Dopo un piccolo scivolone nella sprint di ieri, chiusa al 21° posto con 3 errori nel poligono a terra, Sebastian Samuelsson è tornato ai massimi livelli oggi nella staffetta di Anterselva, riuscendo a guidare la Svezia al 3° posto, a un soffio dalla Norvegia. Intervistato da Giorgio Capodaglio, inviato per Fondo italia in Alto Adige, Samuelsson racconta il duello in ultima frazione con Tommaso Giacomel, parlando anche del suo rapporto con l’Italia e con le piste in altitudine come quella di Anterselva.
“Ho avuto grande rispetto per Tommy – esordisce Samuelsson – perché so che è in super forma. Grande rispetto per lui, sapevo che dovevo fare una bella gara e concentrarmi solo su me stesso. Sono molto contento della mia performance, siamo arrivati molto vicini a battere la Norvegia”.
Proseguendo, Samuelsson indugia sulla preparazione in alta quota, cruciale per poter affrontare al meglio tappe come quella di Anterselva: “Se come squadra siamo migliorati nelle tappa in quota? Si, sicuramente. Penso che ora siamo una squadra più esperta, mentre qualche anno fa eravamo la nuova generazione e non avevamo tanta esperienza in quota. Ma abbiamo seguito un bel programma per tanti anni, andando a Lavazé in quota e in Francia in quota. Penso che si veda che tutta la squadra è migliorata in questo ambito”.
Infine, una riflessione sul suo nuovo ruolo di padre, considerando che a seguirlo a bordo pista nelle gare di Anterselva c’è anche la sua famiglia: “Sono padre ora, è diverso. Ma penso che tutto stia funzionando bene per noi. La mia fidanzata si sta prendendo una grande responsabilità, in modo che io possa allenarmi bene e tutto sia a posto. E’ fantastico averli qui in Italia con me adesso. Sono via di casa da sette settimane quindi è molto importante riuscire a vederli qui. E’ bello mostrare a mia figlia l’Italia, perché è un paese molto bello”.