Una delle rivelazioni di questa stagione 2024/25, Ella Halvarsson regala alla Svezia la sua seconda medaglia d’argento dei Mondiali di Lenzerheide, dopo quella di Elvira Oeberg nell’Inseguimento. La 25enne di Borlänge ha conquistato il podio mondiale nello stesso format in cui aveva trovato il podio nella prima gara della stagione a Kontiolahti, quando aveva stupito tutti con una gara pressoché perfetta. In quell’occasione, un bersaglio mancato l’aveva privata del gradino più alto del podio, mentre oggi è grazie al tiro perfetto che è riuscita a conquistare la medaglia. L’inviato di Fondo Italia nella località elvetica, Giorgio Capodaglio, l’ha incontrata al termine della gara per raccogliere la sua emozione che difficilmente riesce a nascondere: “Non faccio altro che ridere e piangere! È stata una forte emozione, mi sto godendo al massimo questa medaglia, non potrei essere più felice di così in questo momento”.
La svedese prosegue raccontandoci quando ha capito che la giornata sarebbe stata speciale per lei: “Dopo l’ultimo poligono avevo delle buone sensazioni. Con il 20/20 mi sono resa conto che era possibile e a quel punto nell’ultimo giro ho semplicemente lottato come se ne valesse della mia vita. Sono stata avvertita che dietro di me c’erano diverse ragazze molto veloci quindi non potevo far altro che spingere forte e sono stata felicissima di tagliare il traguardo”.
Oltre ad essere precisissima, l’ultimo poligono, quello più delicato, Halvarsson l’ha completato in maniera incredibilmente veloce, con un tempo 22″5. Qual è stato il suo segreto? “Ho cercato di rilassarmi il più possibile prima del tiro, nell’ultima discesa, cercando di non entrare troppo velocemente al poligono e concentrandomi in previsione del tiro. A quel punto dovevo rimanere calma ma aggressiva. Nella mia testa ha riecheggiato la frase “ok, let’s go” (ok, andiamo, trad.). Poi quando tiro ho bisogno di vedere i bersagli: è una cosa semplice, ma era importante per me rimanere focalizzata altrimenti non riesco a chiudere i bersagli, ma non mi è mai sembrato di star affrettando i tempi, ha solo funzionato bene”.
La cosa che colpisce di più dell’atleta, è che, in fondo, non ha sulla carta grande esperienza in Coppa del Mondo: prima di novembre aveva avuto solo paio di apparizioni nel massimo circuito al termine della stagione 2022/23; tra la scorsa stagione e quella attuale, però, la svedese ha avuto un cambiamento radicale che, ci spiega, è stato principalmente determinato dalla “promozione in Squadra A, ho avuto la possibilità quest’estate di effettuare la preparazione con Elvira, Hanna (Oeberg) e Anna (Magnusson, ndr) e loro sono le migliori, oltre ad essere tra le atlete più veloci. Allenarmi con loro mi ha aiutata molto, in più ho avuto quasi un intero anno senza malanni o infortuni e questa è la cosa più importante per ottenere quella continuità necessaria”. Nulla però, lasciava presagire un exploit simile: “Naturalmente non ho mai pensato di poter salire sul podio. Fino allo scorso autunno ero molto indietro rispetto alle mie compagne e solo negli ultimi intervalli prima dell’inizio della Coppa del Mondo ho incominciato a sentire che le cose stavano girando abbastanza bene”.