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Biathlon – Johannes Boe affronta con serenità il suo ultimo Mondiale: “Non ci penso”

All’inizio della stagione, nessuno avrebbe mai immaginato che i Mondiali di Lenzerheide sarebbero stata l’ultima passerella importante in un grande evento per Johannes Thingnes Boe. Anche se c’era la consapevolezza che sarebbero state le ultime gare iridate per i campione norvegese, visto che da diverso tempo si parlava di un suo quasi certo ritiro dopo i Giochi Olimpici del 2026, l’annuncio ufficiale della fine della carriera di entrambi fratelli Boe a fine stagione ha conferito a questo appuntamento un peso specifico ancora più importante e gravoso.

Ma come vive Johannes Boe questi giorni? Una domanda che viene a tutti da farsi, visto che il fenomeno straripante quest’anno, complice forse il peso della decisione presa, non ha mai fatto veramente capolino, nonostante abbia indossato per metà stagione il pettorale giallo, cedendolo al compagno di squadra Laegreid solo in occasione della tappa di Anterselva. “Non sento nessuna differenza” taglia corto, senza nemmeno doverci pensare, all’emittente norvegese TV2 che lo ha intervistato alla vigilia dei Mondiali “In un certo senso apprezzo tutte le ultime cose che si fanno. Non vedo l’ora di partecipare a questo campionato, ma non penso al fatto che sarà l’ultimo, anche se so che lo è”.

Al termine del secondo blocco di Coppa del Mondo, Giovannino è tornato a casa per un breve periodo di tempo anziché trasferirsi immediatamente con i compagni a Lavazè per l’abituale raduno pre-mondiale: agli allenamenti di squadra, ha preferito ancora una volta ricaricare le batterie trascorrendo del tempo con la moglie Hedda e i loro due figli. In realtà, però, non è andata proprio così, e l’atleta è stato più solo di quanto previsto: “All’inizio sono rimasto solo isolato in baita per alcuni giorni, in realtà. Tornato a casa ero un po’ malato, quindi quando sono guarito ho trascorso l’ultimo fine settimana a casa prima di partire e raggiungere la squadra. Sono stato un po’ da solo, un po’ con le persone a casa e un po’ con la squadra. Un buon mix di tutto. Non volevo avere un raduno troppo lungo, la settimana a Lavazè è stata già abbastanza lunga così, sono molto contento della scelta fatta.”

La pausa “in solitaria” gli ha permesso però di prepararsi seguendo il “metodo Bjoerndalen”: “Ho vissuto lì per quattro giorni e mezzo come Ole Einar (Bjørndalen). Per una volta mi sono allenato parecchio. Mi sono preso del tempo per rilassarmi, ho fatto una sauna, ho cucinato un buon pasto e ho fatto tutto nel modo giusto. Ma è bastato, poi sono dovuto uscire da quella bolla.”

Non è per caso che il 32enne nomini proprio il re del biathlon norvegese: nelle prossime due settimane, Boe si giocherà le ultime chance di battere i record di medaglie mondiali appartenenti alla leggenda di Drammen; al momento entrambi hanno nel palmares 20 medaglie d’oro iridate, ma Bjørndalen ha all’attivo una medaglia d’argento e sei medaglie di bronzo in più. Ma, anche ripensando alle sue dichiarazioni al momento dell’annuncio del ritiro, il pensiero di questo record non ha un peso così rilevante. “Ci pensavo fino a Natale, poi ho avuto tempo per riflettere e le medaglie sono passate in secondo piano. Ma se tutto va bene adesso, è una possibilità. Ad inizio stagione avevo la sensazione di non essere al meglio della mia forma. Ciò ha comportato un po’ più di stanchezza e il tiro non andava bene come mi sarei aspettato. Ma ora sento che la forma è a posto, quindi se i colpi vanno a segno, potrei fare molto bene”

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