Sono emozionati, commossi, felici per un risultato storico al quale hanno contribuito con anni di duro lavoro, di viaggi, spesso settimane se non mesi lontano da casa ed ovviamente dalle famiglie, non soltanto durante l’interno. La medaglia d’argento ottenuta da Campbell Wright ha fatto gioire anche tanti italiani, quelli che lavorano nel team degli Stati Uniti.
Una “Little Italy” che forse così piccola non è, se si considera l’alto numero di componenti italiani nella squadra statunitense, dai coach agli skimen. Si va da Armin Auchentaller ed Emil Bormetti, fino al responsabile skiman Federico Fontana, anch’egli da anni all’interno della squadra, fino a Luca Tomasi, Giovanni Ferrari, Tommaso Longa ed Alberto Tagliati. Una vera e propria colonia.
Occhi commossi, dopo tanti abbracci dati al giovane vice campione del mondo Campbell Wright, per Armin Auchentaller, da Anterselva, quando in zona poligono si ferma a parlare con noi, accompagnato da Emil Bormetti, in una coppia molto affiatata.
«Quelle di oggi sono emozioni non controllabili – ci racconta – è stata una giornata bellissima, guardando a tutto il lavoro fatto in questi anni con questi ragazzi, che è stato pieno di emozioni, belle ma anche sofferte. Devo ringraziare tutto lo staff tecnico, la Federazione, ma soprattutto ringrazio lui, Campbell, che ci ha sempre creduto. Oggi lui e anche Maxime Germain hanno fatto grandissime cose. Voglio anche ringraziare Emil (Bormetti, ndr), che mi ha dato una grande mano in questi anni per arrivare a questo punto».
Ha la voce ancora rotta dall’emozione Emil Bormetti, da Livigno. «Si, in pista mi sono commosso – ammette – perché quella di oggi è stata una grandissima emozione. Ci siamo andati vicino tante volte, tanto che oggi mentre andavo in pista, mi chiedevo come avrei reagito se la giornata avesse girato nel modo giusto e fosse arrivato un podio. Posso dire che ancora non lo so, in quanto non riesco a rendermene conto. Dopo lo zero in piedi di Campbell, quando Armin ci ha comunicato via radio che anche Maxime aveva ottenuto due zero, ho detto: “Wow, oggi stiamo facendo qualcosa di grande”. Così è stato, bravi tutti e due i ragazzi, che hanno fatto un grande lavoro e ha pagato. Grazie allo staff dei materiali, oggi volavamo su quegli sci. È un risultato che va a tutti coloro che ci hanno sostenuto».
Per Auchentaller è la terza medaglia con il team USA, dopo quelle vinte con Tim Burke nel 2013 e Susan Dunklee nel 2020 ad Anterselva. Un risultato speciale per un team giovanile, allegro e unito, che riesce a coinvolgere in questo entusiasmo anche i propri atleti. Come accade ormai da due secoli, anche nel biathlon l’Italia contribuisce a rendere grandi gli Stati Uniti.