Ha vissuto tutta la sua vita nello sci di fondo, prima come atleta e successivamente con diversi ruoli dirigenziali, dal settore marketing a direttore di gara della Coppa del Mondo, ideando anche, assieme a Ulvang, il Tour de Ski. Ora Jürg Capol è alla guida del Comitato Organizzatore del Mondiale di biathlon, in programma a Lenzerheide dal 12 al 23 febbraio, prima di diventare direttore nel settore nordico della Federazione Svizzera a partire dal prossimo 1 aprile.
Capol ha portato tutta la sua esperienza all’interno di un Comitato Organizzatore che per la prima volta si è trovato a preparare un Mondiale di biathlon. A una settimana dal Mondiale le emozioni sono forti, perché dopo tanto lavoro è arrivato il momento della verità.
«È un momento emozionante – ha affermato Capol a Fondo Italia – sapete ritengo che l’ultima fase di preparazione sia sempre la più interessante. Dopo aver lavorato tanto a questo evento, ora che sta quasi arrivato si sente quell’emozione che si prova alla vigilia del Natale. Non mancano più due anni, ma siamo arrivati, ora si vedranno i risultati del nostro lavoro, di questo progetto sul quale siamo stati impegnati per due anni. Stiamo ultimando gli ultimi preparativi, ma cose piccole, che si vanno a sistemare nel complesso di un grande lavoro di base ultimato da tempo. Abbiamo pianificato bene tutto e ciò ci ha permesso di lavorare nel migliore dei modi».
Un Mondiale che si svolgerà in una località che da diversi anni ha iniziato a puntare anche sul biathlon, sport che in Svizzera non ha grande tradizione. «Si, il biathlon qui è ancora una piccola realtà, non è come lo sci alpino, non c’è una tradizione mondiale. Non abbiamo un pubblico già fidelizzato, come può essere a Ruhpolding o Anterselva, che viene tutti gli anni a seguire la Coppa del Mondo, in quanto l’abbiamo ospitata una sola volta. Il Mondiale servirà proprio a questo, celebrare anche in Svizzera questo magnifico sport che è il biathlon e farlo scoprire a tante persone che non hanno ancora avuto la fortuna di farlo».
L’obiettivo è di puntare non soltanto sugli appassionati. «Abbiamo una grande occasione, legata al fatto che in questa regione c’è tanto turismo nel mese di febbraio. Pensate che se nel corso dell’anno qui abitualmente vivono 5 mila persone, a febbraio ne abbiamo 35 mila, molte delle quali non hanno mai avuto contatto con il biathlon. E noi vogliamo che queste persone possano vivere una mezza giornata nel nostro stadio, scoprire il biathlon. È un grande potenziale, se ci pensate».
L’obiettivo anche economico è vicino. «A metà gennaio avevamo venduto biglietti per 2,5 milioni di franchi svizzeri (2,66 milioni di euro), cifra non troppo distante dall’obiettivo che abbiamo nel budget di 3,4 milioni di franchi (3,62 milioni di euro). Dobbiamo ancora vendere biglietti e per questo abbiamo fatto tanta promozione, presentandoci ad alcuni eventi della Coppa del Mondo di biathlon, ma anche sci di fondo. Vogliamo stimolare coloro che non hanno ancora deciso cosa fare».
Al di là dell’aspetto economico, l’obiettivo di Capol è uno: «Vogliamo far sviluppare il biathlon in Svizzera. Sarà una grande festa per questo sport, che è ancora piccolo nel nostro paese, ma vuole crescere. Ci auguriamo di poter ospitare altre volte la tappa di Coppa del Mondo in futuro, perché più diamo visibilità alla disciplina e più abbiamo l’opportunità di avere nuovi praticanti. Se allarghiamo la base della piramide, è più facile trovare più sulla punta un atleta top. Per avere risultati importanti, dobbiamo sviluppare la base della disciplina».
Tanti tifosi arriveranno anche dall’estero. «Moltissimi saranno i tedeschi, ma anche i francesi. Poi abbiamo venduto tanto anche in Norvegia e Svezia. Diciamo che hanno comprato biglietti persone provenienti da ventiquattro paesi. Credo non ci siano tante manifestazioni con un pubblico così variegato. A metà gennaio, avevamo già venduto 12 mila biglietti per le staffette del 22 febbraio, ma ovviamente puntiamo a salire ulteriormente, visto che in totale tra stadio e pista possiamo ospitare tra le 18 e le 20 persone. Tanti tifosi possono anche decidere di raggiungere la Svizzera all’ultimo momento, in particolare da Germania e Francia, ma mi auguro anche dall’Italia visti gli ottimi risultati di Giacomel».
La contemporaneità con la seconda settimana del Mondiale di sci alpino a Saalbach non spaventa, anzi ha dato il là ad una bella idea. «Nel villaggio che abbiamo allestito per i fan, abbiamo organizzato anche la possibilità di vedere su un maxi schermo le gare dei Mondiali di sci alpino. Così ci sarà il modo di fare il tifo, seguire l’alpino, prima di assistere poi dal vivo al biathlon. Sarà una vera e propria festa dello sport, con la possibilità di divertirsi anche prima e dopo la gara».
E a questa festa dello sport dovrebbe partecipare uno degli sportivi più amati della storia, Roger Federer. «Lui è venuto qui lo scorso anno quando si è svolta la tappa di Coppa del Mondo. Ha una casa di vacanza nella regione e non nascondo che stiamo parlando con lui. Ancora non possiamo dare alcuna certezza, se non che se sarà presente nella zona sicuramente verrà, perché è un innamorato dello sport. Io sono abbastanza convinto che lo vedremo, ma non sappiamo quando».