invariato. Dietro però sbagliano tutti e così nessuno riesce a rientrare. Ottimo 5/5 rapido di Hofer che passa sesto, ma vicinissimo al terzo posto, mentre Nelin finisce nel giro di penalità. Nell’ultima tornata l’azzurro paga un attimo gli sforzi e perde qualche secondo dalla vetta, rimanendo comunque molto vicino alle squadre in lotta per il podio. Al cambio la Francia paga 30”, per via di una grande azione di Boe, mentre l’Italia è sesta a 1’.
Laegreid ha un buon margine e vuole farlo fruttare spingendo nel primo giro. La Norvegia si presenta al poligono con ancora quasi 30” di ritardo, nonostante gli sforzi di Perrot. Dietro Zeni rimane con Ucraina, Svizzera e Estonia, a pochi secondi da Germania, Finlandia e Cechia, ormai a più di 1’ di ritardo. La serie a terra vede Laegreid mettere a segno il solito zero, mentre Perrot è costretto ad una ricarica, perdendo altri secondi. Zeni è costretto a due ricariche e perde posizioni e secondi preziosi, scavalcato anche da USA e Svezia, con Wright e Ponsiluoma in forte rimonta. Lo statunitense è scatenato e si avvicina tantissimo anche al terzo posto di Kuehn nel secondo giro.
Si arriva al poligono in piedi con Perrot che non riesce a guadagnare nulla sugli sci e resta a 40” di distacco. Al tiro Laegreid è ancora infallibile e lancia la propria squadra verso un grande successo, anche se Perrot firma un poligono d’autore e tiene la Francia a galla. Dietro la Germania resta terza con lo zero di Kuehn. Altri errori purtroppo per Zeni, con l’Italia che è decima e molto distante dalla zona podio. Serviranno svarioni degli avversari e una prova super di Giacomel per rientrare in corsa. Laegreid al cambio conserva 40” sulla Francia, che ora avrà vita difficilissima con Fillon-Maillet chiamato all’impresa di rientrare su Johannes Boe. Germania sempre terza e ormai lontanissima, mentre l’Italia è decima.
Johannes Boe parte subito forte, con la netta intenzione di chiudere subito la contesa, rifilando subito 15” nel primo giro al rivale francese. Dietro Giacomel prova a forzare per recuperare terreno. Il campione norvegese ha tutto il tempo di gestire il tiro a terra e non sbaglia, ipotecando così il successo finale. Fillon-Maillet usa una ricarica e ormai sembra essere in modalità risparmio, con l’unico obiettivo di conservare energie e l’argento, visto anche il grande margine sul terzo posto. La Germania va in difficoltà e deve usare tre ricariche, uscendo insieme alla Svezia, con Horn tallonato da Samuelsson. Giacomel ne sbaglia uno e risale al sesto posto. Il podio dista 40”.
Con le prime due posizioni ormai cristallizzate, l’ultimo poligono si preannuncia molto interessante solo per la lotta per il bronzo. Boe chiude magistralmente con lo zero ed esulta verso i propri allenatori facendo il gesto della vittoria. Fillon-Maillet usa una ricarica, ma conferma l’argento francese. Dietro Svezia e Germania arrivano appaiate con Horn che fa zero, mentre lo svedese usa una ricarica e riparte con 13” di ritardo. Giacomel guadagna ancora ed è quinto. Per i primi il margine è così evidente che addirittura Boe e Fillon-Maillet si fermano per salutarsi in un punto in cui la pista si incrocia tra salita e discesa. Il norvegese arriva trionfante con il bandierone, mentre dietro Horn si difende e conquista il bronzo per la Germania.
Classifica finale, TOP 6
- Norvegia (E. Stroemsheim, T. Boe, S. Laegreid, J. Boe) 1h18’18.1 (0+4)
- Francia (E. Claude, F. Claude, E. Perrot, Q. Fillon-Maillet) +41.9 (0+7)
- Germania (P. Nawrath, D. Riethmuller, J. Kuehn, P. Horn)+1’35.9 (0+10)
- Svezia (V. Brandt, J. Nelin, M. Ponsiluoma, S. Samuelsson) +1’54.0 (1+11)
- Italia (D. Cappellari, L. Hofer, E. Zeni, T. Giacomel) +2’12.7 (0+10)
- Cechia (T. Mykiska, V. Hornig, J. Marecek, M. Krcmar)+2’24.1 (0+9)
Le classifiche finali QUI