La questione legata all’esclusione degli atleti russi e bielorussi dopo l’inizio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022, tiene banco da quasi tre anni e coinvolge atleti e addetti ai lavori a cadenza regolare.
Ad un anno dalle Olimpiadi di Milano-Cortina il dibattito sulla questione è sempre più acceso, con gli atleti russi che reclamano a gran voce la possibilità di tornare alle gare internazionali, trovando molti pareri a favore ma allo stesso tempo anche dei contrari.
Una delle atlete russe più polemiche in tre anni è la 24enne Veronika Stepanova, dichiarata sostenitrice del presidente Vladimir Putin e del conflitto in Ucraina. La campionessa olimpica della staffetta di Pechino 2022 ha più volte lanciato attacchi alla FIS per l’esclusione dalle competizioni e non manca mai nel replicare a chi si dichiara a favore di questa decisione.
Negli ultimi giorni ha messo nel mirino niente meno che la svedese Linn Svahn che di recente aveva dichiarato ad Aftonbladet: “Non mi vedo a competere contro russi o russe in questo momento. Non è una cosa che voglio fare in questo momento e di cui mi sentirei orgogliosa”.
Pronta la piccata reazione di Stepanova che alla testata Sports.ru ha affermato: “Cosa pensa di ottenere con questi appelli al boicottaggio? E prende di mira tutti gli atleti russi o alcuni di noi in particolare?” – e ha aggiunto – “Le ho già inviato un invito, perché ha parlato molto di noi russi. Ma non ha mai risposto”.
La russa spera di poter ricambiare sul campo alle affermazioni dell’atleta scandinava: “Sono pronta a sciare con Linn Svahn sulla stessa pista, anche se è la più coerente russofoba tra gli sciatori occidentali. E’ la versione femminile di Sebastian Samuelsson”.
Il ban per gli atleti di Mosca continua sia dalla FIS, pur con l’apertura del presidente Eliasch, che dall’IBU, come continuerà sicuramente la battaglia dialettica tra i russi e tutti coloro che sono a favore della loro esclusione.