Arriva in mixed zone pochi minuti dopo che la FISI ha annunciato il forfait di Dorothea Wierer per l’individuale. Un’intervista che avevamo concordato con Klaus Höllrigl già in precedenza, per commentare la prima settimana del Mondiale di Lenzerheide. Inevitabile però partire dalla notizia dell’assenza di Wierer.
«Doro non è guarita – afferma il dt della nazionale italiana di biathlon – la situazione è rimasta la stessa di domenica, è ancora ammalata. Come già nell’inseguimento, non avrebbe avuto alcun senso portarla in gara. Adesso la lasciamo guarire, poi tornerà ad allenarsi e allora vedremo quali gare riuscirà a fare questa settimana».
L’obiettivo è recuperarla per la single mixed?
«Si, ma se non dovesse farcela, avremo le alternative per sostituirla».
Certamente ancora una volta l’Italia è un po’ sfortunata in occasione del Mondiale.
«Le malattie fanno parte dell’inverno. Gli atleti si allenano tanto e possono ammalarsi. A volte tocca agli altri, in altre occasioni a noi. Bisogna solo accettare la situazione e non parlare di sfortuna».
Facciamo un bilancio di questa prima settimana del Mondiale di Lenzerheide.
«Il bilancio è certamente positivo, soprattutto perché non mi limito a contare i podi ma valutare le prestazioni. Nella mista la medaglia era nelle nostre mani, ma non l’abbiamo chiusa. Anche questo però è il biathlon ed è ciò che rende affascinante il nostro sport. Nelle altre gare sono arrivati tre quinti posti e un’altra top ten. È vero, alcuni atleti hanno fatto delle prestazioni sottotono, ma come partenza mondiale possiamo essere contenti».
La stessa Wierer è stata in gioco per la medaglia nella sprint prima di calare nel finale.
«Anche lei aveva sicuramente la possibilità in quella gara di ottenere un buon piazzamento o salire sul podio. Purtroppo sono arrivati due errori in piedi, poi all’ultimo giro ha pagato il suo stato di salute. Sono cose che succedono e bisogna accettarle».
Parliamo dei due azzurri protagonisti in questa prima settimana, Michela Carrara e Tommaso Giacomel. Partiamo dalla valdostana. Vero, quella di Lenzerheide è una pista che le piace, ma ottenere i migliori risultati in carriera proprio al mondiale, non è banale.
«Io sono particolarmente contento della sua prestazione nell’inseguimento, perché ero curioso di vedere se fosse riuscita o meno a confermarsi, anche perché si trovava in una situazione del genere per la prima volta. Lo ha fatto. Già nel corso dell’estate, Michela ha lavorato bene al poligono e di conseguenza a chiudere i bersagli. Ancora non le riesce ogni giorno, ma adesso riesce a fare un bel lavoro, che è la base per ottenere risultati al tiro. Per quanto riguarda il suo passo sugli sci, ho sempre detto nel corso dell’inverno quanto mi aspettassi di più da lei. Per me non è la pista che è adatta a lei, semplicemente vedo la Michela Carrara che mi aspettavo, perché ha questi numeri, sa fare queste prestazioni sugli sci. Non credo che ciò sia legato alla pista. Mi aspettavo queste prestazioni da lei e sono arrivate al momento giusto».
Due quinti posti per Giacomel, che ha sfiorato la medaglia sia nella sprint che nell’inseguimento. Nonostante il podio fosse molto vicino, al termine della gara l’ho trovato molto tranquillo. Ho l’impressione che abbia iniziato a vivere meglio le gare, reagendo con maggiore tranquillità ai risultati.
«Questo fa parte della crescita di un atleta, che negli anni matura fisicamente e mentalmente. Forse in passato il modo in cui viveva emotivamente la gara era un po’ il suo punto debole, ma oggi Tommy è migliorato tanto anche sotto quell’aspetto. È molto più tranquillo. Ieri sapeva di aver fatto una bella gara, perché alla fine ha commesso solo due errori e sugli sci ha preso 35”, che non vuol dire certo essere andato male. Semplicemente, ieri ha trovato altri quattro atleti che hanno fatto meglio. Questa sua crescita mentale, sottolineata nella domanda, è probabilmente anche il segreto di queste cinque cerimonie floreali consecutive. Oggi Tommaso riesce a superare subito sia le belle che le brutte prestazioni. Anche dopo gli errori nella staffetta mista, ha dato subito un segnale forte nella sprint. È un uomo molto intelligente, sa su cosa lavorare e lo ha fatto a lungo per tutta la preparazione».