Falun e Lenzerheide, a poco meno di 2000km di distanza tra il centro del fondo di Lugnet in Svezia e la Roland Arena elvetica, dove in questi giorni si stanno svolgendo i Mondiali di biathlon, eppure le due località non sono mai state più vicine come in questo weekend. Ad unirle, una terza nazione, gli Stati Uniti, che con le loro rispettive squadre di sci di fondo e biathlon, hanno attirato l’attenzione su di sé negli ultimi due giorni in maniera difficilmente pronosticabile.
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Se nello sci di fondo al femminile i podi di Jessie Diggins sono la quasi la prassi, con la leader della classifica generale di Coppa del Mondo che ha dominato la Mass Start a skating che si è svolta questa domenica alla presenza di re Carlo Gustavo – che ha stretto la mano alla campionessa, lo stesso non si può dire della controparte maschile, per cui salire sul podio e sbaragliare la corazzata norvegese non è altrettanto facile. E Gus Schumacher ci è riuscito ieri, trovando la piazza d’onore dietro solo a Paal Golberg.
In Svizzera, ancora più straordinario il doppio argento di Campbell Wright, neozelandese “in prestito” ad una squadra a grande traino tricolore, a partire dal capo allenatore Armin Auchentaller, passando il suo vice Emil Bormetti fino ad arrivare al team di skiman. L’ultima medaglia a stelle e strisce in un campionato mondiale per gli Stati Uniti è quella della sprint dei Mondiali di Anterselva vinta da Susan Dunklee, nel 2020: proprio come Schumacher, l’esplosivo Wright, considerato da sempre un grande talento del biathlon, vista la sua capacità di emergere in giovane età nonostante provenisse da una piccola nazione, ha dovuto vedersela con i giganti norvegesi. Nel suo caso, il più gigante tra i giganti, Johannes Thingnes Boe è stato l’unico a frapporsi tra Wright e la medaglia dal metallo più prezioso: un Davide che non riesce a sconfiggere Golia, ma gli mette tanta pressione. Non male per un atleta che finora non era mai salito sul podio in Coppa del Mondo, accarezzandolo “solo” in più di un’occasione, trovare il secondo posto in due gare consecutive, battuto al biathleta più vincente di sempre nei Mondiali.
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Due team che si supportano anche a distanza, con Diggins che prende il ruolo di portabandiera dei colori americani andando oltre la propria disciplina, e sostenendo l’incredibile risultato di Wright sui suoi social, oltre a quelli dei suoi compagni di squadra.
Può sembrare che questi risultati siano frutto del caso, di una coincidenza fortuita, ma in realtà gli Stati Uniti si dimostrano sempre nazione dei grandi eventi, in grado di farsi trovare pronta quando più serve: con i Mondiali di Trondheim dietro l’angolo, anche i fondisti statunitensi proveranno ad andare contro i pronostici, proprio come fatto in questi giorni dal biathleta, e a fare impresa se possibile doppia, salendo sul podio in casa dei norvegesi. E, non bisogna dimenticarlo, le Olimpiadi sono davvero ormai all’orizzonte…