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Biathlon , Pianeta Italia

Biathlon – Un gruppo che resta compatto nelle difficoltà. L’Italia riparte da questa certezza

Foto Credits: Dmytro Yevenko

Sono le difficoltà a misurare il reale valore di un gruppo. Un po’ come accade nella vita di coppia, si viene messi di continuo di fronte a nuove prove da affrontare e soltanto se si è davvero uniti, se si rema sempre dalla stessa parte si va avanti, altrimenti si naufraga.

L’attuale corso della nazionale italiana di biathlon, iniziato nella primavera del 2022, era già stato messo di fronte a diverse prove, perché ovviamente nello sport vi sono sempre momenti di difficoltà, che gli azzurri hanno superati brillantemente, facendo gruppo. In fin dei conti, però, nei primi due anni è stato anche facile farlo, perché i risultati sono arrivati spesso, roboanti e anche memorabili. L’oro della staffetta femminile ai Mondiali di Oberhof, la Coppa del Mondo vinta da Lisa Vittozzi, la crescita di Giacomel, vincitore del titolo di miglior Under 25 nella passata stagione.

Vi erano state certamente anche difficoltà, come la partenza a Östersund, primo weekend ufficiale di no fluoro, con gli skiman messi subito sotto pressione, ma bravissimi a reagire immediatamente facendo gruppo, compatti, una cosa sola con tecnici e atleti. I problemi fisici di Wierer, poi avevano privato la squadra azzurra di una delle sue punte di diamante. Eppure tutti insieme avevano lavorato bene, l’uno per l’altro, tecnici della squadra maschile con tecnici della squadra femminile, una cosa sola. E quelle foto di festa dopo i vari podi sono state sempre vere, mai di facciata, cosa non scontata. Gioia reale, non artificiale.

Quest’anno, però, la squadra è stata messa di fronte a difficoltà più grandi. Il problema accusato da Lisa Vittozzi alla vigilia della stagione, ha privato l’Italia della sua punta di diamante degli ultimi due anni, l’atleta che ha vinto praticamente tutto, mettendo di conseguenza più pressione alla squadra. Inevitabile, ovviamente. All’assenza della sappadina si sono sommate altre problematiche che non hanno permesso all’Italia di ottenere podi nella prima parte della stagione, tra errori nei momenti decisivi, atleti che in gara non sono riusciti a ripetere il lavoro fatto in allenamento, chi è andato in crisi, cosa che fa parte del biathlon, senza dimenticare i malanni che hanno causato anche un calo fisico in alcuni elementi della squadra azzurra.

E sono arrivate le critiche, pesanti. Prima di tutto agli skiman azzurri per il finale della gara femminile a Le Grand Bornand, unica volta in cui effettivamente l’Italia ha avuto grandi problemi con i materiali, dovuti anche a un cambio repentino di condizioni, che hanno mandato in difficoltà anche altre squadre. Si è detto che gli sci non erano performanti nemmeno nella prima gara femminile a Oberhof, in realtà quel giorno semplicemente le atlete non erano ancora al meglio, in quanto un po’ tutte ammalate sotto le feste.

Poi, dopo le staffette di Ruhpolding è stato il turno degli allenatori azzurri, che sui social sono stati pesantemente attaccati, così come gli stessi atleti. Un momento difficile, che ha spinto il dt Klaus Höllrigl a parlare, ad assumersi le responsabilità di tutto lo staff tecnico per il risultato della staffetta maschile, cercando di difendere i suoi atleti, ma allo stesso tempo ricordare che lo staff tecnico, gli skiman e gli atleti sono gli stessi che tante soddisfazioni hanno regalato in questi anni. Da sottolineare come il dt azzurro ha poi lasciato spazio agli altri dopo la vittoria di Giacomel.

Proprio in un momento del genere, si misura la reale compattezza di un gruppo, il suo valore. E quello dell’Italia ha dimostrato di fondarsi su solide basi, di essere unito, di remare tutto dalla stessa parte. Ognuno a difesa del lavoro dell’altro, tutti convinti che il percorso intrapreso sia quello giusto, nonostante qualche intoppo. Ma soprattutto cercando di non caricare di troppe responsabilità i due atleti chiamati a gareggiare domenica, Tommaso Giacomel e Dorothea Wierer, non far sentire loro la pressione di una situazione difficile, ma trasmettendo loro una carica positiva.

Da queste solide basi è nata l’indimenticabile giornata di ieri, la vittoria di Giacomel con un atteggiamento da veterano, la bellissima prestazione di Wierer. Un lavoro perfetto da parte di tutti, due atleti scesi in pista con la giusta serenità e con degli sci che volavano. Tutti hanno reso al meglio dopo essersi impegnati al massimo come sempre.

Ora l’Italia riparte da Anterselva, consapevole che il lavoro da fare è ancora tanto e ci sono numerose problematiche non semplici da risolvere, ma anche che sarà meno difficile farlo con un gruppo compatto, che è stato capace di restare unito di fronte a prove difficili. Si passerà ancora dal dialogo, come a Oberhof quando gli azzurri si sono ritrovati in pista tutti uniti per un briefing post gara al termine dell’inseguimento, e dal lavoro, quello quotidiano, tecnico e mentale, tutti insieme alla ricerca di soluzioni per risolvere problemi e dare tutto anche per aiutare chi vive un momento di difficoltà a uscirne.

Lo si farà con la certezza di avere un gruppo forte e solido. E questa è la notizia più importante di questa prima parte della stagione.

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