Ce l’ha fatta Martino Carollo. L’azzurro ha saputo infilarsi in mezzo ai giovani fenomeni Under 23 della Norvegia, andando a vincere la medaglia di bronzo nella 10 km individuale dei Campionati del Mondo di Schilpario. Quattro norvegesi nei primi cinque posti, con la vittoria di Mathias Holbæk su Thomas Mollestad, poi eccolo lì il piemontese delle Fiamme Oro cogliere uno splendido terzo posto.
Fin dall’estate Martino Carollo si era posto tre grandi obiettivi, in ordine cronologico: qualificarsi e fare bene al Tour de Ski, lottare per una medaglia alla 10 km a skating del Mondiale Under 23 di Schilpario e infine partecipare al Mondiale Assoluto di Trondheim. I primi due sono stati ampiamente raggiunti, anzi anche oltre le aspettavie, e non ci sono dubbi che anche l’ultimo obiettivo sia stato ormai raggiunto, visto il talento del giovane e quanto si sia fatto apprezzare da Cramer e dai senatori della nazionale.
A Fondo Italia, Carollo ha espresso la propria soddisfazione, sempre più convinto, sicuro di sé e maturato, anche nel modo di rilasciare le interviste. «È stata una giornata complicata, perché non ci aspettavamo questa fitta nevicata che ha reso la gara molto più lenta e dura – ha esordito il cuneese al microfono dell’invata di Fondo Italia Katja Colturi – però sono partito convinto, perché sapevo di poter fare bene e avevo voglia di riscattarmi dopo il risultato non troppo esaltante della mass start. Lì avevo visto che la forma non era male, ma vari problemi tecnici mi avevano complicato la gara. Oggi è stata dura, ma ho adotttato un ritmo alto costante. Puntavo anche al primo posto, ma il vincitore è stato più forte. Sapevo che mi stavo giocando le medaglie e ho dato tutto. Vincere una medaglia è il modo migliore per avere quel qualcosa in più, quella soddisfazione particolare».
Un Martino Carollo molto tranquillo, nemmeno così emozionato come ci si aspetterebbe dopo una medaglia, come se con la testa fosse già oltre, diretto al mondo senior. Intanto però, c’è da celebrare questo risultato con chi ha contribuito a raggiungerlo: «Dedico la medaglia a tutti coloro che sono qui, che mi hanno supportato, dalle Fiamme Oro alla mia famiglia. Fino agli skimen che oggi hanno fatto un grande lavoro in una giornata più particolare, perché questa nevicata ha reso tutto più complicato per noi ma soprattutto per loro. In queste condizioni, lo sci faceva ancora più la differenza rispetto al nostro motore. Quindi grazie a loro».
Carollo chiude parlando già della staffetta mista di domenica: «Domani c’è la staffetta, un’ottima opportunità per fare bene, perché le gare a squadre sono sempre un’incognita, si può sempre tirare fuori qualcosa di buono. Faremo tutto per portare a casa un’altra medaglia».
Un risultato che è figlio di tanti padri. Dallo Sci Club Entracque Alpi Marittime, che lo ha seguito con grandissima professionalità fin da giovanissimo, in particolare con Amos Pepino e Tommaso Custodero (oggi vice di Cramer in nazionale) lavorando tanto anche su una bella e redditizia tecnica di sciata, alle Fiamme Oro, che attraverso un’intuizione di Marco Selle lo hanno aggregato portandolo in Val di Fiemme, dove ha fatto il definitivo salto di qualità. Quindi Fulvio Scola, allenatore della nazionale Milano Cortina 2026, che ha saputo coglierne carattere e potenziale, inserendolo bene nel gruppo azzurro e nel programma della squadra.
Ma più di tutti alla sua famiglia, sempre presente, a seguirlo sui campi gara, a tifare per lui urlando bordopista, a dividersi tra sci di fondo e biathlon, dove gareggia invece il fratello Michele. Bellissima l’emozione della mamma, in lacrime un anno fa nel giorno dell’esordio in Coppa del Mondo di suo figlio Martino a Dobbiaco, vedendo tutto lo stadio preparato con cartelloni e pubblicità del massimo circuito mondiale. Ed ora avanti Martino, perché la strada è ancora lunga e dove porterà questo potenziale è ancora tutto da scoprire. Buon viaggio!