Nell’ottobre del 2023 il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha sospeso il Comitato Olimpico Russo (ROC) per “violazione dell’integrità territoriale dello stato ucraino e del suo Comitato Olimpico, come riconosciuto nella Carta Olimpica”, dopo aver annesso sotto il proprio controllo alcune regioni che di norma fanno parte del Comitato Olimpico Ucraino (Luhansk, Donetsk, Kherson e e Zaporizhzhia) a seguito del conflitto con l’Ucraina, ma mai riconosciute come territori russi dalla comunità internazionale.
La Russia aveva fatto ricorso al TAS (Tribunale Amministrativo Sportivo), che però aveva respinto l’istanza del ROC, in quanto il “consiglio esecutivo del CIO non ha violato i principi di legalità, uguaglianza, prevedibilità e proporzionalità”.
Oggi arrivano alcuni aggiornamenti sulla vicenda direttamente da Mikhail Degtyarev, ministro dello sport russo, che all’emittente russa Match Tv che il ROC sta collaborando con il CIO per ripristinare il suo status: “Siamo attualmente in comunicazione con il CIO, abbiamo modificato lo statuto, consegnato lettere al CIO, documenti certificati dagli avvocati e stiamo aspettando il ripristino del riconoscimento del Comitato olimpico russo”.
Ricordiamo che gli atleti russi, così come quelli bielorussi, sono attualmente allontanati dalla maggior parte degli sport e, nel corso delle ultime Olimpiadi estive di Parigi, il Comitato Olimpico ha concesso loro di partecipare solo con uno status neutrale, senza alcun simbolo che potesse rappresentare il proprio Paese di origine. Riabilitare il Comitato Olimpico Russo forse potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti per gli atleti che vorranno essere della partita in occasione dei prossimi Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026.