Le conquiste più grandi spesso passano dalle cadute più fragorose. Lo sa bene Giovanni Ticcò, che era stato protagonista ad inizio stagione di un incidente di percorso non indifferente, ma che ora può gioire per aver raggiunto uno dei traguardi più importanti della sua giovane carriera. Per Ticcò la conquista si chiama Trondheim 2025, considerando che tra i nomi degli atleti convocati per la rassegna mondiale diramati dalla FISI nei giorni scorsi compare anche il nome del trentino classe 2000, alla sua prima chiamata ai Mondiali. E pensare che solo qualche mese fa l’atlete delle Fiamme Oro doveva far fronte a una frattura al braccio in seguito a una caduta in bicicletta, con conseguente stop di oltre un mese. Dal gesso ai Mondiali, la scalata di Ticcò prende in un certo senso – e con le dovute proporzioni – ispirazione da un simbolo dello sport italiano come Gianmarco Tamberi.
Ma andiamo con ordine. E’ l’inizio di agosto 2024 e dal raduno a Ville di Fiemme del Gruppo Milano-Cortina giunge la notizia dell’infortunio di Giovanni Ticcò, caduto in bicicletta e costretto a indossare il gesso per 40 giorni, in ragione di una frattura del radio riportata nell’incidente. A poche settimane dal via della stagione invernale la notizia non è delle migliori, ma il fondista azzurro non si perde d’animo e continua a lavorare, nonostante le limitazioni imposte dal gesso. Per simboleggiare quella volontà di continuare a tenere duro, decide di mettere nero su bianco i suoi obiettivi, scrivendo sul gesso quello che nella stagione in arrivo sarebbe stato il suo obiettivo più grande. “Road to Trondheim 2025”, si legge sul gesso di Ticcò, un promemoria che poi riporterà anche sul tutore indossato successivamente.
La stagione inizia, Ticcò inizia ad ingranare fino ad arrivare prima a conquistarsi un posto al Tour de Ski e poi – al termine della tappa di Falun – a prendersi anche il tanto agognato biglietto per Trondheim. Una convocazione che il trentino non tarda a festeggiare sui social, attraverso un post in cui condivide le immagini dei giorni di degenza, accompagnando la foto a un commento eloquente: “Finalmente sulla strada per Trondheim”. Una storia che, in parte, si ispira a quella di Gianmarco Tamberi – campione olimpico del salto in alto – il quale aveva deciso di affrontare un incidente di percorso simile a quello di Ticcò grossomodo nella stessa maniera. Fermato da una lesione tendinea a quasi un mese dalla Olimpiadi di Rio 2016, il saltatore azzurro era stato costretto a mettere un gesso, sul quale – proiettandosi ai suoi obiettivi futuri – aveva scritto proprio “Road to Tokyo 2020”, ovvero le Olimpiadi successive.
Tutti sanno poi com’è andata a finire la storia di Tamberi, laureatosi a Tokyo campione olimpico con seguente festeggiamento in compagnia di un pezzetto di quel gesso, come a voler simboleggiare il superamento di una difficoltà così grande, armato della sola forza di volontà. Un tratto, quello della determinazione, che accomuna in questo caso Tamberi e Ticcò, tanto che il fondista azzurro, nel postare le foto del proprio gesso, non si è trattenuto dal taggare proprio Gianmarco Tamberi. Di certo si tratta di due storie diverse e due personaggi – anche in termini di età e palmarés – decisamente lontani, ma l’accostamento non può che far sorridere e ben sperare. Una cosa è certa: Ticcò quel pezzetto di gesso lo porterà con sé sull’aereo per Trondheim.