Nella sprint la medaglia iridata ai Mondiali di Lenzerheide è forse arrivata come una sorpresa per Campbell Wright, benché durante il corso della stagione il neozelandese naturalizzato statunitense ha dimostrato di potersi giocare il podio in più di un’occasione, ma nell’Inseguimento di domenica, è arrivata la conferma che il 22enne non è sul podio per caso. Intervistato dall’IBU a fine gara, il biathleta in realtà smentisce questa narrazione: “È stata una sorpresa ancora più grande se possibile, ad essere completamente onesti. Oggi ho confermato quello che ho dimostrato tutto quello che posso fare, che posso gareggiare bene ed è tutto quello che sono venuto a fare qui. Oggi sono riuscito a gareggiare liberamente, non avevo aspettative o pressioni e sono andato in pista con l’obiettivo di godermi la gara facendo il massimo. Mi sono goduto ogni metro di quel tracciato e ogni colpo che ho sparato“
A proposito del tiro, le telecamere non hanno mancato di catturare il momento in cui Wright ha completato il 5/5 finale, che ha sancito la sua medaglia d’oro, quando un sorriso enorme si è aperto sul suo viso: “So che Eric (Perrot) e Sturla (Laegreid) sono tra i migliori tiratori al mondo in piedi, pensavo che se avessi sbagliato sarei sceso dal podio e quando ho completato la serie sapevo di avercela fatta ed è una sensazione bellissima, che non hai nella sprint, quando non sai mai a che punto ti trovi. La sprint è una gara ma nell’inseguimento competi davvero, e quindi sono veramente felice di poter competere oggi”.
Una prestazione incredibile che non è passata inosservata a Johannes Boe, che ha raccontato di aver spinto più forte quando si è reso conto che il suo diretto inseguitore aveva preso tutti i bersagli della sua ultima serie, ma l’americano è scettico a riguardo. “Penso abbia mentito onestamente! Nell’ultimo giro ho spinto forte perché so che Eric è veloce e stavo davvero solo scappando da lui! Mi sono reso conto solo dopo che Johannes era più vicino di quanto non lo fosse prima, mi dicevano che potevo farcela, ho fatto il massimo ma Johannes poi se n’è andato”. Per concludere, riassume in maniera anche un po’ poetica la sua emozione per questa seconda medaglia d’argento: “Se avessi le parole per descriverlo scriverei un libro, ma è una sensazione folle. Solo a pensarci ora mi vengono i brividi, è incredibile!”